Capitolo Cinque

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"È etero, Laura!" esclamò Valeria, lasciandosi cadere sul divano.
Nell'ultima mezz'ora, la ragazza aveva aggiornato la sua migliore amica su gli ultimi avvenimenti di quella vacanza, e questo comprendeva anche il falò della sera prima, dove aveva visto Ornella baciare Marco.
"Non è detto..."
"Ma ha baciato quel deficiente."
"Magari è bisessuale."
"Bisessuale o no, quando quel deficiente mi ha trattato male lei non ha battuto ciglio e inoltre si è allontanata con lui. Mi sembra chiaro a questo punto che non ho speranze."
"Ma non hai detto che hai visto il ragazzo fare il cretino con un'altra?"
"Sì, è questo conferma la mia tesi."
"In che modo confermerebbe la tua tesi?!"
Valeria sentiva lo scetticismo dell'amica e con troppa enfasi esclamò:
"Ieri è sparita, Laura! Avrebbe potuto salutare prima di andare via!"
Laura dall'altro lato taceva e Valeria cominciava a pensare di suonare ridicola alle sue orecchie.
"Ci sei?" chiese.
"Hai detto che la prima volta che l'hai vista ti ha squadrato dalla testa ai piedi, soffermandosi sul culo, giusto?"
"Sì, ma non vuol dire niente. E poi ho un bel culo."
Laura ridacchiò.
"È vero, hai un bel culo. Ma quando l'hai colta in flagrante, è arrossita, è corretto?"
"Sì..."
"E la sera della gelateria, ha preferito stare con te anziché andare via con il deficiente, o sbaglio."
"Di nuovo, non vuol dire nulla," protestò Valeria "quel coglione presuntuoso non le ha neanche chiesto se aveva voglia di andare con lui."
"Vale, se la persona che voglio scoparmi mi chiede di andare a un concerto con lei, io sfanculo la semisconosciuta con cui mi sto prendendo un gelato. Lei invece non l'ha fatto. E al falò è stata lei a chiederti il numero."
"Che poi non mi ha dato, perché è arrivato..."
"...il coglione presuntuoso." continuò l'amica  per lei; poi usando il tono da psicanalisi che Valeria odiava, Laura aggiunse:
"Non è che stai cercando scuse per evitarla, perché la possibilità che la ragazza possa essere un minimo interessata, ti spaventa?"
"Seria, Laura? Studi psicologia per dirmi 'ste cazzate?"
L'amica scoppiò a ridere, ma Valeria rimase seria perché sapeva quello che stava per dire:
"Non ti dico queste cazzate perché studio psicologia, te le dico perché ti conosco, stai facendo quello che hai fatto  con Elisa un anno fa."
"Che ho fatto con Elisa?" chiese Valeria esasperata.
"Un cazzo! È questo il punto. Ti sei fatta mille pippe mentali, fin quando  lei è partita per l'erasmus senza avere idea di quello che provavi per lei. Se ti fossi fatta avanti, magari a quest'ora invece di stare con una spagnola, Elisa starebbe con te e tu non saresti in vacanza sola soletta a struggerti."
Valeria sussultò a sentire quelle ultime parole.
"Laura sai che il motivo per cui sono qua da sola non ha niente a che fare con Elisa."
Sentì dall'altra un leggero sospiro.
"Perdonami, Vale, mi è uscito così, senza pensare."
"Fa niente....E poi l'ho vista la spagnola. Laura, non c'è gara! Hai visto che tette che ha?"
Valeria sentì Laura ridere di nuovo, evidentemente sollevata che le fosse stata perdonata la gaffe appena fatta.
Però l'amica aveva ragione. Il coraggio iniziale che aveva spinto Valeria ad entrare nel negozio della zia di Ornella per due volte, si era esaurito.
Da quando Marco aveva fatto irruzione in gelateria, si sentiva insicura. Avrebbe voluto chiedere il numero ad Ornella, quando a fine serata l'aveva accompagnata a riprendere la bicicletta davanti al negozio, ma non l'aveva fatto per paura di una reazione negativa della ragazza. E la sera prima in spiaggia, quando aveva visto Marco tornare da solo, aveva soffocato l'impulso di andare a cercare Ornella, per lo stesso motivo.
Forse però era meglio così, Ornella  era invaghita di quel deficiente, segno che non aveva buon gusto nello scegliere le persone, e poi, nonostante l'intuito all'inizio le avesse suggerito il contrario, Ornella aveva dimostrato di essere etero.
Valeria era perciò intenzionata a mettersi l'anima in pace e di cercare di non imbattersi di nuovo nella ragazza.
Chiara e Ilenia l'avevano invitata ad andare a mare con loro, quella mattina. Avevano appuntamento al bar alle dieci per fare colazione e poi andare insieme in spiaggia e Valeria, che aveva perso tempo per parlare con Laura, partì da casa che erano già le dieci e un quarto.  Le ragazze non se la sarebbero presa, ma lei odiava fare ritardo, soprattutto se  stavano aspettando lei per prendere il caffè.
Cominciò a correre,  gesto abbastanza stupido, visto che c'era un caldo insopportabile; decise comunque di non rallentare, neanche quando il telefono cominciò a squillare.
Senza fermarsi, infilò la mano nella borsa e non riuscendo a prendere il cellulare subito, ci guardò dentro, distogliendo l'attenzione dalla strada. Così non si accorse che a un certo punto aveva invaso la pista ciclabile e non sentì che qualcuno le stava dicendo di spostarsi.
La bici riuscì a non travolgerla, però il guidatore perse l'equilibrio e cadde di lato.
O meglio la guidatrice. A terra con la bici addosso, c'era Ornella.
"Cazzo, sei tu!"
Valeria pensò che era una cosa stupida da dire.
"Mi daresti una mano." disse Ornella dolorante.
"Sì, certo scusami."
Valeria le tolse la bicicletta di dosso e l'aiuto a rialzarsi.
"Stai bene?"
Ornella si diede una rapida occhiata.
"Credo di sì."
"Ero distratta, scusami."
"Tranquilla, credo che stessi andando un po' troppo veloce ad essere onesti."
Sembrava che l'universo non fosse d'accordo con il proposito di Valeria di stare alla larga da quella ragazza e aveva fatto in modo che le due ragazze quasi si schiantassero una addosso all'altra.
"Dove stavi andando così di fretta?"
Ornella non sembrava voler rispondere e rimase sul vago.
"A fare un giro."
"Quando fai un giro, di solito,  non rischi di travolgere la gente."
"Sei tu che mi hai tagliato la strada."
"Sì, ma correvi ed è per questo che per poco non mi investivi."
Ornella sbuffò.
"Se te lo dico, prometti che non mi giudicherai?"
Valeria aggrottò le sopracciglia.
"Centra qualcosa il playboy di ieri sera?"
"Ok , lascia perdere."
Ornella, salì a cavalcioni sulla bici con l'intenzione di andarsene, Valeria però la fermò mettendo le sue mani su quelle della ragazza.
"No, no, scusa. Non farò nessun altro commento, promesso."
Ornella la guardò come se stesse decidendo se parlare o meno, e poi disse:
"Ieri io e Marco abbiamo litigato. Gli ho scritto ma non mi ha risposto, perciò stavo andando a cercarlo allo stabilimento dove va di solito."
Valeria, che aveva promesso di non giudicarla, dovette sforzarsi per non dire quello che stava pensando.
"Se avete litigato, solo ieri sera, forse è meglio lasciare perdere per oggi. Voglio dire, dagli tempo e poi farete pace con calma."
"Che si fotta!" sbottò Ornella. "È di Jane Eyre che mi interessa!" 
"Il libro o il film?" chiese Valeria confusa da quella reazione.
"Il libro, Valeria!" rispose l'altra, come se fosse ovvio "L'ho prestato  a Marco e adesso lo rivoglio indietro. Ci tengo molto, me l'ha regalato la mia migliore amica e non mi va di perderlo perché quel cretino è troppo immaturo per rispondermi."
Valeria decise in quel momento che se proprio l'universo ci teneva a tal punto da farle rincontrare di nuovo, tanto valeva assecondarlo; e poi se Laura fosse stata lì, le avrebbe detto di cogliere al volo l'occasione.
"Fammi fare una telefonata e dopo ci andiamo a riprendere Jane Eyre."
"Ci?"
"Sì, io e te."
"Non credo di aver bisogno di una mano." disse Ornella leggermente risentita.
"Lo so, però, quando  dirai a Marco quanto è stronzo, voglio essere presente per vedere la ruota di quel pavone presuntuoso afflosciarsi."
Ornella rise.
"E se non lo troviamo in spiaggia?"
Valeria con una serietà maggiore di quello che la situazione richiedeva disse:
"Non ti preoccupare, prima o poi quel libro ce lo riprendiamo."
Ornella accettò di farsi accompagnare e Valeria avvisò le ragazze  che per il momento non le avrebbe raggiunte senza, però, dire loro il motivo.
C'era solo da decidere cosa fare della bici di Ornella.
"Beh, posso sedermi dietro. Ha un sellino." propose Valeria.
"Non credo di essere in grado di guidare con qualcuno dietro. Mi hai visto, no? Già ho difficoltà a guidare anche quando sono da sola..."
"Allora ci invertiamo.Guido io e tu sali dietro."
A questa proposta Ornella assunse un'espressione dubbiosa.
"Non ti fidi?" le chiese allora Valeria.
"Non è che non mi fido, però non mi va di stare dietro su questa cosa tutta sgangherata. Penso che mia zia ce l'abbia da vent'anni."
Valeria pensò un attimo e poi, anche se la soluzione non la faceva impazzire, disse:
"Lascia la bici sotto casa mia, è qua vicino, e prendiamo la mia auto."
Ornella ci stava mettendo un po' a rispondere, perciò Valeria esclamò piuttosto piccata:
"Non ti fidi neanche di come guido l'auto?!"
"No, scema. Stavo pensando che è più o meno un chilometro. Non è meglio andare a piedi?"
"Ci impiegheremmo una vita. Forza seguimi e lasciamo la tua Harley sotto casa mia."
Persero più tempo a cercare parcheggio per l'auto che a coprire il tragitto che c'era tra il suo alloggio e la loro destinazione. Alla fine, però, Valeria riuscì, con una mossa da manuale a infilare l'auto in uno spazio minuscolo.
"I complimenti qui sono d'obbligo." commentò Ornella.
"Nah, la mia macchinina è tascabile, la parcheggio dappertutto."
"Hai fatto una manovra sola!"
"Perché tu di solito quante ne fai?"
"Io? Nessuna. Non ho la patente."
"E cosa aspetti a prenderla?!"disse Valeria, rendendosi contro troppo tardi di essere stata brusca.
"Ehi!" rispose, la ragazza indispettita "Ti ricordo che mi sono appena diplomata."
Valeria ridacchiò, l'espressione offesa di Ornella era buffa. Poi disse:
"Scusa, hai ragione non ci ho pensato."
In spiaggia c'era solo uno dei rappresentanti del fantastico trio, come Valeria li chiamava.  Si trattava di Roberto, e adesso il ragazzo stava parlando con dei ragazzi che erano al chioschetto.
Appena vide Ornella le sorrise e andò loro incontro.
"Hai deciso finalmente di cercarti dei nuovi amici." gli disse la ragazza.
Roberto rise e rispose:
"Sai, qualcuno ieri mi ha fatto notare che quelli che ho sono un po' stronzi."
Era chiaro che c'era qualcosa di sottinteso e Valeria fu leggermente infastidita dalla complicità tra i due.
"Marco non c'è?"
"No. Lui e Kevin sono ancora a casa, non avevano molta voglia di venire in spiaggia. Vuoi che gli dica qualcosa?"
"In realtà gli ho prestato una cosa e vorrei riaverla."
 "Cosa?"
"Un libro."
Valeria notò che Roberto stava facendo fatica a trattenere un sorriso.
"Perché ridi?" gli domandò secca.
"Perché l'ho visto in giro e mi domandavo quale dei due analfabeti funzionali dei miei amici fosse impazzito e  avesse portato un classico in vacanza. Ora so che non è impazzito nessuno."
Si rivolse di nuovo ad Ornella, serio:
"Comunque, puoi venire a prenderlo quando vuoi. Se, invece non ti va di passare da casa, ci organizziamo e te lo porto."
Ornella rifletté qualche secondo.
"Credo sia meglio se ci vediamo io e te, non mi va di passare da voi."
"Immaginavo." rispose Roberto in tono neutro "Se per te va bene ci vediamo oggi pomeriggio, verso le sei.
Ci potremmo incontrare di fronte alla pizzeria dove ci siamo visti la prima volta, il nostro alloggio non è molto lontano da lì."
Ornella accettò e le ragazze si diressero di nuovo verso l'auto.
Valeria si domandò se fosse il caso di offrirsi di accompagnarla. Pensò, però, che non avrebbe avuto nessun motivo valido per chiederglielo. Era dispiaciuta perché adesso non avrebbe avuto più la scusa per passare del tempo con lei.
"La nostra missione finisce qui, quindi?"
Valeria cercò di non fare trapelare la delusione dal suo tono.
"Sì, la nostra missione finisce qui. Anzi mi dispiace di averti fatto perdere tempo."
"Ma no! Figurati, mi ha fatto piacere accompagnarti."
Mentre guidava per riportare Ornella alla bici, Valeria pensò che se non aveva voglia di separarsi dalla ragazza doveva intervenire in qualche modo.
"Quali sono il tuoi programmi per il resto della mattinata?"
"Non ho nessun programma. Stavo pensando di continuare il giro in bici. Però ti prometto che andrò piano."
Valeria le sorrise e Ornella ricambiò.
"Se ti va puoi venire in spiaggia con me e le ragazze."
"Quali ragazze?"
"Quelle che erano con me ieri. Le stavo raggiungendo quando ci siamo incontrate. Se ti va puoi venire anche tu."
"Non indosso il costume in realtà." tentennò Ornella "dovrei tornare a casa cambiarmi e raggiungervi in spiaggia. Perderei un sacco di tempo."
"Ma noi non abbiamo fretta, poi ti potrei accompagnare con l'auto fino a casa di tua zia e potremmo tornare indietro alla spiaggia."
Ornella fece segno di no con la testa.
"Non se ne parla. Hai già fatto tanto, posso chiederti anche di accompagnarmi a casa a cambiarmi."
"Guarda che a me non dispiace."
"Dispiace a me. Piuttosto mi butto a mare con l'intimo."
Valeria sentì un'ondata di calore attraversarla e contro ogni buon senso commentò:
"Sono certa che molte persone in spiaggia lo troverebbero eccitante."
Le guance di Ornella si tinsero leggermente di rosso e Valeria sorrise tra sé e sé.
"C'è un'altra soluzione però." disse Valeria  "Io e le ragazze dovevamo vederci non lontano da casa mia. Potrei prestarti uno dei miei costumi."
Ornella socchiuse gli occhi, sembrava stesse valutando la proposta con grande soddisfazione di Valeria.
"Perderemmo sicuramente meno tempo così. Però io ho un fisico diverso dal tuo."
"Ne ho un po' di diversi modelli, troveremo qualcosa che ti stia. Quindi affare fatto?"
"Affare fatto."
Una decina di minuti dopo, Ornella era nella camera da letto di Valeria a decidere quale tra i bikini dovesse prendere in prestito.
Solo che questa cosa stava mandando Valeria fuori di testa. Avrebbe  dovuto prendere in considerazione i suoi ormoni prima di proporle una cosa del genere.
Ornella, infatti, aveva il seno più piccolo del suo e stava facendo da cinque minuti avanti in dietro dal bagno. Si era provata diversi top, ma tutti erano troppo grandi per lei e in un paio di occasioni Valeria aveva visto più di quello che avrebbe dovuto vedere dentro le coppe dei costumi che aveva prestato alla ragazza.
"Potrei riempire le coppe con della carta. Ma poi non potrei fare il bagno." commentò sarcastica Ornella, mentre teneva le mani sul suo seno, coperto da un costume troppo grande.
Valeria distolse lo sguardo, stava diventando troppo da reggere.
"Ho questo a fascia. A me sta un po' stretto, ma a te potrebbe andare bene." 
Valeria porse il costume in questione ad Ornella che lo prese.
"Sì ma il pezzo di sotto è piccolo, per me. Ho i fianchi più larghi dei tuoi." si lamentò Ornella, dopo aver dato un'occhiata allo slip coordinato. 
"Potresti utilizzare il pezzo di sopra di un modello e quello di sotto di un altro. La fascia che ti ho dato è nera, puoi scegliere qualsiasi slip da metterci sotto."
Ornella annuì poco fiduciosa e entrò nel bagno a cambiarsi.
"Se avessi saputo che questa cosa avrebbe fatto male alla mia autostima, ti avrei chiesto di accompagnarmi a casa per cambiarmi." gridò dal bagno.
Ornella uscì e la fascia andava bene. Valeria le sorrise e le disse:
"Visto? Questo va bene, che ti avevo detto?!"
"Sì, adesso dobbiamo trovare uno slip che mi entri."
"Non essere stupida, Ornella, qualsiasi slip ti entrerebbe. Scegline uno che ti piace e con cui saresti a tuo agio.."
Ornella optò per la coulette che aveva una fantasia floreale.
"Hai scelto questo perché è il più coprente di tutti?" chiese Valeria scrutandola con le braccia conserte.
"Beh, hai detto di scegliere qualcosa che mi facesse sentire a mio agio."
"Secondo me ti fai troppi problemi. Staresti benissimo con tutti."
"Ho i fianchi larghi."
"Non è vero."
"Sono più larghi dei tuoi!"
"Sì, ma più larghi di qualcuno non vuol dire  larghi in assoluto."
Ornella stava per ribattere ma Valeria la fermò puntandole un dito contro:
"Un'altra parola e ti costringo a mettere un perizoma."
Ornella la guardò con le sopracciglia aggrottate:
"Hai un costume a perizoma?"
"No, ma potrei andare a comprartelo."
Ornella si mise a ridere, ma scelse comunque lo slip che secondo lei l'avrebbe coperta di più.
La ragazza entrò di nuovo in bagno per finire di cambiarsi e uscì qualche secondo dopo rivestita con la stessa t shirt e lo stesso paio di pantaloncini, ma con l'intimo nelle mani.
"Avresti qualcosa dove mettere per questi?"
Un'altra cosa a cui Valeria non aveva pensato: Ornella che usciva dal suo bagno con l'intimo nelle mani. Buttò una rapida occhiata agli indumenti che la ragazza teneva nelle mani, per quello che riusciva a vedere si trattava si uno slip e un reggiseno senza pretese, ma li trovò comunque eccitanti.
"Sì, subito."
Valeria prestò a Ornella anche uno zainetto, un telo da mare e una borraccia per l'acqua.
"Ok adesso mi sento come un'orfanella che viene adottata."
Valeria scoppiò a ridere.
"Mi restituirai tutto. Tranne forse il pezzo di sopra del costume. Quello lo puoi tenere se ti va, a me sta stretto e diciamo che non mi copre molto bene."
"Perché c'è un bel po' da coprire."
Il commento di Ornella colse di sorpresa la ragazza stessa in primis che adesso era in imbarazzo e, dopo aver maldestramente schiarito la voce, cambiò argomento.
"Andiamo adesso?"
"Sì, certo."
Una volta in spiaggia, a Valeria non sfuggì l'occhiata maliziosa che Chiara le rivolse, quando presentò alle amiche Ornella. Non aveva detto esplicitamente alle nuove amiche di essere lesbica quando le aveva conosciute, ma era sicura che a un certo punto lo avessero capito dalle conversazioni fatte. Chiara perlomeno, c'era invece la possibilità che Ilenia, che viveva in un mondo tutto suo, non l'avesse intuito.
Non aveva parlato loro di Ornella, ma in qualche modo Chiara sembrava aver  capito che Valeria aveva un certo interesse.
Ilenia risucchiò subito la nuova arrivata con le sue chiacchiere e appena le due furono lontane, Chiara ne approfittò per iniziare il suo interrogatorio.
"Quindi hai fatto tardi per lei, stamattina?" disse provocatoria.
"L'ho solo accompagnata in un posto."
"E le hai anche prestato le tue cose. Sbaglio o quel costume è tuo?"
"Non ce l'aveva."
"Viene in vacanza al mare e non ha il costume?"
"Cretina, le ho dato le mie cose perché avremmo perso troppo tempo a passare da casa sua."
"È questa la scusa che usi per portarti le ragazze a casa?"
"Che sei scema!"
Poi facendo una vocina melliflua, Chiara aggiunse:
"Dai, non ti preoccupare, te lo presto io il costume, anzi perché non li provi tutti e  non mi fai vedere come ti stanno..."
"Ci dai un taglio?!" la interruppe brusca, Valeria.
Chiara rise, ma Valeria era leggermente in imbarazzo.
Poi l'amica abbandonato il tono malizioso, chiese seria:
"È stata una tua idea o una sua, quella di farsi prestare il costume?"
"Mia; l'ho invitata a unirsi a noi, ma non aveva il costume e non voleva che perdessi tempo ad accompagnarla a casa a cambiarsi, allora le ho detto che le avrei prestato tutto io."
"Avrebbe potuto dire no all'invito e invece...."
"Che vuoi dire?" disse Valeria un po' esasperata.
"Vale, l'hai osservata? Quella ragazza non è molto a suo agio con il tuo costume, continua a tirare su la fascia e a sistemarsi lo slip, eppure ha accettato di indossarlo per accontentarti e venire a mare con noi. Dovrà pur significare qualcosa, non credi?"
Chiara, senza aspettare la risposta, si allontanò, lasciando Valeria da sola.
Guardò, allora, Ornella sul bagnasciuga chiacchierare allegramente con le ragazze e pensò che era la seconda volta quel giorno che qualcuno le faceva notare che con quella ragazza forse aveva una possibilità.






















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