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Nel corso della nostra vita, tutti, almeno una volta, abbiamo ricevuto il così detto 'sguardo omicida'. Io ne ho ricevuti davvero tanti in 17 anni, ma nessuno è mai stato cosi intenso tanto quanto quello che Naile mi sta rivolgendo ora.
"Voi mi state prendendo in giro, vero?" Dice alla fine, dopo tre minuti di silenzio.
Sta mattina, dopo aver incontrato Naile, abbiamo parlato un po' del suo viaggio, saltando la quarta ora, e al suono della quinta l'abbiamo salutata con la promessa di incontrarci nel pomeriggio per raccontarle ciò che è successo durante la sua permanenza in germania. È per questo che ora siamo in una caffetteria vicino a scuola, a raccontarle di Jessica.
"Purtroppo no, non ti stiamo prendendo in giro, il mio corpo può confermare." Sussurro continuando a giocare con uno dei tanti codini che ho al braccio, cosa che faccio ogni volta che sono agitata o imbarazzata.
Noto lo sguardo di Naile addolcirsi, poi poggia una mano sul tavolino e afferra la mia stringendola delicatamente.
"Avreste dovuto dirmelo prima, ragazze. Mi dispiace di non essere stata qui con voi in quel periodo." Dice dispiaciuta, ma io le sorrido.
"Non avrebbe fatto differenza, tranquilla. L'importante è che tu sia qui ora." La rassicuro, ottenendo un suo sorriso.
"Posso chiedere però per quale motivo Jessica ha iniziato a prenderti di mira già dalla prima settimana di scuola?" Chiede la ragazza curiosa ed io abbasso lo sguardo, ricordando solo ora un piccolo particolare.
Lei non sa.
"Vedi... un mese dopo la tua partenza, mio padre... mio padre è morto." Dico a voce bassa, e subito Naile spalanca bocca e occhi.
Porta una mano alle labbra e gli occhi le si inumidiscono immediatamente, ma trattiene le lacrime.
"Oh mio dio, Alessia, mi... mi dispiace così tanto. Io sarei dovuta essere qui, con te, avrei dovuto starti accanto, aiutarti. Dio, mi sento cosi male. Scusami Ale, scusami davvero." Si alza dalla sedia e velocemente mi avvolge in un abbraccio che ricambio subito.
"Ripeto, stai tranquilla." Le sussurro nell'orecchio.
Un suono attira la nostra attenzione e ci separiamo dall'abbraccio, girandoci verso Giada che controlla il messaggio che le è arrivato.
"Scusate ragazze, devo andare, c'è una riunione... di famiglia. Era mia madre al cellulare." Spiega alzandosi in fretta.
"Ultimamente fate molte riunioni voi, eh?" Domando curiosa.
"Vedi, mio fratello sta combinando molti guai, e sai com'è mia madre, ha bisogno di riunire la famiglia per parlarne." Alza le spalle prima di salutarci velocemente con un bacio sulla guancia.
"Quante riunioni fanno?" Domanda Naile finendo di bere il suo caffè.
"Questa è la terza che fanno dall'inizio della settimana, e siamo solo a giovedì." Le dico ridacchiando. "Beh, vado anche io. Ho una madre incinta a casa che mi aspetta." Mi alzo dalla sedia e afferro le mie cose dal tavolo, trovando la mia amica con gli occhi spalancati.
"Tua madre è incinta?" Domanda incredula.
"Ehm... si, da quattro mesi e mezzo." Rispondo imbarazzata, riprendendo a giocare con il mio codino.
"Oh cielo, mi sono persa davvero tante cose." Borbotta con una mano sulla fronte.
Le do un bacio sulla guancia e poi esco dalla caffetteria, prendo le cuffie dallo zaino e le collego al cellulare facendo partire la riproduzione casuale. Muovo la testa a tempo di 'Do I Wanna Know' degli Arctic Monkeys, mentre percorro a piedi il traggitto verso casa. Non sono una ragazza molto attiva, ho sempre preferito poltrire sul divano di casa mia, ma se ho le mie cuffie a farmi compagnia non riufiuto una piccola passeggiata. Soprattutto se il tempo è fresco e non ho una gamba dolorante. E fortunatamente quest'ultima ha smesso di farmi male.
Dopo 6 canzoni e mezzo arrivo a casa e prendo le chiavi dallo zaino. È più forte di me, quando ascolta la musica calcolo il tempo tramite le canzoni. Entro in casa e vado verso il salotto, dove sento il rumore della televisione.
"Ciao mamma." La saluto non appena la vedo stesa sul divano con una mano sul ventre. "E ciao anche a te piccolo... o piccola." Mi avvicino a mia madre accarezzandole la pancia, facendola ridere.
"Ciao Ale, tutto bene a scuola?" Chiede con un sorriso ed io annuisco semplicemente.
"È tornata Naile." La informo e il suo viso si illumina.
"Oh, davvero? Che bello, finalmente il trio si riunisce." Dice sollevata, e posso capire il perché.
Da quando papà è morto e Naile non era qui, io e Giada cercavamo di bastarci a vicenda, e per quanto stessimo bene insieme mancava quella persona che ci rendeva complete, e ora che è finalmemte qui, so che andrà tutto per il meglio.
"Salgo in camera, mamma." L'avverto andando verso le scale e salendole, passando davanti alla stanza di Luca.
Purtroppo, non sono l'unica ad essere vittima di bullismo. Anche lui lo è dall'inizio della scuola e la motivazione che quei bulli gli hanno dato è sempre la stessa, la mancanza di un padre. Da allora il nostro rapporto è precipitato. Mi incolpa della morte di papà e quindi anche del suo essere bullizato, non parliamo quasi mai se non davanti a mamma, mi detesta. E a me manca. Mi manca parlargli, confidarmi, abbracciarlo. Lui era la mia ancora, colui che mi teneva sempre sulla superficie, ma sta volta ha deciso di farmi affondare.
Do un'ultima occhiata alla porta della sua camera, da dove provengono delle brutte esclamazioni, e questo mi fa capire che sta giocando alla PlayStation con i suoi amici virtuali. Supero la sua stanza e raggiungo la mia buttandomi sul letto e afferrando il computer. In momenti come questi, una bella serie tv è la soluzione al mio morale.
Apro la pagina di Chrome e cerco una serie tv molto conosciuta ma che io non ho mai visto, e finalmente, dopo mesi, decido ad iniziarla. Shameless sembra interessante, speriamo sia effettivamente così. Apro il primo episodio e lo faccio caricare per qualche minuto, ma appena lo faccio partire un messaggio mi blocca. Afferro il cellulare e vedo che il messaggio è da parte di Naile. Curiosa lo apro.
'Ti prego, vieni a casa mia, devo mostrarti una cosa.'
Mi alzo dal letto a malincuore, e per la quarta volta rimando ad un'altra volta l'episodio. Apro l'armadio e poi vado verso la finestra chiudendo bene le tende, poi torno davanti al grande mobile di legno e mi tolgo di dosso il maglioncino verde, sostituendolo con una grande felpa rossa, rimetto le scarpe che avevo precedentemente tolto, lego i capelli in una coda veloce e stacco le cuffie dal computer per collegarle al cellulare, poi scendo.
"Mamma, vado da Naile." Urlo dalle scale, affacciandomi poi sul salotto.
Do uno sguardo alla cucina, collegata al salotto tramite un arco, e vedo Luca di spalle mentre cerca qualcosa da mangiare nella dispensa, le grandi cuffie sempre alle orecchie.
"Certo Ale, salutala da parte mia." La voce dolce di mamma mi risveglia dai pensieri e annuisco.
"Ciao." Saluto uscendo di casa, infilando subito le cuffie nelle orecchie e iniziando a camminare.
Casa di Naile dista circa dieci minuti da casa mia, quindici se vado con calma, ed è ovvio che io vada con calma. Infatti, circa un quarto d'ora e cinque canzoni dopo arrivo a destinazione e suono al campanello. La porta si apre e una donna sulla quarantina appare alla soglia, sorridendomi appena mi vede.
"Alessia, da quanto tempo." Esclama felice attirandomi in un'abbraccio.
"Signora Forbes, che piacere rivederla." Ricambio l'abbraccio seppure un po' impacciata. "Naile mi ha chiesto di venire." Le dico separandomi.
"Certo, è di sopra. Camera sua." Mi informa e la ringrazio, salendo velocemente le scale.
Arrivo davanti alla sua camera e la trovo socchiusa, perciò la apro completamente ed entro, trovando la mia amica seduta a gambe incrociate sul suo letto. Accanto a lei c'è un cuscino dalla federa leggermente strappata e delle piume sono messe sparse davanti a lei, la quale ha gli occhi chiusi e sembra quasi stia meditando.
"Ciao Ale, siediti." Apre gli occhi e mi sorride, indicando lo spazio libero sul letto.
Senza fare storie, mi siedo sul punto da lei indicato e metto anche io a gambe incorciate. Osservo con occhio critico le piume e poi guardo Naile.
"Se hai intenzione di organizzare un pigiama party, sappi che lo stai facendo nel modo sbagliato. Le piume non vanno tolte prima, usciranno dal cuscino da sole a causa dei colpi, ricordi?" La prendo in giro ottenendo una sua occhiataccia.
"Sta zitta e guarda." Ordina con un piccolo sorriso e io faccio il saluto militare obbedendo.
La vedo chiudere gli occhi e concentrarsi. Sposta le mani sopra le piume, mormorando una parola.
"Fermentum." Alza lentamente le mani, con il palmo rivolto verso le piume, e alcune di esse si innalzano, sollevandosi dal materasso, seguite subito dalle altre.
Naile alza sempre di più le mani, portando poi il palmo verso l'alto e alzandola di scatto. In questo modo, tutte le piume si spargono per la stanza fluttuando nel nulla. Guardo la scena a bocca aperta, osservandomi intorno e cercando di capire come tutto ciò possa essere reale. Mi alzo lentamente con i piedi sul letto, sfiorando con le dita alcune piume, e mi trovo improvvisamente immersa tra di esse. Guardo la mia amica meravigliata, e lei mi sorride. Si alza in piedi anche lei, venendo avvolta dalle piume, si guarda anche lei intorno e poi, chiudendo la mano a pugno, le piume cadono improvvisamente a terra, come se la forza di gravità fosse tornata inaspettata.
"Come.." Sussurro senza riuscire a trovare le parole adatte, anche se dubito esistano. "Questa era... magia?" Domando con voce fine, continuando a guardare le piume sparse per terra.
"Esatto, Alessia, questa è magia. Io sono... sono una strega." Riesco a sentire quelle parole per miracolo, visto che le ha sussurrate.
"Com'è possibile? Le streghe esistono solo in Harry Potter e in altri romanzi fantasy, non nella vita reale." Mormoro scioccata, tornando a sedermi sul letto ancora frastornata.
"Lo credevo anche io. Ne ero convinta, fino a cinque mesi fa. Vedi, poco prima di partire ho avuto una brutta litigata con mia madre, nella rabbia rischiai quasi di far bruciare l'intera casa a causa di un piccolo incendio che avevo io stessa creato accidentalmente con l'uso di poteri che non sapevo nemmeno di avere. Ma mia madre capì subito. Altre volte avevo involontaramente fatto qualcosa di inspiegabile, qualcosa di anomalo. Mi dispiace avervi mentito, ma io non sono andata in germania per stare con mio zio, ci sono andata per mia nonna. A quanto pare, la famiglia Forbes è piena di streghe, ma non tutti lo siamo. Per un motivo sconosciuto, la stregoneria salta sempre una generazione, in quasi ogni famiglia. Mia nonna è come me, è una strega. La discendenza Forbes non è la più potente, ma ogni suo componente, strega o stregone che sia, ha una grande padronanza dei propri poteri, sopratutto da giovani." Sento tutto ma mi sembra ancora cosi insensato.
Esiste davvero la magia? Certo, ne ho avuto prova poco fa.
"Tutta la tua discendenza è fatta di streghe?" Chiedo per conferma, ricevendo un suo cenno di consenso.
"Insomma, quasi tutta, ti ricordo che salta sempre una generazione. In questi mesi passati in germania mia nonna mi ha insegnato alcuni incantesimi, mi ha insegnato a padronarli, mi ha raccontato la storia della famiglia Forbes. Vedi, ogni famiglia di streghe e stregoni ha una propria storia, tramandata dai componenti di essa, ma uno stregone decise di trascrivere la storia della mia famiglia su di un diario, seguito poi da tutte le altre famiglie, in modo da poterla tramandare al meglio. Questi diari vengono custoditi dall'ultima generazione di streghe in vita. Al momento, io sono l'unica strega della nuova generazione, poiché le altre streghe e gli altri stregoni non hanno ancora dei nipoti, oppure i loro nipoti sono ancora troppo piccoli per poterli considerare già delle streghe a tutti gli effetti. Per ora il diario della famiglia Forbes lo costudisce mia nonna, ma mi ha informato che in futuro, quando lei non ci sarà più, saro io a custodirlo." Racconta e io l'ascolto rapita dalle sue parole.
Per quanto tutto questo sembri finzione o una storia fantasy, ciò che dice potrebbe anche avere un significato.
"E cos'era quella parola che hai detto prima?" Chiedo curiosa, ricordando quel Feratum o qualcosa di simile.
"Fermentum è una parola latina, vuol dire levitare. Per l'incantesimo della levitazione bisogna dire quella parola." Mi spiega, e io sorrido meravigliata.
"Wow." Mormoro, facendola sorridere.
"Alessia, ti chiedo solo un favore ora. Io non avrei dovuto dire a nessuno di me e della mia famiglia, poiché le streghe sono sempre state ripudiate dalla società, poiché imprevedibili e difficili da controllare. Io sarei dovuta essere solo una semplice umana per tutti, anche per te e Giada, ma dopo aver saputo cosa mi sono persa mentre io ero impegnata a fare trucchetti di magia, mi sono sentita come in dovere di dirvelo. Ho preferito dirlo prima a te, poiché è con te che mi devo scusare principalmente per la mia assenza." Mi prende le mani tra le sue e io annuisco convinta.
"Sta tranquilla, sai che ogni tuo segreto è al sicuro con me. E ti ripeto che non devi preoccuparti per non essere stata qui, eri impegnata a diventare la strega più brava di tutti i Forbes, posso capire." Scherzo facendole l'occhiolino e anche lei ride.
"Grazie." Mi dice, prima di avvolgermi in un abbraccio che esprime tutto l'affetto che proviamo l'una per l'altra.
"Io vado, hai detto che tra poco arriva Giada e ho intenzione di lasciarti da sola mentre spieghi alla nostra biondina tutta la storia." Mi separo dall'abbraccio e vado verso la borsa, sentendo la ragazza dietro di me emettere un verso indispettito.
"Vigliacca." Mi urla dietro, e scoppiamo entrambe a ridere.
Esco dalla casa della mia amica, salutando sua madre, la quale è in salotto, e torno in strada.
Cuffie nelle orecchie, mani nella tasca della felpa, marcio diretta verso casa mia.

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Salve a tutti! Ecco il secondo capitolo, e già 'entriamo' nella storia. Naile è una strega, ed è stata via cinque mesi proprio per quel motivo, per imoarare a controllarsi. So che la scena era ovvia, ma come amante di The Vampire Diaries, posso dire che non volevo copiare la serie, altrimenti avrei riportato pure gli stessi dialoghi, ma avendo 'preso i volti' di Elena e Bonnie per Alessia e Naile, non ho potuto fare a meno di far scoprire ad Alessia i poteri di Naile tramite le piume. Non per copiare, più per omaggiare, perché quella è una delle mie scene preferite. Detto ciò, vado.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, votate e commentate se volete. Scusatemi per eventuali errori grammaticali e... al prossimo capitolo!

Dio Benedica La Pizza!🍕🌹🐼

_I_am_a_Pandacorn_

Revisionato 07/09/18

Vampire.||Niall Horan.  [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora