-Capitolo 27-

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La mia Luna

Tornammo al quartier generale, e ci sedemmo sul letto. Guardavamo i fiori, i "non ti scordar di me", gli ultimi che ci aveva regalato.

Levi mi accarezzava i capelli mentre singhiozzavo piano sul suo petto. Anche lui era triste ma non lo dava a vedere come me.

<<So che adesso probabilmente è più felice, però avrei voluto ringraziarla di più. Mi ricordo ancora i primi fiori che ho preso da lei>> dissi.

<<E sarà un ricordo che conserverai per sempre. Purtroppo quando muore qualcuno non puoi farci niente, devi decidere se starci male per sempre o fartene una ragione>> rispose.

<<Sono triste anche io, ma non azzardarti a darti la colpa per non aver passato più tempo con lei>> disse accarezzandomi la guancia.

Annuii e lo strinsi forte, mentre lui ricambiava.

Menomale che c'è Levi.

Passò qualche giorno, non succedeva niente di particolare. Avevamo portato dei "non ti scordar di me" sulla tomba della signora, e poi eravamo tornati alla casa che avevamo visto il giorno prima.

<<Già mi immagino come potrebbe essere l'interno>> dissi avvicinandomi, mettendo i piedi sull'erba che stava iniziando a crescere.

Come faceva una casa così bella a non essere abitata?

<<Un bel letto matrimoniale enorme al piano di sopra. Ovviamente dove c'è una finestra grande>> disse iniziando a fantasticare.

<<Il salotto deve essere la stanza più grande,  con una libreria>> dissi mettendogli le mani sulle guance.

<<E il divano grande e morbido>> disse mettendomi le mani sui fianchi.

Lo baciai e ci buttammo entrambi sull'erba che tanto era morbida, a pancia in su.

<<La notte saremo qui. E guarderemo le stelle e la Luna>> dissi puntando la mano al cielo e lui mi prese per mano.

<<Ovvio>> rispose mettendosi sopra di me dandomi un bacio a stampo.

Gli misi le mani tra i capelli corvini e ricambiai il bacio.

<<E ci baceremo così>> disse e sorrisi dandogli un altro bacio veloce.

Ci continuammo a baciare finché non approfondii il bacio, cosa che a lui fece piacere.

Ci staccammo e gli spostai i capelli corvini dal viso, poi lui mi diede un bacio sulla fronte.

<<Forse dovremmo andare>> proposi.

<<Va bene>> rispose togliendosi da sopra di me, e tornammo al quartier generale, dove passammo il pomeriggio con Hanji ed Erwin.

Andammo in camera da letto la sera, dove lui si iniziò a sbottonare la camicia, mentre io ero seduta sul letto e lo guardavo con le guance rosse

<<Se devi fissarmi così devi essere più discreta>> affermò e sobbalzai.

<<Da che pulpito... Quando mi cambio mi fissi ogni volta>> risposi incrociando le braccia e lui sbuffò.

<<Forse hai ragione>> disse piegando la camicia, e mi alzai abbracciandolo da dietro.

<<Ti amo>> sussurrai dandogli un bacio sulla nuca.

Lui si girò e mi mise le mani sui fianchi per poi darmi un bacio a stampo, e mi slacciò il reggiseno una volta tolta la maglia.

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