Capitolo Dodici

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Valeria aveva dato ascolto alla ragione e aveva lasciato che Ornella continuasse a ballare con il ragazzo australiano.
Tuttavia, quella scena era stata troppo  da sopportare e non aveva resistito neanche un'ora prima di abbandonare il locale, senza avvertire nessuno se non Letizia.
Valeria avrebbe voluto essere più istintiva, ma aveva paura di farsi male. L'ultima volta che si era presa una cotta per una ragazza etero, se si escludeva Lucia con la quale era stata però assieme qualche mese, non era andata affatto bene. Era successo quando aveva sedici anni;  Alessia, la sua migliore amica, la ignorava ormai da mesi e in classe era appena arrivata una ragazza nuova, Cristina. Valeria aveva fatto l'errore di stringerci amicizia dopo essersi presa una cotta per lei, ma quando in un atto di sconsiderata incoscienza  aveva confessato a Cristina i suoi sentimenti, non solo aveva perso la sua amicizia, ma più di mezza classe le aveva sparlato dietro per il resto dell'anno scolastico. Cristina, infatti, era andata dicendo in giro che Valeria aveva provato a baciarla, anche se non era vero.
Valeria adesso era un'adulta e lo erano anche le persone che aveva intorno,  certe insicurezze, però, fanno fatica ad essere sradicate e l'orgoglio ferito non conosce età. Anzi, questa volta era pure peggio, perché a Valeria Ornella piaceva sul serio. La delusione, che  l'aveva spinta tra le braccia di Letizia, per quanto strano potesse sembrare, ne era la prova; era la prima volta che si buttava tra le braccia della prima che capitava per gelosia.
L'idea di invitare le ragazze a casa le era venuta la mattina successiva quella serata; ovviamente non era nient'altro che un espediente per rivedere Ornella ed era rimasta delusa quando non aveva ottenuto risposta dalla diretta interessata. Valeria non sapeva che pensare. Da un lato, il silenzio di Ornella poteva dare l'impressione che ci fosse gelosa di Letizia, dall'altro le azioni della ragazza in spiaggia e in discoteca sembravano provare il contrario.
Perciò, quando Valeria vide Ornella seduta sul gradino del portone di ingresso, ebbe un tuffo al cuore e scoprire, poi, che Ornella era piombata a casa sua in seguito ad una decisione estemporanea, le aveva restituito quel poco di speranza che le era stata negata la sera prima.
Era dispiaciuta che la ragazza stesse male, tuttavia Valeria fu egoisticamente grata a Paola per essere partita, infatti, in caso contrario, non avrebbe avuto occasione di consolare Ornella. Si sentì un po' in colpa per questo pensiero, ma non poté fare a meno di essere felice.
"Facciamo così," disse Valeria appena entrate nell'appartamento "io faccio una doccia super veloce, promesso. Tu fai quello che vuoi, nel frattempo. In cucina c'è da bere, serviti pure, e ,se ti va, comincia a pensare a che film potremmo vedere stasera. E quando finisco parliamo, ok?"
Ornella sorrise e annuì.
Valeria aveva detto cinque minuti, ma in quattro era già fuori; per la fretta aveva persino rischiato di scivolare e ammazzarsi sotto la doccia.
Raggiunse la sua ospite in salotto, mentre con l'asciugamano si stava frizionando i capelli.
La ragazza era per terra davanti al televisore con le gambe incrociate, e con il telecomando stava sfogliando il catalogo dei film horror.
"Non credo che Ilenia sarebbe d'accordo a vedere un film del genere, la spaventano." disse Valeria prendendo posto sul divano.
"Già, immaginavo. Se fosse per lei al cinema uscirebbero sempre commedie romantiche."
Valeria rise e Ornella la guardò incuriosita.
"Sono le stesse parole che ha detto Chiara." spiegò Valeria.
Ornella annuì, e mentre si alzava da terra  domandò, curiosa:
"Che è successo in bagno? Ho sentito un rumore."
Per la fretta di venire da te mi stavo uccidendo, pensò Valeria.
"Niente, mi sono cadute un po' di cose."
Ornella prese posto anche lei sul divano. Si sedette dal lato opposto a quello di Valeria con la schiena appoggiata al bracciolo.
"Non ne devi parlare se non vuoi." disse la padrona di casa che aveva intuito che la ragazza stava tergiversando.
"In realtà, potrebbe farmi bene."
"Allora, ti ascolto."
Ornella fece un respiro profondo e cominciò:
"Ricordi che avevo accennato a mio padre?"
Valeria annuì. Se lo ricordava bene, perché era quando le aveva fatto una scenata.
"Mio padre è andato via quando avevo circa tredici anni. Da un giorno all'altro è sparito senza dire niente. Ha semplicemente lasciato un bigliettino a mia madre, senza spiegare il motivo per cui era andato via, né dove sarebbe andato. Qualche giorno fa, Paola ha scoperto sul portatile di mia zia una sua mail e lei oggi mi ha raccontato che dopo quasi due anni dalla sua partenza, mio padre l'ha contattata e da allora si scrivono non spesso, ma regolarmente. Come se non bastasse, mia madre  lo sapeva e ha impedito a mia zia di dirmelo, negandomi così la possibilità di contattare mio padre per tutto questo tempo."
"E se avessi potuto, lo avresti fatto?"
"Non lo so. Avevo tante domande all'epoca per lui."
"Avevi? E adesso?"
"Adesso che ho la possibilità di scrivergli, non saprei neanche da dove cominciare o se sia disposta a sentire le sue risposte. Vedi, ha chiesto di me in quasi tutte le mail, ma nonostante mia zia continuasse a dirgli di scrivermi, lui non l'ha mai fatto. Non ha neanche mai preso in considerazione l'idea nelle sue mail, ed è questo che mi fa più male. Inoltre, pensavo di essermi abituata alla sua assenza, invece quelle mail mi hanno fatto capire che non è così."
"Non ci si abitua all'assenza delle persone che amiamo, Ornella. Il dolore può diventare più sopportabile, ma non sparisce del tutto."
Valeria dovette fare uno sforzo notevole per non sovrapporre la storia di Ornella alla propria, innanzitutto la situazione della ragazza era diversa, e poi perché se avesse empatizzato ulteriormente,  sarebbe stata costretta a raccontare troppo.
Ornella la stava scrutando e per un attimo temette che potesse farle qualche domanda. 
La ragazza disse invece:
"Comunque questo è il motivo per cui ho sclerato davanti a casa tua. Scusa, è che non sapevo con chi parlarne. Mia zia sarebbe tornata a casa presto, ma non avevo molta voglia di stare in sua compagnia. So che mi ha mentito perché ha dato retta a mia madre, ma sono arrabbiata lo stesso. Per non parlare di mia madre, con lei sono fuoriosa."
"Le madri spesso fanno cazzate, anche se hanno delle buone intenzioni."
"Lo dici come se fossi un'esperta."
Valeria rise.
"Credimi, lo sono. "
Poi aggiunse seria:
"Credo che dovresti scrivergli, magari non oggi o domani, ma presto. Forse lui non ti darà le risposte che cerchi, o le sue parole ti faranno arrabbiare, ma credo che tu debba dargli la possibilità di spiegarsi. Non lo devi fare per lui, però, lo devi fare per te. Se c'è una possibilità di stabilire un contatto, fosse solo per dirgli addio per sempre, credo che tu lo debba fare. Almeno, questo è quello che farei io."
Valeria notò che ancora una volta Ornella la guardava come se stesse per chiederle qualcosa, ma desistette di nuovo.
"Ci penserò e grazie per avermi ascoltata."
"Quando vuoi, Ornella."
Le ragazze si fissarono negli occhi, e Valeria ritrovò la stessa intimità che si era creata la notte prima quando erano rimaste sole, prima di essere interrotte da Josh. E pensò che quello fosse il momento adatto per spiegare a Ornella quello che era successo realmente con Letizia.
"Senti, Ornella, sappi che ieri....."
La suoneria del cellulare di Ornella interruppe il tentativo impacciato di Valeria di parlare.
" È mia zia." disse la ragazza a mo' di scusa.
"Certo, rispondile."
Appena Ornella si fu allontanata, Valeria prese uno dei cuscini del divano e se lo premette sulla faccia per soffocare un grido. Il mondo aveva un tempismo di merda quando si trattava di loro due.
Dopo la telefonata, Valeria lasciò perdere l'intenzione di spiegare quello che era successo la sera prima. Tanto ormai l'atmosfera era rovinata. E anche avesse voluto ricrearla, Valeria non ne avrebbe avuto il tempo, perché le altre ospiti arrivarono prima del previsto.
"Che bello, ci sei anche tu!" esclamò Ilenia quando vide che c'era anche Ornella.
"Che fine hai fatto? Non hai risposto ai messaggi." la rimproverò Chiara.
"Scusate, sono stata un po' distratta e ho guardato il cellulare solo quando sono arrivata qui."
"Abbiamo incontrato Josh a mare." si affrettò a dire Ilenia, senza alcun motivo.
Valeria per troncare sul nascere qualsiasi tentativo di parlare del ragazzo, propose:
"Perché non ordiniamo?"
Se qualcuno, infatti, avesse nominato ancora una volta Josh, non ci sarebbe stato cuscino sufficientemente imbottito per soffocare le sue urla.
Ilenia, però, era testarda quando ci si metteva, e infatti dopo che Valeria chiuse la telefonata con la pizzeria , ritornò all'attacco.
"Josh, ha chiesto di te," disse ad Ornella "ma quando gli abbiamo detto che non sapevamo dov'eri, ci è rimasto male."
Valeria, forse in maniera un po' meschina, aveva appena deciso che quella sera avrebbero guardato un horror, a costo di impedire ad Ilenia di dormire per tre settimane. Se lo meritava.
"Saresti una stupida a fartelo scappare. E poi vi ci vedo assieme..." aggiunse Ilenia, mentre Valeria cercava di ricordare quale fosse l'horror più inquietante che avesse visto di recente.
Ornella alzò le mani, per fermare l'amica  che stava per aggiungere qualcosa ancora, e disse:
"Ile, apprezzo il tuo interessamento, ma a me Josh non piace."
Quella ammissione colse di sorpresa non solo Ilenia, ma non Chiara. Valeria lo intuì dalla sua espressione divertita.
"A me era parso di sì."
Ilenia non aveva torto, il dubbio sorgeva spontaneo.
"Beh, è oggettivamente un bel ragazzo, e forse ho fatto la scema all'inizio, ma non mi ha preso, e poi trovo che sia antipatico. Perciò, voglio assicurare a tutte in questa stanza che non ci proverò più con Josh."
Ilenia, per la stranezza di quell'ultima affermazione, assunse un'espressione confusa, Chiara invece appariva compiaciuta.
Valeria mise Ilenia ad apparecchiare la tavolo, l'obbiettivo era quello di distrarre la ragazza da aggiungere altro sull'argomento. Addirittura, quando le pizze arrivarono puntuali, per scongiurare il pericolo che qualcuno si addentrasse di nuovo in qualche conversazione scomoda,  propose di mangiare davanti al film. A questa proposta, però, protestarono tutte.
"No, mangiamo sedute al tavolo, così poi ci possiamo stravaccare sul divano." disse Chiara, mentre Ilenia e Ornella annuivano in segno di approvazione.
"Ok," disse rassegnata Valeria "però mentre mangiamo scegliamo il film."
"Che ne dite di Shyamalan?" propose Ornella mentre prendevano posto.
"Quale?" chiese Valeria
"Split?"
"Se guardi quello che devi guardare anche gli altri due."
"Potremmo anche farlo."
"Ornella, se vuoi dormire qua basta dirlo, non c'è bisogno di costringerci a guardare una trilogia." intervenne Chiara.
"Dicevo per dire." sussurrò Ornella mentre si accaniva con forchetta e coltello sulla pizza, per non guardare in faccia Valeria che le era seduta di fronte.
Valeria scosse la testa e guardò Chiara con disapprovazione, mentre la ragazza continuava a ridere sotto i baffi.
"Se cambiassimo genere? Magari un film romantico." disse Ilenia.
"Non mi costringerete a guardare un film dove lei ama lui, ma lui è uno stronzo fin quando l'amore di lei non lo cambia. Tutto troppo.....etero." protestò Valeria.
"Una commedia romantica? Mi sembra un buon compromesso." insistette Ilenia.
"Lo stesso, niente storie d'amore."
"A me va bene tutto" disse Chiara "ma dato che non troveremo un accordo tanto facilmente, forse invece di scegliere un film, dovremmo scegliere la persona che sceglierà il film."
"Sceglie Ornella." tagliò corto Valeria.
Ornella era adesso sorpresa.
"Perché io?"
"Perché hai avuto una giornata di merda perciò credo che debba spettare a te."
Appena Valeria vide il sorriso che adesso Ornella le stava rivolgendo, pensò che  per quella ragazza era disposta a guardare anche il film etero più smielato che ci fosse.
Chiara accettò la proposta di buon grado, mentre Ilenia sembrava un po' dubbiosa:
"Però ti prego niente sangue."
Quando finirono di mangiare e si accomodarono nel salotto, Ornella mantenne la promessa, niente sangue, ma Valeria non poté fare a meno di ridere tra sé quando vide il titolo che la ragazza aveva scelto.  Ornella senza saperlo aveva tenuto fede al suo proposito di scegliere un film che avrebbe spaventato Ilenia. Era un film che aveva visto di recente con Laura. Anche Laura come Ilenia non amava gli horror, o in generale i film che avevano molta suspance, e la poveretta aveva passato tutta la serata a sussultare sul divano attaccata al braccio dell'amica. 
"The Others..." lesse Ilenia a bassa voce, aveva un'espressione leggermente allarmata.
Con tono lamentoso, aggiunse: " ......è un film vecchio e poi avevi detto niente horror!"
"Non è poi così vecchio, e poi hai detto niente sangue, e non dovrebbe essercene." si giustificò Ornella.
"Confermo non ce n'è." si intromise Valeria.
Ornella  la guardò con un'espressione delusa.
"Lo hai già visto?"
"Sì, qualche mese fa."
"Allora cambiamo film."
"Non c'è bisogno."
"E invece sì è un horror, non ha senso vederlo se conosci tutti i colpi di scena."
Valeria che era seduta sul divano, mise la mano sul ginocchio della ragazza, la quale invece si era appoggiata temporaneamente sul bracciolo dello stesso.
"Guarda che dicevo sul serio prima, quando ho detto che toccava a te scegliere il film. Perciò se vuoi vederlo, a me va più che bene."
Ornella spostò lo sguardo dal volto di Valeria alla mano di quest'ultima posata sul suo ginocchio destro.
Valeria non seppe decifrare la sua l'espressione, ma per evitare di metterla in imbarazzo ritirò la mano. Tuttavia, questo gesto fu talmente plateale, da sortire l'effetto opposto, e adesso Ornella sembrava a disagio.
Per questo motivo e per la propria sanita mentale, Valeria lasciò che le ragazze si sedessero tutte e tre sul divano mentre lei era sprofondata nella bean bag che aveva precedentemente trascinato dalla camera da letto al salotto per l'occasione.
Anche se il film fosse stato inedito per Valeria, la ragazza avrebbe avuto difficoltà a seguirlo. Per i successivi quaranta minuti, Valeria aveva lanciato occhiate furtive ad Ornella. Trovava fosse bellissima mentre, con le gambe rannicchiate al petto e con espressione concentrata, guardava lo schermo della TV. Una volta aveva persino rischiato di essere beccata, perché Ornella, per qualche motivo si era girata verso di lei, ma prontamente Valeria si era rigirata verso lo schermo, con un'espressione degna di un giocatore di carte, o almeno così credeva.
Chiara, infatti, che era la più vicina a lei, si sporse verso il basso e le sussurrò all'orecchio:
"Guarda che lei sta facendo la stessa cosa, solo che lo fa più discretamente."
Chiara stava per ritornare nella posizione originale, ma cambiò idea e si sporse di nuovo verso Valeria.
"Ah, e sei stata una cretina a non sederti vicino a lei."
Valeria, visto il momento non poteva ribattere, perciò si accontentò di guardare accigliata Chiara per un paio di secondi,  prima di ritornare a guardare il film.
L'atmosfera tesa che si era creata a causa del film e a causa delle occhiate clandestine di Valeria, venne interrotta quando Ilenia colta da un'illuminazione esclamò, facendo prendere un colpo a tutte:
"Sono morti!"
Tre teste si girarono verso Valeria in cerca di conferma, ma il tentativo di questa di evitare i loro sguardi, fu la prova inconfutabile che Ilenia aveva ragione.
"E che cazzo, Ilenia!" esclamò Chiara.
"Ci hai rovinato la fine." disse Ornella meno brusca.
La ragazza alzò le spalle, mortificata.
"Scusate, mi è uscito di getto."
Chiara si alzò dal divano.
"Ok, visto che il film è rovinato, Vale, io vado a vedere se hai qualcosa di dolce in cucina."
"Aspe, vengo con te." disse Valeria
alzandosi dalla bean bag, poi si rivolse alle ragazze sul divano.
"Volete qualcosa?"
Le due scossero la testa.
Raggiunta la cucina vide Chiara aprire e chiudere tutti gli stipetti.
"Non hai della cioccolata?"
"In estate? Sei pazza. C'è del gelato in freezer."
"Non mi va il gelato. Dei biscotti?"
Valeria, che non l'aveva seguita per fare la brava padrona di casa, la ignorò e domandò:
"Che volevi dire prima?"
Chiara, che nel frattempo aveva trovato quello che cercava, si girò verso Valeria.
"Quello che ho detto. Che anche lei ti guardava di nascosto e che sei una cretina."
Valeria si mise le mani sui fianchi e, accigliata, fissò l'amica, la quale, posato il pacco di biscotti sul tavolo, continuò:
"Vale, ti devi muovere tu, perché lei non lo farà. Aveva un ragazzo fino a non molto tempo fa e probabilmente è la prima volta che prova attrazione per una donna. E non ti lasciare intimorire dal belloccio di turno, mi pare evidente che non le interessa Josh, lo ha anche detto stasera. Anzi no, l'ha sottolineato, perché le piaci tu."
"Sì, ma anche fosse, potrei essermela giocata male, perché ieri sera ha sorpreso me e Letizia che uscivamo dal bagno."
"E che stavate facendo in bagno?"
Valeria si porto una mano sulla fronte e rispose imbarazzata:
"Stavamo per...."
"E vi siete fermate perché è entrata lei o perché...?"
"No, no, ci eravamo fermate prima. Solo che mentre uscivamo dalla cabina, Ornella entrava. Si è tipo scusata per averci interrotte ed è andata via."
"Mmm....Perché è qua? Voglio dire, dice di non aver letto i messaggi sul gruppo."
"Si tratta di suo padre, lo stronzo è scomparso dalla circolazione anni fa e Ornella ha appena scoperto che per tutto questo tempo ha contattato la zia e non lei."
"Quindi era sconvolta ed è venuta da te e tu stai qui a tergiversare. Sei un cazzo di genio Valeria."
Il sarcasmo di Chiara, sebbene avesse origine nelle buone intenzioni della ragazza, infastidì Valeria, che si mise a braccia conserte e girò lo sguardo altrove.
"Faremo così," disse Chiara ignorandola "appena finisce quel cazzo di film, io prendo quella pazza della mia migliore amica e ce ne andiamo dritto a casa. Tu fai quello che vuoi, chiedi a Ornella di restare, accompagnala a casa, fatti un giro con lei, ma ti prego fai qualcosa."
Chiara aveva ragione, ma ugualmente Valeria si sentiva rimproverata.
"Ora però" aggiunse afferrando i biscotti " torniamo di là, sono curiosa di sapere come finisce il film."
Quando i titoli di coda apparvero sullo schermo, Chiara come aveva promesso, dichiarò che per lei la serata era finita e che voleva tornare a casa, sotto lo sguardo stupito di Ilenia, che non capiva perché l'amica avesse tanta fretta.
"Dai andiamo che sono stanca."
"Sul serio?"
"Sì, la sorpresa del colpo di scena è stata talmente forte, che mi sono stancata."
"Eddai, non l'ho fatto di proposito!" si lamentò Ilenia. Dopo si rivolse ad Ornella e premurosa le disse:
"Ho visto la tua bici sotto, ma è tardi, ti diamo un passaggio a casa, la bici la recuperi domani."
Chiara non diede il tempo a Ornella di elaborare la richiesta e secca disse:
"No."
"Come no, Chiara? Non può andare a casa da sola."
"Non ho detto questo, ma io non l'accompagno."
Ilenia, più confusa che irritata, disse:
"Non fare la stronza."
"Sono stanca, punto. Se la vedono loro. Ora noi andiamo."
Chiara prese la mano di una confusa Ilenia che però non mollava e continuava a dire a protestare.
Ornella aveva seguito la scena incuriosita, confusa anche lei, ma a differenza di Ilenia, aveva l'espressione di una che sapeva che le era sfuggito qualcosa. Si girò infatti verso Valeria con aria interrogativa, ma questa schivò il suo sguardo per paura di non essere credibile se avesse provato a fare finta di niente.
"Buona serata ragazze." disse Chiara mentre usciva di casa con Ilenia al seguito.
Dopo qualche secondo di silenzio, la curiosità di Ornella ebbe la meglio.
"Che l'è preso?"
Non sembrava infastidita di essere stata lasciata in balia della notte, come avevano sentito dire a Ilenia mentre usciva.
Stavolta Valeria non poteva sottrarsi dal confronto, c'erano solo loro in salotto.
Ornella era ancora seduta allo stesso posto che aveva occupato per tutto il film, mentre lei rimasta in piedi stava valutando come rispondere a quella domanda.
Fai quello che vuoi, ma ti prego fai qualcosa, le aveva detto poco prima Chiara. E forse era il momento di darle credito; perciò non pensando alle conseguenze che un'affermazione del genere avrebbe portato, disse:
"Credo.... anzi so, che la sua intenzione era di lasciarci da sole."
Ornella adesso non la  guardava più, ma rivolgeva lo sguardo in avanti, con le mani posizionate, come la sera prima, in mezzo alle gambe.
"Perché?" chiese timidamente.
"Perché è convinta che mi piaci."
Ed è convinta che anche io ti piaccio, ma questo Valeria lo tenne per sé.
"A giudicare da quello che avete fatto tu e Letizia in bagno, ha torto."
Touché pensò Valeria, anche se fu leggermente infastidita dal tono accusatorio di Ornella. Cercò, però, di non fare altrettanto dicendole che era colpa sua e di Ken se si era buttata tra le braccia di Letizia.
"Non è successo niente. Ci siamo solo baciate." disse sedendosi sul bracciolo del divano opposto a dove era seduta Ornella.
Quella posizione più adatta alla fuga che al dialogo, ma Valeria temeva di avvicinarsi troppo alla ragazza.
Ornella fece un risolino nervoso.
"Valeria, vi ho viste aggiustarvi i vestiti.... Però, non sono affari miei, anzi ho sbagliato a tirare fuori l'argomento e tu non sei tenuta a spiegarti."
"Invece ti devo una spiegazione, perché Chiara ha ragione. Mi piaci, dal primo momento in cui ti ho vista nel negozio di tua zia. Anzi, sei proprio il motivo per cui ci sono entrata."
Ornella si girò verso Valeria, guardandolola tra il divertito e l'incuriosito.
"Ti ho notata da fuori" continuò "sono entrata anche se non dovevo comprare niente, e quando mi hai detto che non lavoravi lì e ci sono rimasta male perché a quel punto non avrei saputo dove trovarti."
"E il bracciale che hai comprato...?"
"Ho preso la prima cosa che mi capitava a tiro. È di là. non so che farmene. Se fossi stata più lucida avrei scelto qualcosa altro, ma c eri tu a distrarmi."
Ora il sorriso di Ornella era più accentuato.
"Quindi, sì, mi sono buttata tra le braccia di Letizia, ma l'ho fatto perché quel cretino continuava a ronzarti attorno e io ho perso la testa. Ma non mi piace lei. Mi piaci tu. E quello che mi fa impazzire è che non capisco quello che pensi tu, ieri ci è stato un momento in cui ho sentito che...."
"C'è stato il momento, Valeria."
Valeria scivolò dal bracciolo al divano, ma continuava a rimanere dal lato opposto di Ornella che, però, ora aveva smesso di sorridere e aveva cominciato a tormentarsi  il labbro inferiore, mentre fissava il pavimento.
Valeria non disse nulla, aspettó che la ragazza elaborasse quello che aveva detto. Ma non dovette attendere molto.
"Non sei l'unica che prova qualcosa, Valeria, solo che....non so che fare."
Ornella si asciugò frettolosamente un paio di lacrime che le erano sfuggite e Valeria dovette sforzarsi di alzarsi e stringerla tra le braccia. Si permise, però di avvicinarsi a lei e dopo aver cercato il suo consenso con lo sguardo, le prese la mano.
"Stasera non devi fare proprio niente,  Ornella. Anzi non è detto che tu debba fare qualcosa,  mi basta esserti amica."
Ornella annuì e altre lacrime le solcarono il viso, ma Valeria fu lieta di vedere che la ragazza  non aveva ritirato la mano.
Incoraggiata da questo, Valeria con l altra mano le asciugò le lacrime, mentre Ornella le faceva un mezzo sorriso.
"Non piangere però."
"Ok."
"Vuoi che ti accompagni a casa?"
"Sì, per favore."
Il viaggio verso casa di Ornella fu silenzioso, ma non per questo  imbarazzante. Almeno così era per Valeria, la quale si sentiva sollevata per aver aperto il suo cuore e perché aveva scoperto che Ornella ricambiava in qualche modo i suoi sentimenti. Certo, non aveva alcun controllo su quello che Ornella avrebbe deciso di fare in proposito, ma perlomeno, adesso, Valeria non avrebbe avuto niente da rimpiangere.














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