-Capitolo 8-

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Pagine macchiate

La guardai, era rigida e stringeva forte il lenzuolo, la mettevo davvero così a disagio? Non pensavo.

Mhm.

Sospirai e le diedi le spalle, poi chiusi gli occhi pronto per iniziare a risposare, almeno un'altra mezz'ora volevo dormire.

Mi svegliai, il sole stava per sorgere. T/N dormiva ancora, e visto che il letto era più comodo, avevo dormito anche io più del solito.

Lei pensa che la odio. Però è comprensibile, non mi sono comportato affatto bene la prima volta che ci siamo visti. E la seconda. E tutte le altre volte.

Ma stavo iniziando a vedere quello che Isabel e Furlan avevano visto in lei.

Pensavo fosse una ragazza con un complesso di superiorità, troppo sicura di sé, antipatica e fastidiosa, ma non lo è.

È come me, si incolpa per tutto.

<<T/N>> sussurrai per vedere se era sveglia.

Lei si girò, ma stava ancora dormendo, per questo sospirai.

Mi veniva quasi da sorridere vedendo le sue condizioni, aveva i capelli spettinati e la bocca aperta.

Mi alzai, e andai verso la finestra, il Sole stava sorgendo, sostituendo così la Luna.

A me era sempre piaciuta di più la Luna, perché sembrava diversa ogni giorno, era imprevedibile per me. Invece il Sole non si poteva neanche guardare, era inavvicinabile.

T/N è come la Luna, non riesco a capirla e ogni giorno, ogni pomeriggio e ogni sera è come se scoprissi una nuova sua facciata.

Mi assicurai che stesse ancora dormendo, e poi mi tolsi la maglia e i pantaloni, restando con solo i boxer.

Poi mi misi la solita uniforme, e mi sedetti sulla sedia.

Osservai la copertina del libro che avremmo dovuto leggere io e T/N.

Notai solo dopo che all'interno del libro, nell'ultima pagina, c'era il fiore appassito del mazzo che le avevo regalato.

Lo aveva davvero conservato? Ma quando? Gliel'ho fatto notare solo ieri. Magari si è alzata durante la notte.

Richiusi il libro, poi mi sedetti ancora sul letto.

Con le dita spostai una ciocca di capelli che era davanti ai suoi occhi, e la guardai ancora. Non si poteva negare, era bella.

Almeno per me lo era. E non poco.

Anche se odiavo ammetterlo, mi stava anche simpatica. Era una buona compagnia insomma.

Le accarezzai dolcemente la guancia, con sguardo malinconico. Avevo tanta paura.

Avevo paura di affezionarmi sul serio, tutte le persone che amavo morivano. E non volevo morisse anche T/N.

Ritrassi la mano e sospirai ancora.

T/N era diversa da tutto quello che avessi mai conosciuto. Non era una criminale. Non era cresciuta tra la fame e la povertà. Aiutava senza volere niente in cambio.

T/N era... Sorprendente.

Mi alzai, ma lei iniziò a parlare.

<<Mhm... Dove vai?>> chiese, anche se era mezza addormentata.

<<A fare un giro>> risposi.

<<No dai, non voglio quegli stivali>> continuò.

Che stupida.

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