Sono scorretto, meschino e molto pericoloso
Sono un uomo ricercato
Nemico pubblico numero uno
Capito?
Quindi chiudi a chiave tua figlia
Chiudi a chiave tua moglie
Chiudi a chiave la porta sul retro
Corri a salvarti
L’uomo è tornato in città
Non scherzare con meT.N.T - ACDC
Un fiume di ricordi mi attraversò mentre lasciavo alle mie spalle le strade affollate del centro storico e mi insinuavo tra i vicoli della periferia, ripercorrendo ancora una volta quel tragitto.
Quando scorsi in lontananza la piccola via che portava alla palazzina, decelerai.
Stava per succedere ancora?
No. Non di nuovo.
Questa volta non avrei permesso ai miei sentimenti e alla debolezza di prendere il sopravvento.
Non avevamo lasciato nulla al caso.
Ma ne ero veramente convinta?
Quando si trattava di Adriano, tutto era imprevedibile.
Scossi la testa. Non potevo farmi prendere dalle incertezze, non in quel momento. Dovevo rimanere concentrata.
Mi fermai a pochi metri, il vicolo era stretto, a malapena ci entrava la moto. Cinque uomini erano stanziati all’entrata. Mi fissavano, immobili come montagne.
Non tolsi subito il casco, studiandoli prima con attenzione, uno per uno. Notai subito che erano armati, l’impugnatura delle pistole sporgeva dalla cinta dei loro pantaloni. Non li avevo mai visti prima, ma non lasciavano molto spazio all’immaginazione: erano lì come guardie.
Sentivo la fronte umida. Cercando di non far trasparire il tremolio alle mani, sfilai il casco e liberai la mia stretta treccia.
Li squadrai con sdegno, ma loro continuavano a non muoversi.
I miei sensi in allerta percepirono un rumore poco lontano. Girai lentamente la testa verso il vicolo e una smorfia di sdegno comparve sul mio viso.
Francesco avanzava con andatura decisa, Salvo gli stava dietro di qualche passo.
«Ragazzi, non date il benvenuto alla nostra ospite d’onore?» esordì con scherno.
Li fissai, sperando di poterli incenerire.
Il ghigno sul viso di Francesco si allargò, quando puntò il suo sguardo su di me. «Scusali» mi disse con sarcasmo spostando per un attimo l’attenzione sugli uomini di guardia. «Sono soldati ben addestrati, ma non conoscono le buone maniere.»
«Facciamola finita!» sbottai irritata.
La moto, calda sotto di me, aveva il motore acceso. Avevo voglia di scattare in avanti e scagliarmi su tutti loro.
«Tesoro, dipendesse da me saresti già morta da tempo.» Si avvicinò di un passo, la mascella contratta. «Ma mio fratello non è clemente come me, a lui piace giocare con la preda, prima di farla fuori.» Mi squadrò dalla testa ai piedi.
Quelle parole, quello sguardo maligno, mi provocarono un brivido lungo la schiena.
Ero lì perché Adriano doveva divertirsi e poi…
Uccidermi.
Allora perché non provavo solo terrore e rabbia?
Perché queste emozioni erano accompagnate da quella speranza che mi stava divorando l’anima?
Cosa mi aspettavo? Che si giustificasse? Che ci fosse una possibilità di redenzione?
Non c’era. Dovevo smetterla di fare la stupida e pensare a cosa c’era in ballo.
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SYS - La società degli splendenti
RomanceCosa accadrebbe se una ragazza, decisa ad estirpare la mafia dalla sua città, fosse attratta irrimediabilmente dal figlio di un capo mafia? Palermo, 2011. Un gruppo di amici, in un caldo pomeriggio estivo, trova un vecchio e polveroso libro: rinasce...