-Capitolo 33-

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Marley

Il tempo continuava a passare, e passare. Eren si chiudeva in se stesso ogni giorno sempre di più, e noi non sapevamo cosa fare.

Però eravamo andati a Marley dopo tutto quel tempo. Volevamo sapere cosa ci aspettava, ed era stranamente bella Marley.

Ci saremmo restati due o tre settimane.

Aveva edifici alti, moderni. Non avevano crepe, erano ben costruite e di colori tenui. C'erano statue, e bancarelle davvero diverse da quelle di Paradis.

Nei mesi che erano passati avevamo già incontrato Marleyani, come Onyankopon, il quale era la nostra guida.

Ci eravamo tutti vestiti elegante, e dopo aver fatto un giro avevamo visto qualcosa.

<<Che cos'è?!>> esclamò Sasha indicando quello che sembrava cibo.

<<Proviamolo!>> urlò Connie e tutti tranne Levi andammo a vedere cos'era.

L'uomo che vendeva quella cosa strana ci diede un cibo freddo, bianco e dolce. Si scioglieva in bocca.

Sulla bancarella c'era scritto:

gelato

<<Levi provalo! È buonissimo!>> esclamai avvicinandomi al corvino con il cono in mano.

<<Ah no, mangialo tu>> rispose facendo spallucce, anche se continuai a insistere. Era troppo buono per non assaggiarlo.

Finché non vidi qualcuno avvicinarsi a Levi, era un uomo alto con la faccia dipinta di bianco, un naso rosso ed era vestito in modo buffo.

<<Hey bambino, la vuoi una caramella?>> chiese la figura inquietante alle spalle di Levi e vidi il corvino irrigidirsi.

Mi trattenni dal ridere data la scena, aveva davvero scambiato Levi per un bambino.

<<Sto parlando a te>> continuò e Levi in quel momento si girò.

<<Oh ma sei tutto elegante! Fai parte di una baby gang?>> chiese lui e Levi si allontanò seccato.

<<Affonda i tuoi dispiaceri sul gelato>> dissi e lui prese il cono leccando lievemente la sostanza fredda.

Sussultò e sorrisi alla sua reazione, sembrava che gli piacesse davvero molto.

<<Finiscilo se vuoi>> dissi, tanto ne avevo già mangiato metà.

<<Davvero?>> chiese e sorrisi per la seconda volta.

<<Mhm hm>> risposi e lui fece spallucce per poi mangiare il gelato. Le dita della sua mano libera erano intrecciate alle mie.

Quasi quasi sarebbe bello vivere a Marley, se solo loro non ci considerassero figli del diavolo. Chissà da dove è iniziato tutto.

Continuammo a vedere la città, non potevamo fare a meno di stupirci ogni volta che vedevamo una "macchina", oppure un cibo nuovo.

<<Levi guarda!>> esclamai indicando il vestito in vetrina di un negozio.

<<Lo vuoi?>> chiese tirando fuori il portafoglio.

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