Capitolo Quindici

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Ornella a sedici anni aveva conosciuto Luca. Frequentava il terzo anno di liceo e durante la settimana dello studente la sua classe aveva collaborato per un progetto con la classe di Luca, che era in quarto, stessa sezione.
Era un tipo che si faceva notare e, nonostante le pressioni di Paola che la spingeva a parlargli,  Ornella, intimidita, non si era mai avvicinata a meno di due metri al ragazzo e non aveva mai osato rivolgergli nemmeno un "ciao".
Per tutto il periodo in cui le due classi avevano collaborato, Ornella era rimasta sulle sue, pentendosi ogni volta della sua timidezza, ma a un paio di settimane dalla fine,  il miracolo era accaduto.
Luca aveva cominciato prima a salutarla per i corridoi e con il tempo aveva preso a fermarla per conversare, di argomenti futili per lo più,  per poi cominciare a corteggiarla sul serio, riempiendola di complimenti. Un giorno finalmente le aveva chiesto di uscire e Ornella, incredula all'inizio, aveva accettato. Luca aveva organizzato una bella serata romantica e a fine serata quando l'aveva riaccompagnata a casa l'aveva baciata.
Ed era così che era proseguita la loro relazione per i successivi due anni e mezzo: Luca prendeva l'iniziativa e Ornella lo seguiva. Era stato Luca a portarla in collina la prima volta che le aveva detto ti amo, era stato lui ad  organizzare la serata perfetta la prima volta che avevano fatto l'amore, ed era sempre Luca che decideva dove mangiare a San Valentino. Ornella, quando la loro storia era finita (ancora una volta, una decisione di Luca), aveva realizzato che aveva dato un contributo minimo a quella relazione e, come aveva detto a Paola, aveva dovuto imparare a stare senza di lui, perché prima era stata troppo indolente per farlo.
Adesso, però, la situazione era diversa. Innanzitutto, Ornella aveva delle insicurezze, derivanti dal  fatto che fino a quel momento aveva pensato a sé stessa come etero, contro le quali Valeria si era scontrata più di una volta e adesso dubitava, quindi, che la ragazza avrebbe avuto la stessa intraprendenza di un uomo nel prendere l'iniziativa.
Valeria le aveva fatto capire che provava qualcosa, ma le aveva anche detto che avrebbe rispettato i suoi tempi. Paola aveva ragione, doveva essere lei a fare la prima mossa e Ornella ci aveva provato, quando aveva tentato di baciare la ragazza nel bagno del ristorante.
Ora si trattava di ritrovare lo st stesso coraggio da cui era stata mossa prima perché per una volta nella vita voleva non voleva essere trascinata dall'inerzia.
Perciò, quando Ilenia propose di andare a ballare dopo cena, Ornella pensò di rifiutare perché aveva in mente qualcos'altro.
Sospettava che l'amica avesse proposto di continuare la serata in qualche locale perché era aveva messo gli occhi addosso a Cristiano, il quale, però, sembrava indifferente a quelle attenzioni.
Mentre il gruppetto si muoveva verso il locale scelto, Ornella afferrò delicatamente la mano di Valeria e la tirò a sé, separandola dagli altri.
"Tu vuoi andare a ballare?" le chiese senza, però, abbandonare la sua mano. Anzi cominciò ad accarezzargliela con il pollice.
Valeria alzò le spalle.
"Non particolarmente, in realtà. Ma se non vuoi venire, ti accompagno a casa senza problemi."
Ornella sorrise e scosse la testa.
"Non voglio andare a casa, volevo chiederti se ti va di fare un giro, solo io e te."
Valeria ricambio il sorriso e abbassò lo sguardo sulle loro mani, come se si fosse accorta solo in quel momento che Ornella la stava accarezzando.
"Per me va bene." disse.
Le due si allontanarono dal gruppo con una scusa e nessuno pareva averci fatto molto caso.
"Dove andiamo?" chiese Valeria dopo qualche minuto che stavano camminando sul lungomare.
Ornella ebbe un'idea.
"Allontaniamoci dai locali." disse.
Poi, quando si furono lasciate la confusione alle spalle propose.
"Scendiamo in spiaggia."
Valeria la guardava confusa e incuriosita mentre si lasciava trasportare verso il mare.
"Facciamo il bagno." spiegò Ornella.
"Non abbiamo il costume." protestò l'altra, tuttavia , c'era un pizzico di malizia nella sua voce.
"Abbiamo l'intimo."
"Sei seria?"
Ornella annuì e per tutta risposta si abbasso la zip laterale del vestito.
Troppo tardi realizzò che, a causa dell'abito, lei indossava solo gli slip ma non io reggiseno, ma ormai non si sarebbe tirata indietro e con una disinvoltura di cui non si credeva capace, si girò di spalle e si levò il vestito, incrociò le mani sul petto per coprire il seno e, mentre Valeria la guardava incredula, Ornella entrò in acqua.
Quella fretta di fare il bagno era una cosa insolita per lei, ma voleva coprirsi dallo sguardo di Valeria. Audace sì, ma fino a un certo punto, era pur sempre senza reggiseno.
Nel frattempo, anche Valeria si era spogliata e nel vederla Ornella, nonostante fosse in acqua in preda ai brividi, sentì un'ondata di calore attraversarle il corpo. Aveva visto la ragazza in costume molte volte e ne conosceva il fisico, ma il fatto che, adesso, le fosse stato concesso di vedere quello che di solito non vedeva nessuno, cioè la sua biancheria intima, la eccitò. Le mutandine di pizzo color burgandy coprivano meno pelle di quello che faceva il costume, e il reggiseno a balconcino dello stesso colore racchiudeva il seno di Valeria come il bikini non sapeva fare.
"Cazzo, sei stata velocissima." commentò divertita Valeria mentre entrava in acqua "di solito impieghi mezz'ora per entrare."
Si avvicinò ad Ornella. Le ragazze adesso erano una di fronte all'altra e i loro volti a una ventina di centimetri.
Ornella mise le braccia sulle spalle di Valeria, mentre questa eccitata esalava un lungo sospiro, cercando di non spostare lo sguardo verso il basso e guardarle il seno, che adesso non era più coperto interamente dall'acqua.
"Che ne dici? Questo è un buon posto per scambiarsi il primo bacio?" chiese Ornella maliziosa.
Valeria non rispose ma si fiondò sulle labbra di Ornella, che, colta di sorpresa, ci mise qualche secondo a ricambiare.
La sua incertezza non durò molto e
mise le braccia intorno al collo di Valeria, premendo il proprio corpo contro quello della ragazza.
Dal canto suo, Valeria strinse ancora più Ornella a sé tenendola per la vita e quando prese a baciarle il collo, la ragazza non riuscì a trattenere un gemito di piacere.
Incoraggiata da quel suono, Valeria cominciò a scendere verso la spalla di Ornella, quest'ultima invece la intrappolò cingendole la vita con le gambe.
I mugolii di entrambe e le carezze che, però, si fermavano proprio al confine con gli slip, erano carichi di desiderio.
Ornella, tuttavia, non era pronta ad andare oltre quel contatto, perciò, prima che le cose diventassero troppo bollenti per essere gestite, Ornella staccò le labbra da quelle di Valeria e posò la sua fronte sulla sua. Entrambe stavano ansimando, mentre Ornella diceva:
"Credo... dovremmo rallentare, io ..."
"Sì, certo, scusami..." si giustificò Valeria, allentando la presa.
"Non devi scusarti." la tranquillizzò Ornella mentre le postava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Sono io che non sono pronta, è tutto nuovo per me."
Valeria sorrise rassicurante.
"Te l'ho detto, io aspetto..."
Prima di staccarsi definitivamente, però, Ornella le diede un altro piccolo bacio sulle labbra.
Le ragazze rimasero in acqua per un bel po'. Giocarono, scherzarono, nuotarono e Valeria prese in giro Ornella per la sua paura di andare a largo perché era buio.
Appena entrambe cominciarono a battere i denti per il freddo, decisero di uscire.
Ma una volta fuori, con le mani sotto le ascelle per coprire il petto, Ornella guardava con invidia Valeria che si  strizzava i capelli, mentre lei non era impossibilitata a farlo.
"Mi sa che avremmo dovuto pensarci due volte prima di entrare in acqua." disse "Non abbiamo niente con cui asciugarci."
"Almeno tu non hai le coppe del reggiseno zuppe di acqua."
"Bagnato o no, almeno tu il reggiseno ce l'hai, Valeria!"
La ragazza rise e poi disse:
"L'unica soluzione per non bagnare i vestiti è sfilarci l'intimo e rivestirci."
Ornella, nonostante non c'era stata alcuna malizia nel tono di Valeria, ancora una volta fu attraversata dal calore, la eccitava e, allo stesso tempo, la imbarazzava sapere che sarebbero tornate a casa senza biancheria sotto i vestiti.
Ornella si girò di spalle e si rimise il vestito prima si sfilarsi gli slip. La stessa cosa non poteva fare Valeria che quella sera indossava i pantaloncini,  perciò, le concesse un po' di privacy aspettò un po' prima di rigirarsi, anche se doveva ammettere che moriva dalla voglia di sbirciare.
"Prometto di non proporre mai più una cosa del genere." disse Ornella.
"Guarda che i gesti spontanei sono belli, e poi se per baciarti di nuovo dovessi buttarmi in acqua, mi accontenterei di tornare a casa con i vestiti zuppi ogni volta."
Ornella, timidamente, fece qualche passo verso Valeria.
"Non ce ne sarà bisogno, giuro."
disse prima di darsi un tenero bacio, meno focoso, forse, di quelle effusioni avvenute in acqua, ma ugualmente Ornella pensò che avrebbe potuto stare in piedi su quella spiaggia con le labbra incollata a quelle di Valeria per tutta la notte, se fosse stato necessario. Non si era mai sentita così, era come se quella ragazza fosse una calamita.
Tornarono indietro mano per la mano e, forse perché era sotto l'effetto dei baci di Valeria, Ornella non fece caso al fatto che stava camminando mano per la mano con una donna in pubblico.
Anzi, a un certo punto Ornella si strinse ancora di più a Valeria e poggiò la testa sulla sua spalla.
"Sei stanca?" chiese Valeria.
La risposta giusta sarebbe stata no, è che non riesco a starti lontana, ma Ornella optò per una risposta più diplomatica.
"Un pochino."
Valeria le posò un bacio sulla fronte.
"Non manca molto per arrivare all'auto."
"Non è un problema per te accompagnarmi, vero?"
"No, non posso mica lasciare in mezzo alla strada una povera ragazza con il vestito mezzo bagnato."
"Non ti dimenticare senza mutandine."
"In realtà non l'ho dimenticato, Ornella. L'ho ignorato."
"Perché?" disse Ornella consapevole che era una domanda provocatoria.
Valeria si fermò, la prese per la vita e l'attirò a sé.
"Perché altrimenti," disse a con gli occhi chiusi e con la fronte attaccata a quella di Ornella  "ti porterei a casa mia e non ti lascerei più andare."
Il tono suadente, che tradiva il desiderio della ragazza, provocò una contrazione al basso ventre di Ornella, la quale rispose con un piccolo bacio, prima di riprendere a camminare nella stessa posizione di prima.
La frase di Valeria però non aveva avuto solo un effetto eccitante, aveva anche spaventato Ornella. La ragazza  si era detta disposta ad aspettarla, ma per quanto?
A parte Luca che era un uomo,  Ornella non aveva mai fatto entrata in intimo con nessuno altro, e a volere essere onesti, lei e Luca non erano stati esattamente fantasiosi a letto. Ornella, perciò, non era proprio un'esperta di sesso etero, figurarsi di quello tra donne. Non aveva idea di quanta esperienza avesse Valeria, ma ad ogni modo era una donna gay dichiarata e, anche fosse stata con una sola persona, questo la rendeva comunque più esperta di lei.  Si domandò se sarebbe stata all'altezza delle sue aspettative e se sarebbe stata in grado di darle quello che voleva.
In seguito a questi pensieri, Ornella rimase piuttosto silenziosa per tutto il resto tragitto verso casa. Valeria doveva aver percepito qualcosa, e infatti quando furono arrivate domandò con un pizzico di apprensione:
"Tutto bene?"
Per evitare che la ragazza pensasse che avesse dei ripensamenti, Ornella si affrettò a dire:
"Sì, tutto bene tranquilla, non mi sono pentita, se è quello che pensi."
"Ammetto che mi è passato per la testa."
Ornella le mise una mano sulla coscia e disse:
"Sono stata veramente bene stasera, te lo giuro."
"Ma...."
"Nessun ma, Valeria."
Capì, allora, che non doveva essere l'unica insicura quella sera e questo un po' la rincuorò.
"Quindi ci vediamo domani?" disse Valeria speranzosa.
Ornella fece segno di sì con la testa e prima di scendere dall'auto, le ragazze si scambiarono l'ennesimo bacio appassionato.
Mentre rincasava, Ornella ripensò a quello che la zia le aveva detto quel pomeriggio al centro commerciale, le cose che fanno paura possono rivelarsi le migliori nella vita, e, anche se non sapeva come sarebbero andate le cose, per il momento sentiva che era proprio così.

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