Capitolo Ventiquattro - Verità

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Ma dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline, Coraline, dimmi le tue verità
Coraline Coraline

Coraline - Måneskin


15 giugno 2012

Senza muovermi dalla moto mi liberai dal casco. Il profumo

dei fiori pervase le mie narici e cercai di tenere a bada i capelli che la brezza mi portò sul viso.

Continuavo a guardarmi intorno senza capire perché mi trovassi lì, in una grande distesa pianeggiante di campagna.

Era un luogo totalmente immerso nella natura. Un capannone a pochi metri da noi era l’unico segno che l’essere umano era stato lì.

«Adesso potete dirmi cosa succede e smetterla con questi misteri?» chiesi voltandomi a guardare Stephan e Luna che intanto erano scesi dalle loro moto.

«Lo vedrai.» Il tono di Stephan era cupo, non lo avevo mai visto così teso.

Luna, che solitamente sapeva tranquillizzarmi, non aveva proferito parola ed evitava anche di incrociare i miei occhi.

Da quando un’ora prima mi avevano detto di seguirli in quel posto, sentivo un peso alla bocca dello stomaco.

Cominciarono a camminare verso il grande capannone senza aspettarmi.

Sbuffai e li seguii. Tentai di asciugare sui jeans le mani che continuavano a sudare.

Si fermarono proprio davanti alla porta.

«Aprila tu.» Stephan la indicò con un lieve cenno del capo.

«Ma cos…» tentai di parlare, ma lui non mi lasciò finire la frase.

«Aprila e basta, Lara. Per favore.»

«No!» esclamai stizzita «Non ho intenzione di fare niente, se prima non mi dite cosa sta succedendo!» Incrociai le braccia al petto.

Luna e Stephan si guardarono, parlandosi con lo sguardo e soppesando, forse, se arrendersi o meno.

Stephan le fece un piccolo cenno di assenso con il capo e lei si voltò verso di me: «Ricordi quando hai lasciato la giacca di pelle alla base?» Luna parlò per la prima volta da quando ci eravamo messi in viaggio, la sua voce aveva un debole tremolio.

Aggrottai la fronte, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare. «E quindi?»

Sembrò rifletterci un attimo prima di continuare. «Quando l’ho presa per riportartela a casa, è caduta questa.» Si avvicinò di un passo e mi porse un piccolo oggetto nero.

Guardai la sua mano e poi lei, per tornare ancora alla sua mano.

«Che cosa è?» In realtà avevo intuito cosa fosse.

La mia mente stava iniziando a fare associazioni di idee che non mi piacevano affatto. Il cuore iniziò a colpire sempre più forte le costole, come se volesse fuggire via. Potevo sentirlo nelle orecchie, quel battito che mi implorava di scappare prima che fosse troppo tardi. Non volevo comprendere ciò che avevo davanti.

«È una microspia, ne avevi una anche sulla tua moto e i gemelli hanno trovato persino un geo-localizzatore» Stephan rispose alla mia domanda e Luna mi si avvicinò di più, accarezzandomi il braccio.

«Chi le ha messe? Di chi è questo posto?» Mi girai indicando con la mano il grande capanno.

«Lara, io credo che tu lo sappia» continuò il mio migliore amico. «Facciamo ricerche da settimane, volevamo esserne sicuri prima di dirtelo.»

SYS - La società degli splendenti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora