Un forte dolore alla testa mi fa riprendere conoscenza, costringendo le mie mani a posarsi sulle tempie per cercare di alleviare il dolore.
Ma che è successo?
Apro lentamente gli occhi per guardarmi intorno, notando di essere in una stanza mai vista prima. Chiudo ancora gli occhi, e piano piano i ricordi riaffiorano.
Jessica mi ha picchiata a sangue, ma ora lei dov'è? Dove sono io?
Do un occhiata alla stanza, notando di essere sopra un letto con accanto un comodino. Su di esso c'è appoggiato un piccolo specchio. Il resto della stanza è riempito da un tappeto nero a terra e un armadio scuro. È tutto cosi cupo e vuoto qui dentro.
La porta della stanza si apre, facendo entrare una ragazza che riconosco subito. Mi rannicchio su me stessa cercando di allontanarmi da Jessica, la quale si avvicina a me.
"Alessia, calma, non ti farò del male." Dice cutamente, avvicinandosi piano.
"Difficile a credersi, quando a dirti queste parole è la ragazza che ti picchia da quasi tre mesi." Dico acidamente, facendole alzare gli occhi al cielo.
"La violenza è nella mia natura, non posso farci nulla." Dice scocciata, come se fosse ovvio.
"La natura umana è anche fatta di violenza, ma di certo io non mi metto a picchiarti quando mi va. Semplicemente a te piace farlo." Sbotto arrabbiata, non avvertendo più paura.
È la prima volta che alzo cosi i toni con lei, e lei sembra solo scocciata, ma non irritata.
"Dove sono?" Chiedo, ricordando solo ora di non essere ne a scuola ne a casa mia.
Ero cosi presa dalla rabbia che avevo smesso di farci caso.
"Ti ho portata a casa mia, non potevo lasciarti sanguinante in un bagno." Dice, sempre con quel tono ovvio.
"A tal proposito, non ho ancora sentito le tue scuse." La guardo dritta negli occhi sedendomi a gambe incrociate sul letto.
"E non le avrai. Ti ho salvato la vita, dovresti essere tu a dirmi grazie." Borbotta, appoggiandosi al muro.
"Tu hai cercato di togliermela. Ti sei limitata a medicarmi e portarmi via per evitare che tutti mi vedessero priva di sensi con te vicino." Sbotto irritata, guardandola con odio.
"Oh, ecco, a proposito di quello, non avevi perso i sensi." Inizia a spiegare, e io la guardo scettica.
"Ah no, giusto, mi ero soltanto addormentata dopo aver perso una grande quantità di sangue." Uso tutto il sarcasmo che possiedo, che non è poco, nel pronunciare quelle parole. "Ma ti senti quando parli?" Le dico irritata, facendo irritare anche lei.
"Tappati quella fottuta bocca e lasciami finire o completo ciò che avevo iniziato." Minaccia, non facendomi la minima paura, ma sto comunque zitta "Ho detto che non sei svenuta perché in realtà sei morta." Parla velocemente, scocciata.
La guardo inespressiva.
"Tu mi stai davvero prendendo per il culo." La mia voce è atona, e Jessica sbuffa rumorosamente.
"Non ci tengo particolarmente a farlo. Dico davvero, sei morta, ma io ti ho salvata." Dice seria, ma io scoppio a ridere ugualmente.
"Si certo, e fammi indovinare, ora sono un vampiro." Scoppio a ridere mentre pronuncio queste parole, ma Jessica mi interrompe subito con la sua risposta.
"Esatto." Dice, ancora seria, e io smetto all'istante di ridere.
"Come hai detto?" Chiedo confusa.
"Alessia, io sono un vampiro. Lo sono da parecchi anni, ormai. Già da umana ero parecchio aggressiva e irascibile, ma una volta divenuta un vampiro questa cosa si è accentuata, facendomi diventare la bulla di ogni liceo in cui sono stata, ma questa è la prima volta che arrivo ad uccidere qualcuno con i pugni, perciò ho dovuto rimediare, e anche in fretta. A quanto pare però, ti ho dato il mio sangue troppo tardi, e quindi non ha fatto in tempo a curarti, ma in compenso, quando hai emesso il tuo ultimo respiro, avevi il mio sangue in circolo e questo, anziché curarti, ti ha dato una nuova vita trasformandoti in vampiro." Si siede su una sedia che non avevo visto prima, raccontando la storia a metà tra la noia e il dispiacere.
Sono ancora confusa.
"I vampiri non esistono." Dico in un sussurro, guardandomi il corpo.
Ho ancora la maglia di prima, sporca del mio stesso sangue, e noto che la cicatrice che avevo sulla gamba a causa di una caduta non c'è più.
"Non esistono." Mormoro ancora.
"Invece si." Sussurra. "Non ci credevo neanche io, quando mio fratello mi ha trasformata, ma ora, a distanza di un secolo, mi trovo costretta a farlo." Mormora sovrappensiero, poi punta lo sguardo su di me. "Jakie, entra." Dice poi, girando leggermente il capo verso la porta, senza spostare lo sguardo da me.
Un ragazzo mai visto entra nella stanza, ha lo sguardo perso, come se non vedesse nulla davanti a lui, e stringe un coltello in una mano.
"Fai ciò che ti avevo detto prima." Le dice Jessica, guardando sta volta il ragazzo, e lui porta meccanicamente il coltello lungo il braccio scoperto, tracciando un lungo taglio.
Porto le mani sulla bocca e spalanco gli occhi, scioccata, sentendo le lacrime raggiungere gli occhi ma non piango. Mi allontano leggermente, impaurita da quel gesto.
"Vieni qui, Alessia, bevi un po' del suo sangue. Completerà la transizione." Mi spiega, indicandomi con un braccio il ragazzo.
Come posso bere sangue umano?
Scuoto il capo vigorosamente, ma quando punto lo sguardo sul liquido rosso che scorre lungo il braccio del ragazzo, sento il volto deformarsi lievemente sotto gli occhi, e subito mi avvicino allo specchio sul comodino. Le vene sotto gli occhi sono molto in risalto, sporgenti, e riesco ad intravedere il sangue scorrervi dentro. Mi allontano, spaventata dal mio stesso riflesso, e un odore delicato e dolce attira la mia attenzione.
Volto lo sguardo verso il ragazzo, e quasi senza accorgermene, mi ritrovo a camminare verso di lui. Gli arrivo di fronte e titubante gli afferro il braccio, inspirando appieno l'odore del sangue fresco. Avvicino la bocca ad esso e appena la mia lingua sfiora il liquido rosso, sento gli occhi mutare e stringo contro la bocca il braccio insanguinato, bevendo voracemente la sua linfa vitale. Sono costretta a staccarmi solo quando Jessica mi tira indietro, poi morde il suo polso e lo mette alle labbra del ragazzo, facendoglielo bere. Vedo la ferita riemarginarsi velocemente, fino a sparire completamente, lasciando solo il sangue che sta cominciando a incrostarsi.
"Esci da questa casa, Jakie, sciacquati il braccio dal sangue e poi scorda completamente di essere stato qui." La sua voce sembra quasi soave, e il ragazzo si gira di spalle ed esce dalla stanza.
Mi tocco le labbra con le mani tremanti, sentendole sporche di sangue, e con i polpastrelli sento due denti più sporgenti rispetto agli altri.
I canini.
Non posso crederci, cosa ho appena fatto?🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕🐼🍕
Salve a tutte e a tutti! Ecco il quarto capitolo, l'inizio di tutto, possiamo dire. Alessia è diventato un vampiro.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, votate e commentate se volete. Scusate per eventuali errori e... al prossimo capitolo!
Dio Benedica La Pizza!🍕🌹❤
_I_am_a_Pandacorn_
Revisionato 18/09/18
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Vampire.||Niall Horan. [In Revisione]
Fanfiction«Non sempre siamo chi pensiamo di essere. A volte crediamo di essere una cosa, poi scopriamo di esserne un'altra.» Alessia era una ragazza semplice, con una madre, un fratello, due migliore amiche e ottimi voti a scuola. Purtroppo, dopo la perdita d...