-Capitolo 38-

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Non posso. Neanche per te

Il mattino dopo mi alzai, Hanji stava ancora dormendo. Sembrava che anche Levi stesse riposando, ma non ero sicura.

Mi avvicinai piano, fuori era ancora buio, ma a breve sarebbe arrivata l'alba.

<<T/N?>> chiese il corvino aprendo gli occhi. Anche se riuscivo a vederne solo uno.

<<Certo>> risposi abbracciandolo e lui a fatica mi mise una mano sul fianco per ricambiare.

<<Non ti faccio schifo?>> chiese tenendo gli occhi fissi al cielo.

<<Mi sa che l'esplosione ti ha mandato in pappa il cervello>> dissi sorridendo anche se lo vidi sospirare.

<<E sentiamo perché dovresti farmi schifo?>> domandai.

<<Guardami in faccia. E guarda la mia mano>> disse sospirando.

<<Levi... Ma io ti amo per altro. Ti amo perché mi fai stare bene, perché quando ti guardo mi sento al sicuro; perché sei tu. Non per il tuo aspetto>> dissi accarezzandogli la guancia.

<<Lo so, ma quando mi guardi non sei disgustata?>> domandò.

<<Sei uno stupido. Ti sembro disgustata?>> chiesi spostandogli una ciocca di capelli dall'occhio.

<<No, però->> iniziò.

Gli diedi un bacio a stampo. Attraverso le bende perché non poteva togliersela ma non mi interessava.

<<Sei sempre stupendo per me. Con o senza cicatrici Levi. Non hai niente di cui essere insicuro>> dissi sorridendo.

<<Ti bacerò tutto il giorno quando potrò togliere le bende permanentemente. Ora le posso togliere solo per mangiare>> disse.

<<Se le apri per un secondo non morirà nessuno>> sussurrai.

Lo vidi accennare un sorriso anche se era difficile da capire, e poi fece spazio tra le bende in modo da lasciare scoperte le labbra.

Mi baciò a fatica, e ricambiai.

Ci guardammo sorridendo, e poi lo abbracciai.

<<Il mio Levi>> sussurrai sorridendo.

<<Solo tuo>> rispose dandomi un bacio sul collo.

Gli sistemai le bende e poi iniziai a preparare qualcosa di semplice per colazione. Hanji si svegliò mezz'ora dopo.

<<Io vedo se trovo qualcosa da raccogliere per il pranzo> affermò la ragazza andandosene.

Io intanto davo una sistemata al carretto su cui avremmo trasportato Levi una volta aver ripreso un attimo le forze.

<<Mi dispiace averti fatta preoccupare>> disse.

<<Ieri te ne ho fatto una colpa ma in realtà dovrei chiederti io scusa. Ti ho lasciato lì da solo>> risposi.

<<Non potevi saperlo. Io invece sono stato poco attento credendo che Zeke non si sarebbe spinto a tanto. Ma dovevo immaginarlo, tanto si poteva rigenerare>> disse stringendo piano il pugno.

<<Non sei il primo che lo dice? Non bisogna avere rimpianti>> affermai sedendomi vicino a lui.

<<Lo so ma è difficile non averne. Ho rischiato di mandare a monte i nostri piani. Il nostro futuro>> sussurrò con le lacrime agli occhi.

<<Ma non è successo. Ora stai bene, è questo l'importante>> risposi. Levi probabilmente pensava di essere un peso date le sue condizioni.

Mi sdraiai vicino a lui. Odiavo vederlo così. Perché le cose non potevano finire e basta? Mi piacerebbe chiudere gli occhi e dormire fino alla fine della guerra.

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