(Bugiardo) Di volta in volta
Padre ti prego perdonami
Sai che non mi lascerai mai
Per favore, mi indirizzerai nel modo giusto?
Bugiardo, bugiardo, bugiardo, bugiardo
Bugiardo
Guarda cosa mi hanno fatto
Tutti i giorni, tutte le notti, sempre (Bugiardo)Liar - Queen
27 marzo 2012
«Tutto bene?» Christian spuntò alle mie spalle, facendomi sobbalzare. Mi osservava con occhi preoccupati.
Ero andata a prendere un bicchiere d'acqua nella piccola cucina in fondo al garage, la nostra magnifica base operativa. Gli altri non erano ancora arrivati, solo i gemelli erano lì con noi, ma erano troppo intenti a lavorare sui loro PC per prestarci attenzione.
«Sì» risposi distogliendo lo sguardo da quel verde smeraldo che sapeva leggermi dentro. «Perché?» Cercavo di far finta che tutto procedesse come sempre, ma mi sentivo a disagio.
«Sembri strana in questi giorni.» Lui prese un bicchiere di plastica e iniziò a passarlo da una mano all'altra, come se non sapesse bene cosa dire.
«No, è tutto a posto.» Mi sforzai di incurvare la bocca verso l'alto. In realtà qualcosa che non andava c'era eccome: non facevo che pensare al mio incontro con Adriano. La voglia di rivederlo cresceva con il passare delle ore e questo mi faceva sentire confusa, quasi mi girava la testa.
«Sicura?» insistette Christian, cercando di scrutare il mio viso.
«Sì, Cri, sono solo un po' in pensiero per gli esami. Con tutto quello che abbiamo da fare è complicato studiare.» Assunsi un tono un po' indispettito da tutte quelle domande.
Non avevo confidato a nessuno il mio incontro, neanche a Luna, figurarsi fare una simile confessione a Christian. Non stavamo insieme. La mia paura delle relazioni, dovuta al fatto di voler evitare quanto più possibile la sofferenza, aveva colpito anche il nostro rapporto. Vivevo delle esperienze altrui e i continui litigi tra Luna e Alex, insieme alle relazioni avute negli anni da mia sorella Emily, mi spingevano ad auto-sabotare sul nascere ogni possibile storia. Ma tra me e Christian c'era sempre stata una certa intesa, quel qualcosa che non si riesce bene a spiegare a parole ma che è evidente agli occhi di tutti. Non riuscivamo a fare a meno di provare un po' di gelosia quando qualcuno ronzava intorno all'altro.
Lui si avvicinò e mi accarezzò la guancia, e la sentii diventare sempre più calda. «Sei brava, non hai nulla di cui preoccuparti.»
Mi limitai ad accennare un sorriso, abbassando ancora lo sguardo: mi sentivo terribilmente in colpa per quello che stavo facendo. Anche solo il desiderio di incontrare di nuovo Adriano costituiva già un tradimento della loro fiducia.
«È da un po' che non facciamo qualcosa insieme, noi due da soli...» Non smise di accarezzarmi e quando tornai a guardarlo negli occhi vidi un pizzico di malizia. Mi morsi istintivamente il labbro inferiore.
Quelle parole di certo non mi aiutavano. Un tempo ero sicura di amarlo, anche se non avevamo mai definito il nostro rapporto. Ora non lo sapevo più. Era come se qualcosa dentro di me mi bloccasse, non mi facesse fare il passo avanti.
Da quando avevo parlato con Adriano non facevo che pensare alla sua voce, a quello che avevo provato trovandomi così vicina a lui. Mi sentivo scombussolata.
«Lo so» dissi soltanto.
«Non mi arrendo, mi conosci. Mi devi almeno una corsa in moto insieme!» La sua mano passò al mio braccio e un brivido mi attraversò la schiena.
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SYS - La società degli splendenti
RomanceCosa accadrebbe se una ragazza, decisa ad estirpare la mafia dalla sua città, fosse attratta irrimediabilmente dal figlio di un capo mafia? Palermo, 2011. Un gruppo di amici, in un caldo pomeriggio estivo, trova un vecchio e polveroso libro: rinasce...