Capitolo 27

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La mattina dopo mi svegliai con l'ansia addosso,non riuscivo a tranquillizzarmi in nessun modo.

Aprii l'armadietto e presi dei vestiti eleganti,un pantalone a zampa nero e una t-shirt bianca.

«Speriamo in bene» mi sorrise Silvia e io annuii in pre dall'ansia.

«Vedrai che andrà tutto bene» mi disse Naditza.

Andai in bagno e mi lavai i denti.

«Elizabeth andiamo» venne Liz a chiamarmi e me ne andai dalla cella facendo un sospiro grande.

Arrivammo in cortile pronte con la macchina della polizia ad andare in tribunale,vidi Edoardo correre verso di noi e mi fermai.

«Piccré dove vai?» mi chiese mettendomi una mano sul lato del collo.

«In tribunale» affermai schietta.

«A fare che cosa» fece una faccia stranita.

«Elizabeth andiamo» la guardia mi prese per il braccio e entrai nella macchina guardando il moro.

Arrivai davanti al tribunale di Napoli e c'era la mia migliore amica con sua madre e trovai anche mia zia che stava aspettando me.

Appena scesi di macchina mia zia mi venne ad abbracciare e fece lo stesso la mia migliore amica.

«Ciao Elisa» sorrisi alla mamma di Livia e lei ricambiò il sorriso e il saluto.

Non credo che le vada tanto a genio che sua figlia sia la migliore amica di una ragazza con la famiglia mafiosa,ma lo sa nascondere bene.

Entrammo in tribunale e vidi quei tre mostri seduti da una parte,mi venne in mente subito il mio processo.

Stesso tribunale,stesso avvocato e giudice simile.

Mi sedetti affianco al mio avvocato e il giudice iniziò a parlare.

«Le accuse contro gli imputati sono di violenza sessuale.» partì a parlare il mio avvocato che spiegò la vicenda e prese le nostre parti come giusto che sia.

Intervenne un avvocato di uno di quei tre che smentì tutto.

«Giudice,non ci sono prove concrete delle azioni fatte da questi ragazzi e inoltre lo stupro dovrebbe essere avvenuto il ventinove maggio alle quattro e zero cinque del mattino ma tutti e tre hanno un alibi,
quella notte erano tutti a casa loro che dormivano»

Spalancai gli occhi e guardai la ragazza un po' distante da me che nel mentre aveva le mani nella faccia.

«Inoltre la ragazza a cui sarebbe stato fatto l'atto di violenza sessuale ha denunciato questi ragazzi un mese dopo,cosa alquanto sospetta»

«Non so come mai queste due ragazze abbiamo denunciato il mio cliente e i suoi amici.Ma avendo l'alibi non sono loro i colpevoli»

Mi alzai dalla sedia e iniziai a parlare stupendo tutti.

«Per colpa di quei "ragazzi" ho passato notti insonnie,ho avuto problemi a mangiare e a uscire di casa per qualche giorno...per non parlare del trauma che hanno causato alla mia migliore amica,non mi aspetto che lei capisca cosa voglia dire essere stuprati e che non provi neanche a capire che per denunciare ci vuole forza e coraggio cosa che nelle prime settimane nessuno lo ha.Questi mostri hanno creato dei traumi in noi due che ci porteremo dietro per tutta la vita.La mia cazzo di migliore amica è stata stuprata e invece di metterli dentro e buttare la chiave lei sta qui a difenderli...persone così non dovrebbero neanche avere il diritto di avere un avvocato perché è questo che accade,e io sono sicura che ora per quella cazzata dell'alibi non li metteranno dentro e questi mostri continueranno a fare queste cose da uomini di merda alle ragazze,
forse alle bambine,e quando tutto ciò sarà stato rifatto avranno creato un altro trauma ad una ragazza se non una bambina.»

Him & I ||Edoardo Conte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora