Capitolo 11

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pov Elizabeth Di Salvo

Passò una settimana da quella sera e finalmente venni dimessa dall'ospedale.

Non ce la facevo più a stare da sola.

«Guardate un po' chi avete qua» disse Nunzia entrando nella cella delle mie amiche.

Ero nascosta dietro di lei e appena entrata in cella mi spostai per farmi vedere dalle ragazze.

Mi vennero incontro abbracciandomi, »Fate piano ragazze» sorrise la guardia.

«Ci sei mancata assai Elì» affermò Naditza.

Il pomeriggio andammo in cortile lì fu la prima volta che vidi Ciro e gli altri dopo quello che era successo.

«Elì» mio cugino Carmine mi venne ad abbracciare.

«Come stai?»

«Si meglio grazie Ca» dissi per poi entrare nel campo da pallavolo.

Non potevo giocare a pallavolo quindi mi limitai a guardare,vidi entrare dalla porta principale una ragazza,la riconobbi subito.

Era la mia migliore amica Livia.Mi era finalmente venuta a trovare.

Flashback,due mesi prima

Adoro il sabato,amo uscire e andare in discoteca con la mia migliore amica Livia.

Io e lei siamo amiche dalle medie,all'inizio non andavamo d'accordo,lei mi stava alla larga perché non voleva avere problemi con la mia famiglia.

Ma un giorno ci hanno messo insieme per un progetto è da lì ci siamo iniziate a conoscere.

«Mi sta bene questo?» le chiesi indossando un vestito nero con i brillantini «Wa da paura» mi rispose.

Uscimmo di camera mia e c'erano Ezio e mia zia che stavano discutendo di una cosa.

«Lo ucciderò hai capito?» disse mio cugino mettendo le mani sul tavolo,si zittì appena ci vide.

«Dove vai?» mi chiese Wanda aspirando la sigaretta appena accesa.

«In discoteca con Livia» dissi prendendo le chiavi di casa «Torna massimo alle sei.»

Ci aspettavano giù dei nostri amici che erano in motorino,salii nel mio motorino e Livia venne dietro.

Arrivammo in discoteca e ci perdemmo tutti di vista tranne io e la mia migliore amica,che ci tenevamo per mano.

Livia si scontrò contro una ragazza,e per sbaglio le buttò il drink che stava bevendo addosso

«Ma che cazzo di problemi hai» la spinse e le tirò uno schiaffo,guardai Livia e lei fece lo stesso,le tirai un pugno

«Siete delle troie» disse riferendosi a me e a Livia,la persi di vista a causa delle persona.

Uscimmo dalla discoteca prendendo delle bottiglie di birra in vetro.

Entrambe ci mettendo a sedere nelle scale fuori dall'edificio.

«Cosa stiamo facendo?» mi domandò.

«Stiamo aspettando la ragazza di prima» le risposi.

Vidi uscire la ragazza che ci aveva offeso,era
insieme ad altre sue amiche ma non mi fregava.

Mi alzai e mi dirisi verso di lei che aveva ancora il vestito macchiato,Livia mi seguì.

«Scusa puoi ripetere quello che hai detto prima?» le chiesi avvicinandomi facendo avvicinare anche le sue amiche.

La ragazza ripeté e le tirai nuovamente un pugno.

Me lo ritirò anche lei e la guardai leccandomi il labbro,la mia migliore amica aveva il tira pugni in ferro e diede un pugno ad una sua amica.

Presi la bottiglia di vetro che avevo in mano e gliela spaccai in testa,la ragazza cadde e la bottiglia si frantumò in mille pezzetti.

Le sue amiche si dirisero verso la ragazza stesa a terra,presi per il braccio della mia amica e salii in motorino.

«Ma che cazzo hai fatto Elizabeth» urlò

«Tappa la targa con le mani» misi in moto il motorino e così fece.Glielo dissi in modo tale da non essere rintracciabili.

«Facciamo un giro in spiaggia?» le dissi e lei accettò.

Arrivammo nella spiaggia,ci andavo sempre con mio papà e ogni volta che venivo qua avevo delle emozioni forti.

Mi misi a sedere e lei fece lo stesso,era buio ma bastava il rumore del mare per trasmettere tranquillità.

«Facciamo il bagno dai» mi avviai verso il mare

«Ma sei pazza?» rispose ridendo.

Mi tolsi il vestito e rimasi in biancheria intima,le porsi la mano e la afferrò tirandosi su da terra.

Mi buttai in acqua,faceva caldo dato che era giugno e mi rinfrescai un poco.

«E ja vieni,è calda»

«No dai resto qua» si mise a ridere.

Mi avviai alla riva e la schizzai,sentii offendermi e mi misi a ridere e lei fece lo stesso.

Le risate cessarono quando Livia vide dei ragazzi avvicinarsi a noi,non avevano un aspetto di persone che venivano in pace.

«Delle belle ragazze come voi non dovrebbero essere sole a quest'ora della notte» disse uno

«Qualcuno potrebbe farvi del male» aggiunse un'altro.

Uscii dall'acqua e cercai di riprendere il vestito,ma venni bloccata da uno dei quattro ragazzi.

«Lasciami» mi agitai un po' cercando di liberarmi.

Vidi due ragazzi avvicinarsi a me e tirai un calcio nelle palle ad uno facendolo chinare.

Non avevo portato nemmeno la pistola e non sapevo come difendermi.

Andarono verso di Livia e le fecero violenza costringendomi a guardare la scena.

Cercai di fare di tutto per liberarmi ma erano in due a tenermi e non trovai modo di farlo.

Dopo un po' finalmente se ne andarono.Mi avviai di corsa verso di Livia che aveva le lacrime.

La abbracciai e scoppiammo a piangere entrambe.

fine flashback

«Di Salvo i colloqui» mi disse Nunzia e felice corsi verso la sala dei colloqui

«Bambolina fai piano» mi venne appresso.

Entrai nella stanza e corsi ad abbracciare Livia,fece lo stesso e mi diede un bacio sulla guancia.

«Come stai?Ti vedo benissimo» mi disse con il sorriso stampato in faccia. «Sto bene sto bene»

«Ti sei fatta delle amiche?» mi chiese e io annuii

«Guarda che sono gelosa» scherzò,improvvisamente diventò seria e il sorriso scomparve

«La denuncia è stata finalmente ascoltata,fra poco c'è il processo e dobbiamo entrambe testimoniare»

annuii «Va bene,dai non ci pensare» le dissi accarezzandole il viso.

Entrò nella stanza Edoardo,lo guardai e lui pure.

«Ti sei innamorata Elì?» scherzò.

«Macché» ritornai a guardarla negli occhi.

«E tu come stai?» le domandai

«Dipende dai giorni,il sabato non andiamo più in discoteca,andiamo solamente al giro e mi manca avere una femmina nel gruppo» affermò.

«Spero di avere il permesso il prima possibile,ti porto nella discoteca più bella di Napoli»

«Sono onorata» ironizzò,il tempo era finito e dopo aver dato un ultimo abbraccio a Livia me ne andai.

Him & I ||Edoardo Conte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora