WORK |NEYMAR JR|

Capitolo 17

"Rancontami di te"
Spalanco la bocca e lo vedo ridere.
"Neymar dove stai andando a parare?" Dico guardandolo
Esterrefatta.
Fa spallucce e ride.
Io lo guardo nervosa.
"Non ho nulla da dirti, sono qui per lavoro, sono sempre vissuta qui a Parigi" dico scocciata abbadando lo sguardo osservando le mie nuove scarpe.
"La famiglia?" Mi chiede.

Sento una fitta che arriva al cuore.
"Ah la famiglia..." dico ridendo nervosa.
"Giusto la prima domanda" rido ancora.
"La famiglia...La famiglia è la prima cellula essenziale della società umana.
La famiglia è sempre una luce, per quanto fioca, nel buio del mondo.
La famiglia è tutto" inizio a ridere nervosa poi iniziano a scendere lacrime di nostalgia.
"I-io non v-volevo" inizia a parlare Neymar, lo guardo e dalla sua faccia sembra preoccupato.
"Tu non centri niente" dico asciugandomi le lacrime.

"Rebeca..." mi chiama.
"La famiglia è un cazzo di buco nero, io non ce l'ho, e non la voglio avere"
Mento, c'è l'ho ma, preferisco non approfondire per tutte le preoccupazioni che ci ho dato su.
Neymar non parla.
Rimane lì che mi ascolta.
Lo guardo attentamente, appena vedo che il suo sguardo é basso.
"Scusa" sussurro mettendomi fra le sue braccia.

Gli abbracci più belli sono quelli con le braccia attaccate alle spalle, dove l'aria non passa. E la testa che sente ogni cosa dal cuore che batte laggiù.

"Tranquilla" dice stringendomi a se.
"Neymar, la mia famiglia è stata orribile, non mettevano mai me al primo posto perché non davo soddisfazione come, come...Adrien mio fratello.
Lui ormai è diventato avvocato più famoso della città, io invece pensavo solo alla mia passione, allo sport.
Ma mio fratello ha scelto questo lavoro, solo per far favore alla mia famiglia.
Io invece no, ho pensato al mio cuore, passavo le giornate a correre, su tutte le vie basta che
Correvo.
Neymar, quando corro, tutti i pensieri volano via.
Superare gli altri è avere la forza, superare se stessi e...essere forti"

Queste parole dico mentre facevo sciogliere le mie lacrime sul suo petto nudo.
"M-mi dispiace" dico indicando il suo petto bagnato e sporco di mascara.
"Non fa nulla" dice ridendo.
"Continua con la tua via Rebeca, corri più che puoi" sussurra al mio orecchio.
Sorrido e alzo lo sguardo guardandolo negli occhi.
Mi sporgo verso di lui dato la differenza di altezza, è poggio le mie labbra su di lui.
Ci baciamo in modo dolcemente assaporando le nostre labbra.
Mi stacco e sorrido sulle sue labbra.
"Ti prometto Rebeca che tutto questo finirà, risolveremo le cose e staremo insieme, io e te"

Kylian Mbappé pov's
Sorrido pensando alla mia donna.
Vorrei passare davvero tanto tempo con lei.
Mi piace davvero e mi ci trovo bene, e vedo che anche lei pensa lo stesso di me.
Mi guardo attorno e vedo un fermaglio sopra il sedile affianco.
E di Rebeca.
Cavolo.
Dico all'autista di ritornare indietro.
Magari non mando nessun messaggio così gli faccio una sorpresa.
Mi piacerebbe passare di nuovo del tempo con lei, anche se ormai sono le sei di pomeriggio e dovrei andarmi a riposare, domani c'è la partita.

Dopo vari minuti arriviamo sotto casa sua, mi sistemo guardandomi al piccolo specchietto che c'è di fronte e mi aggiusto la camicia.
Esco dalla macchina e vedo il portone semiaperto.
Mi guardo attorno ed entro senza suonare.
Che sarà mai?

Prendo l'ascensore e sospiro.
Ho un po' d'ansia, ancora disturbo qualcosa, con la sua famiglia magari?
Però mi ha detto che vive da sola, quindi non ci saranno problemi.
"Martinez..." dico mentre giro nelle varie porte.
Sorrido appena trovo il suo cognome.

Rebeca pov's
rimango spiazzata da quello che ha appena detto Neymar.
Vuole stare con me?
Vedo il suo sguardo cambiare appena vede la mia faccia.
Sembra divertito.
Sto per replicare ma sentiamo qualcuno che suona.
Nessuno si muove.

"Cara Rebeca, ma questa è casa tua non posso mica andare io" ride Neymar.
"Sh!" Lo zittisco pensando a chi potrebbe essere.

"A proposito chi aspetti?" Mi chiede indicando la porta.
"N-nessuno...credo" dico balbettando preoccupata.
Mi alzo e vado verso la porta.