Capitolo Quattordici

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Quando vide  Ornella entrare nel ristorante, Valeria, che era nel bel mezzo di una conversazione, improvvisamente si zittì. Non solo era più bella del solito, era anche piuttosto sexy:  indossava un abitino verde acqua corto e i suoi capelli mossi, solitamente ribelli erano stati domati in uno  chignon alto, che la ragazza aveva avuto cura di lasciare disordinato abbastanza da non risultare artificioso. Aveva persino indossato dei tacchi, abbastanza alti da renderla insicura mentre camminava, e Valeria trovò che il suo essere goffa la rendeva ancora più attraente.
Il ristorante non era molto pieno e al tavolo c'erano ancora Valeria, Ilenia e Chiara. Gli altri sarebbero arrivati da lì a poco e Valeria ne fu felice. Era sicura, infatti, che Ornella non sarebbe passata inosservata, e la sua irrazionale gelosia le fece pensare che almeno era una delle poche ad essersi goduta  il suo ingresso nel locale.
"Non mi dire che sei venuta in bici con quel vestito?" commentò Chiara ironica appena Ornella fu a portata di orecchio.
Ornella sorrise impacciata.
"Mi ha accompagnato mia zia."
"Anche perché se avessi pedalato con una gonna così corta, avresti causato molti incidenti, fattelo dire." aggiunse Ilenia ridacchiando.
"Dite che è troppo corto?" chiese Ornella allarmata.
"Per la bici sì, e forse anche per questo posto." disse Chiara sorridendo ironica.
Ornella adesso stava fissando il proprio vestito con aria dubbiosa, così Valeria le andò in aiuto:
"Lasciale stare, ti stanno prendendo in giro."
Quando la ragazza prese posto vicino a lei, Valeria pensò adesso che ce l'aveva accanto che forse le amiche avevano avuto ragione, il vestito era troppo corto e lei non riusciva a non fare cadere l'occhio sulle cosce abbronzate di Ornella. Una cosa stupida, a pensarci bene, andando insieme in spiaggia erano ormai abituate a vedersi in bikini. Eppure, c'era qualcosa in Ornella quella sera che distraeva l'attenzione di Valeria dall'ambiente circostante. Dovette mordersi la lingua più volte per non lasciarsi sfuggire quanto la trovasse bella, ma non voleva metterla a disagio, vista la presenza di altre due persone. Perciò si limitò a sorriderle un paio di volte e a fare di tutto per guardarla il meno possibile.
Come aveva previsto, Valeria non era l'unica che era rimasta colpita dal look di Ornella. Infatti, dopo che i ragazzi furono arrivati e ebbero ordinato, Giampiero, uno degli amici di Letizia, esclamò di punto in bianco:
"Wow, Ornella, stai proprio bene stasera!"
Il ragazzo sembrava volersela mangiare con gli occhi.
Valeria combatté l'impulso di mettere la mano intorno alle spalle di Ornella, per marcare il territorio. Quel territorio non era suo, però, almeno non ancora.
"Grazie" rispose timidamente Ornella.
"Anche l'altra sera eri carina, ma stasera sei proprio...."
Giampiero stava gesticolando in cerca dell'aggettivo giusto e poiché non lo stava trovando, uno dei suoi amici gli venne in aiuto.
"Affascinante..."
"Non avrei detto proprio così, Cri' disse Giampiero, con un sorriso furbo.
"Appunto, ho appena evitato che dicessi qualcosa di inappropriato, visto che sei un cavernicolo." ribatté Cristiano provocando una risata generale, compreso Giampiero che però non aveva colto la morale dietro le parole dell'amico e continuò allusivo:
"È Ornella che fa venire pensieri inappropriati, non so se mi spiego!"
"Come dicevo, cavernicolo, signori e signore." commentò l'amico.
Valeria avrebbe volentieri dato al ragazzo un pugno sul muso,  non solo per gelosia, ma anche per senso di protezione verso Ornella che adesso sembrava a disagio; la ragazza aveva afferrato l'orlo del vestito come a volerlo tirare giù.
"Sei tu Giampiero che fai venire pensieri inappropriati, in realtà." si intromise Valeria che se poteva picchiarlo,  poteva almeno metterlo al posto in un'altra maniera.
"In che senso?" rispose confuso il ragazzo.
"Per esempio, fai venire voglia di colpirti ripetutamente sulla testa finché non perdi l'uso della parola."
Il ragazzo rimase di sasso, mentre qualcuno, forse proprio Cristiano, esclamava "Boom".
"Ma si può sapere che ho detto?" si lamentò Giampiero, che però dall'espressione che aveva sembrava avesse capito che aveva messo il piede su un territorio minato, perciò tentò di rimediare a modo suo.
"Volevo farle un complimento e sono sicuro che con quel vestito addosso ha fatto girare molte teste."
"Sì, le teste sbagliate, però." mormorò Ornella a volume piuttosto basso, infatti, a parte Valeria che le era accanto, fu udita da poche persone, e Giampiero, che era tra questi,  la guardava confuso.
L'arrivo del cibo mise fine a quel supplizio e la conversazione inevitabilmente virò, solo che Ornella era diventata stranamente quieta. Valeria pensò che quel cretino l'avesse fatta rimanere male più di quanto aveva dato a vedere all'inizio e  quando a metà serata la ragazza si alzò per andare in bagno, lei decise di seguirla.
"Tutto bene?" le chiese quando furono entrate nel bagno.
Ornella appoggiò i fianchi sul marmo del lavandino e incrociò le braccia.
"Sì." rispose laconica
"Giampiero è stato un po' coglione, vero?"
"Sti cazzi, Valeria." sbottò Ornella "Non mi importa niente di lui."
Valeria la guardò con la fronte corrugata, e Ornella continuò:
"Mi sento come una bambina che gioca a mettere i vestiti della mamma. Volevo essere carina tutto qua, ma adesso mi sento un'idiota per averci provato perché ho attirato l'attenzione di tutti tranne della persona che mi interessava sul serio: tu!"
Adesso il commento che aveva fatto a bassa voce mentre erano a tavola assumeva significato.
"Comunque non fa niente...." mormorò Ornella prima di staccarsi dal lavandino e dirigersi verso uno dei bagni.
Valeria allungò la mano e la fermò per un braccio.
"Non è vero che non hai attirato la mia attenzione. Quando sei entrata sono rimasta senza fiato e avrei voluto dirti qualcosa ma c'erano le altre, e non volevo metterti a disagio. Vedi, ieri mi hai detto che eri confusa e io non volevo metterti pressioni di alcun tipo, ma sei bellissima Ornella, sempre, sia con questo vestito che senza."
Ornella spalancò gli occhi e Valeria si rese conto della gaffe che aveva appena fatto.
"Non intendevo in quel senso." disse imbarazzata "intendevo che stai bene con qualsiasi cosa."
Ornella sorrideva.
"Adoro quando lo fai?"
"Cosa?"
"Quando arricci leggermente il naso. Lo fai spesso, in realtà. L'hai fatto anche quando siamo andate a prendere il gelato assieme. Avevamo discusso su Marco e quando mi hai chiesto di fare pace hai fatto questa espressione ...."
".....e tu mi hai detto che sarebbe stato impossibile rimanere arrabbiati con me se facevo questa faccia."
"Te lo ricordi?" chiese Ornella stupita.
Anche a costo di sembrare smielata, Valeria disse:
"Mi ricordo ogni parola detta da te."
Ornella, allora , le mise le mani sui fianchi e si avvicinò,  mentre la guardava intensamente negli occhi. Valeria capì che le sue intenzioni  erano quelle di baciarla e si sporse in avanti anche lei, ma quando ormai le loro labbra erano a pochi centimetri une dalle altre, Valeria con uno scatto allontanò il volto.
"No, Ornella, aspetta."
Ornella, delusa, lasciò cedere le mani dai suoi fianchi e face un mezzo passo in dietro.
"Scusa, scusa!" disse Valeria prendendole le mani "Non ti sto rifiutando, è che non voglio che il nostro primo bacio sia in un bagno pubblico."
La ragazza ritornò a sorridere.
"È una cosa molto dolce."
"Torniamo di là, che ne dici? Prima che ci vengano a cercare."
Ornella, però, non accennava a muoversi fissava le mani di Valeria che tenevano le sue.
"Che c'è?"
"So di rovinare il momento," ridacchiò "ma Vale, dovrei fare la pipì."
Valeria rise e lasciò andare le mani di Ornella.
"Ok, allora io vado. Ti aspetto di là."
Valeria ritornò al suo posto e ripensò alla prima volta che aveva visto Ornella da fuori la vetrina del negozio e di come fin da subito aveva desiderato di  posare le proprie labbra su quelle della ragazza. E adesso che  aveva l'opportunità di realizzare quel desiderio, l'aveva sprecata, solo perché il posto non era romantico. Non credeva di essere un tipo freddo e non era insensibile alle smancerie, ma non si era fatta mai problemi di quel tipo; la sua prima ragazza l'aveva baciata nel bagno di un museo delle scienze durante una noiosissima gita e poche sere prima aveva cercato di rimorchiare Letizia sempre in un cubicolo di un bagno di un locale.
Le venne da ridere perché immaginò quello che avrebbe detto Laura se fosse stata lì  con lei. Sicuramente, le avrebbe dato della rammollita e Valeria, suo malgrado, non avrebbe potuto fare altro che darle ragione.

Se mi innamoro sotto le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora