Capitolo 9

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pov Ciro Ricci

Entrai nel bagno e presi il telefono che tenevo nascosto,digitai il numero di mio fratello Pietro e lo chiamai.

«Pietro me aia' procurare na' lama» gli dissi

«E ppe fa' ca' cosa» domandò

«Elizabeth Di Salvo,va tolta dai piedi,mi ha provato ad accirere poco fa»

«Uccidere Elizabeth Di Salvo vorrebbe ricere mettere benzina ncopp'o' fuoco,è comunque na' Di Salvo»

«Io dei Di Salvo me ne fotto,gli piscio in faccia aie capito?» gli risposi a tono alto

«Nun putimme fa' passi falsi»

«Allora me a' dai o no sta lama» gli chiesi nuovamente

«Te a' do,spaventala e basta,sempre si ci riesci»

«Portamela oggi,abbiamo e' colloqui»

Dissi,attaccò e io riposai il telefono al solito posto uscendo dal bagno.

«Stavi ascoltando Eduà?» gli chiesi beccandolo fuori dalla porta,scosse la testa e si mise nel suo letto e io feci lo stesso nel mio.

Mi misi le cuffie e iniziai a riflettere,aspettai tutto il giorno i colloqui e finalmente Lino mi chiamò.

«Ciro i colloqui,c'è o' fratello toje» mi disse.

Entrai nella stanza dei colloqui e mi avvicinai al tavolo dove era mio fratello.Feci cenno con la testa a Lino di andarsene e iniziai a parlare.

«Quella stronza e' Elizabeth me ha provato ad uccidere»

«E a chistu ci pensiamo io e papà fuori,parleremo cu Donna Wanda rimman»

Ci fu silenzio per un attimo,mi avvicinai guardandomi intorno e iniziai a parlare.

«Hai chello ca' te teng chiesto?» gli chiesi,mi passò da sotto il tavolo una lama e la presi.

«Se a' uccidi metti int'e' casini papà ricordatelo» mi disse serio prima di andarsene via.

Sapevo cosa fare,mi serviva solamente il momento giusto,e non ci dovevano essere guardie,per quello però non era un problema.

Entrai in cella e nascosi il coltellino sotto al letto,ne avevo già un paio che però mi erano stati trovati alle perquisizioni in stanza.

«Che bbuo' fa Cirù?»mi chiese Edoardo alzandosi dal letto, «Dare na' punizione a Di Salvo» gli risposi.

pov Elizabeth Di Salvo

Arrivai in cella dopo essere stata in cortile,andai da Viola chiedendole la lettera con calma.

Non me la diede e aspettai la sera per fare quello che andava fatto.

Aspettai la sera tardi,erano all'incirca l'una di notte e Nunzia non aveva chiuso le celle,mi alzai e presi un accendino.

Arrivai lentamente in stanza di Viola e chiusi la cella con tutte e due le porte,anche se non a chiave.

Le tappai la bocca e il naso con la mano e la buttai giù dal letto facendole male.La buttai al muro e presi un accendino che avevo rubato a Lino.

Glielo misi davanti agli occhi e,dato che era in pantaloncini corti gli puntai il fuoco nelle cosce.

Iniziò a muoversi,non poteva urlare dato che aveva la mia mano che le bloccava l'urlo, anche se conoscendola, in questo momento starà provando piacere.

«Dammi a' cazzo e' lettera o giuro ca' te brucio viva» sussurrai,fece cenno per alzarsi e sempre tappandole la bocca la feci alzare.

Voleva farmi perdere tempo e lo capii subito,la buttai con forza a terra e con una mano la presi per il collo e con quell'altra le puntai il fuoco nel collo.

Him & I ||Edoardo Conte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora