WORK |NEYMAR JR|

Capitolo 12

"Ney, io amo Kylian" continuo girandomi verso di lui.
Mi guarda e lo vedo prendere le sue e andar via sbattendo la porta.
Sussulto appena sento il rumore.
"Cazzo!" Urlo mettendomi le mani in faccia.
Mi guardo allo specchio, mi tocco il collo osservando la macchia su di essa.
Un succhiotto.
Sbuffo.
Non ho neanche portato i trucchi.
E ora?
Sento bussare e la voce di Kylian mi fa sussultare.

Mi vesto prendendo il cambio, un jeans e un top a maniche lunghe nero, cerco di coprire il collo con i miei folti capelli e fortunatamente ci riesco.
Esco dalla stanza e vedo il ragazzo di fronte aspettarmi ma sorrido appena vedo che possiede una rosa in mano.
"Per te madame" dice sorridendo allungando la sua mano.
Sorrido e la prendo.
"Grazie Kylian" dico avvicinando La Rosa alle mie narici  inspirando profondamente.
I fiori sono sicuramente uno dei beni più preziosi che ci sono stati concessi dalla natura. Quando ammiriamo un prato fiorito o entriamo in una casa piena di vasi, percepiamo un immediato senso di benessere.

Appena nessuno emette fiato si sente aria di disagio, ma finalmente prendo coraggio e inizio a parlare.
"È quasi ora di pranzo che dici di andare insieme?" Dico.
"Oh sì certo" dice.
Si avvicina a me per baciarmi ma faccio cadere La Rosa.
Non riesco a baciarlo, soprattuto dopo quello che ho fatto.
"Oddio!" Dico abbassandomi per prenderla.
Sento Kylian ridere e finalmente lo scampata appena ci avviamo verso la sua macchina.
Vedo il suo bodyguard aspettarci.
"Dove vuoi pranzare?" Mi chiede.
"O beh..." inizio a parlare.
"C'è un piccolo ristorante in questa zona credo che si chiami château" dico cercando di ricordare il nome del ristorante.
"Oh si perfetto..." dopo di che si gira verso l'autista è ci avviamo verso il presunto ristorante.

Kylian si mette affianco a me e io lo inizio a osservare con un po' di nostalgia.
Non riesco a guardarlo come prima, dopo quello che ho fatto.
Sento i suoi occhi su di me e io abbasso lo sguardo.
Non ho più coraggio neanche di guardarlo negli occhi.
"Cos'è che ti turba Rebeca?" Mi chiede attirando la mia attenzione.
"È solo che..." inizio a parlare ma la voce dell'autista mi interrompe avvertendoci che siamo arrivati.
Scendo dalla macchina senza dire neanche una parola.
Mi prende la mano ed entriamo nel ristorante.

"È stato squisito!" Dico ridendo mettendomi una mano sulla pancia.
Vedo Kylian cercare la mia mano sul tavolo e io gliela concedo.
Mi sorride.
"Andiamo?" Dice.
Annuisco e vedo che lascia i soldi sopra il tavolo, lo ringrazio per avermi pagato il pranzo.

"Casa mia" dice all'autista ma allo stesso tempo guarda me.
Sorrido arrossendo e mi giro guardando il finestrino con la mano di Kylian che mi accarezza la coscia.

Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita.
Mi sento uno schifo.
Sento una lacrima calda scendermi e attraversare la guancia fredda.

Appena sento l'auto fermarsi mi asciugo immediatamente la lacrima.
Esco dalla macchina e Kylian mi rivolge un sorriso che io ricambio.
Per me hai e sempre avrai il sapore delle cose irrisolte.

Mi prende la mano ed entriamo in quella maestosa casa.
In un secondo sento le sue labbra sulle mie e mi fa star male pensando che ho baciato un'altro, un'altro che non sia lui.

In un battibaleno ci ritroviamo a fare sesso o l'amore, come lo volete chiamare.
Mentre lui continua con le sue spinte così dolci e delicate il guardo il soffitto, senza emozioni.

Arriviamo al culmine tutte e due e si affianca accanto a me togliendo prima il preservativo.
"Ti vedo turbata" mi chiede la stessa cosa che mi ha chiesto nella macchina.
"Stanchezza..." sussurro.
"Lavoro?" Mi chiede sorridendo.
"Eh già" dico sospirando.
Mi giro dall'altra parte e sento Kylian cingermi il fianco con il suo braccio.

Amo Kylian, amo tutto di lui, la sua dolcezza, la sua gentilezza,la sua delicatezza.
Fanculo Neymar.
Da oggi si cambia prospettiva.