Capitolo Sette

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Marco aveva peccato di scarsa originalità, sia nei contenuti che nei modi. Non era la prima volta infatti che Valeria veniva trattata in quel modo.
La prima volta che qualcuno l'aveva sbattuta al muro come aveva fatto Marco, Valeria aveva sedici anni e aveva appena fatto coming out con un paio di amiche. Tra queste amiche, oltre Laura con la quale era stato relativamente semplice perché anche lei era lesbica, c'era anche Alessia, che fino a quel momento aveva considerato la sua migliore amica.
Le due si conoscevano sin dalle medie e sicura del legame che c'era tra loro, Valeria durante un pomeriggio di studio aveva preso il coraggio a due mani e le aveva confessato che le piacevano le ragazze. Alessia si era mostrata sorpresa ma l'aveva supportata e lei era tornata a casa con il cuore più leggero.
 Alessia aveva, però, due grossi difetti, il primo era quello di non riuscire a tenere nulla per sé, il secondo era il suo fidanzato, Nico. A Valeria il ragazzo non piaceva, lo trovava antipatico, ma questo sentimento non aveva a che fare con Alessia, per la quale Valeria provava niente di più di una sincera amicizia. Tuttavia Nico, che aveva saputo da Alessia che Valeria era lesbica, si era convinto che lei stesse cercando di circuire la sua
fidanzata e un pomeriggio che Alessia si trovava a casa di Valeria per guardare un film, Nico, approfittando dell'assenza di adulti in casa, si era presentato a casa sua e le aveva intimato di stare lontano da Alessia. Valeria aveva protestato e il ragazzo l'aveva spinta al muro e le aveva detto, testuali parole, stalle lontana, lesbica di merda. Dopo di che, era andato via portandosi dietro Alessia.
Valeria era rimasta spiazzata, più  che dalle  parole del ragazzo, dalla mancata reazione della sua amica, che non aveva speso nemmeno una parola in suo favore e non aveva opposto resistenza quando era stata portata via.
Addirittura, il giorno dopo, a scuola, Alessia si era mostrata fredda, e durante la ricreazione con sguardo basso e le braccia conserte, aveva detto a Valeria che le dispiaceva, ma Nico non voleva che loro due fossero amiche.
Perciò, quando Marco l'aveva spinta contro il muro, Valeria aveva avuto un deja vu e nonostante l'appoggio di Ornella, che al contrario di Alessia l'aveva difesa, l'episodio aveva avuto un certo impatto su di lei.
Le parole di Marco, sebbene fossero tutt'altro che inedite, facevano comunque male.
L'idea che Valeria fosse gay perché non era riuscita a trovarsi un uomo, infatti, era opinione condivisa da molti. Persino sua madre le aveva detto una cosa del genere. Aveva diciott'anni, all'epoca,  e aveva fatto coming out già da un pezzo, quando sua madre, una domenica a pranzo, aveva approfittato di un racconto di Andrea che aveva conosciuto da poco un ragazzo, per dire a Valeria che non fosse stata così mal disposta nei confronti degli uomini, forse ne avrebbe trovato uno anche lei e, di conseguenza, risolto il suo problema. Valeria era rimasta talmente spiazzata che non era riuscita a spiegare alla madre che che lei non aveva niente contro gli uomini, semplicemente non ne era attratta né romanticamente né sessualmente. La frase della madre l'aveva fatta sentire in difetto, come in difetto si era sentita quando Marco le aveva praticamente detto che la causa della sua omosessualità era perché nessun uomo la voleva.
Era una teoria priva di fondamento, eppure, per qualche motivo aveva provato vergogna.
Valeria non condivise questi pensieri con la sua migliore amica, quando chiamò, il giorno dopo.
Si limitò a fare un resoconto di come erano andate le cose e fu Laura a commentare quando l'amica finì di parlare.
"Che pezzo di merda!" 
"Te l'avevo detto, solo che tu non mi hai creduta."
"Ma sì che ti ho creduta, solo che non credevo arrivasse a tanto. E Ornella? Che ha fatto?"
"Se l'avesse potuto uccidere con lo sguardo l'avrebbe fatto."
Disse con una punta di immotivato orgoglio.
"Comunque grazie a lui sa che sono gay." aggiunse Valeria.
"Ma non hai detto che già in auto avevi cercato di farglielo capire indirettamente?"
"In effetti, lo aveva capito, però,  è stato Marco a  confermare i suoi sospetti. E non mi va giù. Avrei dovuto farlo io."
"Se l'aveva capito che cosa c'era da aggiungere?"
"È  che non vorrei che pensasse che glielo tenevo nascosto per qualche motivo sordito. Non  vorrei che pensasse che ho secondi fini."
"Ma tu hai secondi fini, Valeria."
"Punto primo, detto così è squallido; è vero mi piace, ma non le salterei addosso senza il suo permesso. Secondo, Laura, mi domando se, sapendolo dall'inizio, avrebbe accettato di venire a mare con me, e se adesso che la scoperto non pensa che io sia...non saprei."
"Una pervertita?"
Valeria sospirò, Laura le aveva tolto le parole di bocca.
"Sì."
"Vale, innanzitutto non siamo più a liceo, dove c'erano dei ragazzini stupidi che credevano che saltassimo addosso a tutte le ragazze e che non fossimo capaci di gestire le amicizie con loro, sia che ci piacessero o no. Anche se Ornella non provasse quello che provi tu,  è comunque abbastanza adulta da gestire la cosa, perciò dalle fiducia. Secondo, non è  detto che non ricambi. Nel frattempo non fare come hai fatto con....."
"Se tiri fuori la storia di Elisa un'altra volta, ti giuro che ti sbatto il telefono in faccia." la interruppe Valeria.
"Tecnicamente parlando, non puoi sbattermi il telefono in faccia, perché non stai parlando con un telefono fisso, ma sei al cellulare..."
"Laura..."
"Ok, sto zitta e nominerò Elisa solo per fare del sano gossip e  dirti che con la spagnola è finita."
"Quindi è libera."
"Chi Elisa o la spagnola?"
"Intendevo Elisa, ma adesso che mi ci fai pensare, la spagnola è meglio"
Laura scoppiò a ridere.
"E tra Ornella e la spagnola? Chi sceglieresti?" 
"Se ti dicessi la verità, mi prenderesti per il culo per i prossimi vent'anni dicendomi che sono troppo smielata."
"Mi stai dicendo che sei così cotta?"
Bella domanda, pensò Valeria, ma temeva che la risposta fosse affermativa.
Finito di ascoltare le raccomandazioni di Laura, Valeria raggiunse Ilenia e Chiara in spiaggia. Ilenia aveva invitato anche Ornella ad unirsi a loro, ma la ragazza aveva risposto che sarebbe andata alla stazione a prendere un'amica. A quanto pareva la migliore amica di Ornella le avrebbe fatto visita per qualche giorno e Valeria, sebbene consapevole che probabilmente non ne aveva motivo, fu investita da ondata di gelosia.
In spiaggia, Ilenia era più su di giri del solito. Appena Valeria si sedette accanto a Chiara infatti, Ilenia che era a qualche metro di distanza con dei tipi, saltellando si avvicinò e disse:
"Lo vedi quel gruppetto di ragazzi?"
Ilenia indicò un gruppo composto da tre ragazzi e due ragazze, a pochi metri da loro, con i quali Ilenia stava parlando poco prima.
"Sì..."
" Ci hanno invitato ad una festa stasera. Ci vieni?"
"L'ho chiesto anche ad Ornella." si intromise Chiara con tono casuale. L'occhiata che però rivolse a Valeria non era casuale per niente.
"E verrà?" chiese Valeria ostentando noncuranza.
"Sì, ha detto che lei e la sua amica ci saranno."
"Allora ci vieni?" chiese Ilenia.
"Sì, certo."
Valeria aspettò che Ilenia si fosse allontanata un po' per rivolgersi a Chiara e dire:
"Avrei accettato di venire comunque, anche se Ornella non ci fosse stata."
Chiara le sorrise, e Valeria non sapeva se le avesse creduto o no.
Ilenia tornò di nuovo trotterellando verso di loro e, sedutasi di fronte alle due ragazze disse:
"Ho parlato con i ragazzi, mi hanno spiegato dove si svolgerà la festa, è la villa di un tipo che hanno conosciuto qui."
Poi Ilenia si rivolse a Valeria.
"Vale, la vedi quella ragazza alta con i capelli biondi corti?"
Valeria si girò verso la tipa in questione e poi di nuovo verso Ilenia.
"Beh, lei è....come te." disse Ilenia alzando leggermente le spalle.
Valeria sapeva benissimo cosa Ilenia aveva inteso quando aveva detto  come te, e realizzò che si era sbagliata. Nonostante sembrasse vivere in un mondo fatato, Ilenia aveva capito che lei era lesbica. O molto più probabilmente glielo aveva spiegato Chiara, la quale, adesso stava guardando l'amica attonita.
"Come me?" chiese Valeria sulla difensiva.
"Dai che hai capito, non me lo fare dire."
"Ile!" la rimproverò Chiara.
Ed eccola qui, di nuovo, la sensazione di essere in difetto, anche se, ancora una volta, non era lei quella che stava sbagliando.
"No, non ho capito, Ilenia. Intendi bionda come me? Anche se i suoi capelli sono più chiari dei miei, probabilmente tinti. Forse intendevi che siamo entrambe alte, ma lei sembra molto più slanciata di me, quindi deduco che non ti riferissi neanche a questo. Quindi a che cosa ti riferivi?"
Ilenia che finalmente aveva capito di aver mancato di tatto, e infatti, abbassò lo sguardo e mormorò:
"Scusa, è che ho pensato che dato che sei single e lei pure, potevate conoscervi.".
"Oh, intendi lesbica, come me, quindi!" disse con sarcasmo "Sai, puoi dirlo non è mica una parolaccia."
Le guance di Ilenia si tinsero di rosso, mentre non osava ancora alzare lo sguardo verso Valeria che nel frattempo si era alzata e stava indossando t shirt e pantaloncini.
"Dove vai?" chiese Chiara.
"Faccio quattro passi e poi a casa."
Mentre si allontanava, Valeria sentì Chiara dire a voce bassa a Ilenia:
"Che cazzo ti dice la testa?"
Poi a voce più alta:
"Valeria, aspetta!"
Controvoglia Valeria si fermò e permise a Chiara di raggiungerla.
"Scusala, si è fissata che deve fare Cupido, ha tentato di accoppiare anche me con un tizio, prima."
"Non è questo il problema." rispose Valeria dura.
"Lo so che non è quello che ha detto, ma come l'ha detto, solo che certe volte sembra sia stata cresciuta da una comunità Amish. Ma credimi se ti dico che non ha cattive intenzioni, ed è veramente mortificata."
Valeria lo vedeva che Ilenia c'era rimasta male, era seduta e si rigirava la sabbia tra le dita. La questione però era: si sentiva mortificata perché aveva capito di aver sbagliato, o, come Valeria sospettava, si sentiva mortificata perché era stata rimproverata a suo parere ingiustamente?
"Lo so che non ha cattive intenzioni." decise di dire Valeria.
"Ci parlo io e le spiegherò che nonostante quello che le hanno detto a scuola, lesbica e gay non sono parole sconce. Tu però vieni stasera, ok?"
"Ci sarò."
"Volevo controllare." disse Chiara facendole l'occhiolino.
Le venne in mente quello che Laura le ripeteva spesso, cioè che doveva frequentare meno gente etero possibile. E forse la presenza della ragazza bionda alla festa di quella sera sarebbe stata una manna dal cielo.
La sera, quando fu ora di mettersi in auto per andare alla festa, il cattivo umore di Valeria non era passato del tutto, ma dato che aveva deciso di uscire, non poteva tenere il muso lungo e cercò di comportarsi con più naturalezza possibile quando Chiara e Ilenia salirono nella sua auto.
Non era l'unica, però, a non aver dimenticato l'episodio di quel pomeriggio. Ilenia, infatti, non era vivace come al solito, ma salutò con un timido ciao, e Valeria, intenerita, non tanto dalla faccia di Ilenia, ma dalla consapevolezza che molto probabilmente la ragazza aveva subito una lavata di capo dall'amica, si girò verso il sedile posteriore e disse sorridendo:
"Ile, è tutto apposto."
La ragazza visibilmente rincuorata, ricambiò il sorriso e cominciò a parlare a macchinetta come al solito.
Ornella sarebbe arrivata con la sua amica. Valeria dedusse, quindi,  che la sua amica a differenza sua aveva la patente, e si appuntò questo dettaglio nella mente, per prenderla in giro più tardi.
Arrivate, notò che c'era già molta gente, nonostante, per la mania di Chiara di arrivare sempre puntuale, fossero arrivate presto. Si guardò intorno, Ornella però non sembrava essere lì.
Il cellulare, però, segnava una notifica. Era un messaggio sul gruppo da parte di Ornella, diceva che erano per strada.
Valeria si separò dalle amiche e andò in cerca di qualcosa da bere.
Non aveva ancora avuto successo quando sentì una voce alle sue spalle dire:
"Ti va?"
Si voltò e davanti a trovò la ragazza bionda della spiaggia, di cui non sapeva il nome, però. Pensò che fosse buffo che Ilenia, la quale si era premurata  di far presente l'orientamento sessuale della sconosciuta, aveva tenuto per sé il nome, che era la cosa più scontata.
La ragazza le stava porgendo una bottiglia di birra, e Valeria la prese rivolgendole un sorriso.
"Sì, grazie."
"Io sono Letizia."
La ragazza allungò la mano e Valeria gliela strinse.
"Valeria, piacere."
"Ora che conosciamo i nostri nomi ci possiamo anche sposare." disse seria la ragazza.
"Cosa?!" esclamò Valeria.
Letizia scoppiò a ridere, e Valeria non poté fare a meno di sorridere anche se non aveva idea di quello che la ragazza intendesse.
"Non lo sai? I nostri amici hanno già deciso che siamo una coppia."
Evidentemente, Ilenia non era stata l'unica a giocare a fare Cupido.
"È il rischio di frequentare gente etero." disse Valeria " Appena vedono due gay li devono accoppiare per forza."
"L'ultima volta che i miei amici mi hanno presentato una ragazza, era una tale stronza che sono scappata dopo cinque minuti. E sai che mi hanno detto quando ho chiesto loro perché mi avessero combinato un appuntamento con una persona del genere?"
"Fammi indovinare, ti hanno detto che dato che era lesbica hanno pensato che potevi uscirci."
"Esatto! Non si sono nemmeno preoccupati di vedere che tipo fosse."
Le ragazze si spostarono in giardino, dove erano la maggior parte delle persone, molte delle quali stavano ballando, e  Letizia, indicando un gruppo di ragazzi, gli stessi che Valeria aveva visto a mare, disse:
"Eccoli lì che ci guardano con aria soddisfatta."
"Sei qui in vacanza con loro?"
"Sì, abbiamo fatto il liceo assieme, ci siamo appena diplomati, e nonostante i loro tentativi di accoppiarmi con la prima lesbica che passa, voglio loro un bene dell'anima. Le ragazze laggiù invece, siete amiche da tanto?"
"No. Ilenia e Chiara sono qui insieme e sono amiche da molti anni, io le ho conosciute la seconda sera che ero qua."
"Sei qui da sola?"
"Sì."
"Scelta insolita."
"Diciamo che la mia accompagnatrice mi ha dato buca all'ultimo."
"Stronza la ragazza."
"Non lo è, non è stata colpa sua, non ne poteva fare a meno."
"Anche io avevo invitato una tizia che però ha deciso di non venire, lasciandomi come una deficiente. Non che stessimo insieme, però, ci sono rimasta male. Continuiamo a sentirci e a flirtare, e detesto ammetterlo, ma mi piace parecchio."
Valeria, che non aveva voglia di spiegare alla ragazza che aveva frainteso completamente le sue parole. Aveva già detto troppo, per i suoi gusti e, ansiosa di cambia argomento, disse:
"Possiamo decidere noi quando sposarci o scelgono loro la data?"
Letizia rise di nuovo, e doveva ammetterlo quella ragazza aveva una risata contagiosa. Ed era anche carina e se non avesse avuto la mente occupata da qualcun altro che da lì a poco sarebbe stata a quella festa, ci avrebbe provato.  Non era l'unica a non mostrare un particolare coinvolgimento, e il fatto che Letizia avesse ammesso di avere per la testa una ragazza, glielo aveva confermato.
Nel frattempo che le due chiacchieravano, Valeria continuava a guardarsi intorno con una certa impazienza. 
"Chi stai cercando?" domandò curiosa, Letizia "L'ho notato anche prima, è da un po' che ti guardi intorno, se ci stessi provando con te, sarei delusa da questo atteggiamento."
Cazzo, pensò Valeria, è così evidente?
"Dovrebbe raggiungerci un'altra amica, ma non la sto vedendo in giro. Tutto qui."
"Amica o amica?"
La seconda volta Letizia aveva usato un tono ammiccante, ma Valeria, fingendo indifferenza, disse:
"Non so di che cosa parli."
"Era a mare con le tue amiche oggi?" continuò Letizia con tono indagatore.
"Chi?"
"Dai!"
"No, non era mare oggi. E non ti scaldare, perché sul serio, è solo un'amica."
Letizia scrutò Valeria per qualche secondo con gli occhi socchiusi.
"Farò finta di crederti e di ignorare il fatto che le tue guance sono diventante leggermente rosse."
Valeria d'istinto si porto le mani sul volto per coprire le guance mentre Letizia ridacchiava.
"Senti un po', mentre aspettiamo che la tua amica arrivi, perché non facciamo contenti i miei amici e andiamo a ballare?"
L'istinto di Valeria le suggeriva di rispondere di no. La richiesta di Letizia era del tutto disinteressata, si vedeva, eppure non voleva che gli altri vendendole ballare potessero fraintendere la situazione. E per altri, intendeva Ornella. Tuttavia, non avendo nessuna buona regione per rifiutare, disse di sì.
Letizia trascinò Valeria nella mischia, e lei, immersa nella musica tra tutta quella gente, si dimenticò dell'ansia che aveva di rivedere Ornella.
Le due ragazze si stavano divertendo a fare le sceme e  Letizia a un certo punto si lasciò prendere la mano e,  messe le mani sui fianchi di Valeria, la fece girare di spalle e la tirò a sé, mentre quest'ultima aveva preso a muoversi esageratamente sinuosa.
L'effetto era volutamente goffo e poco sexy e provocò l'ilarità di Letizia che però stette al gioco e attaccandosi ancora di più a Valeria, cominciò a muoversi assieme a lei, in maniera altrettanto scomposta.
Fu mentre Valeria si portava la mano sui capelli, che vide Ornella ferma sulla soglia della porta-finestra che la fissava.
Si fermò, accennò un sorriso imbarazzato, e alzò la mano per salutarla.
Ornella però non ricambiò il saluto, ma, con un'espressione irritata, si girò e fuggì via.
Non stava flirtando con Letizia,  era palese che l'intenzione non era quella di ballare in maniera provocante, ma anche se fosse stato così, Ornella non aveva ragione di fuggire via, a meno che non fosse gelosa del fatto che stesse ballando con un'altra.
Valeria, ubbidendo all'impulso di correrle dietro,  si mosse qualche secondo troppo tardi,  e, rallentata dalle persone che stavano ballando o semplicemente parlando a gruppi, rischiò quasi di mancare Ornella e la raggiunse solamente quando fu fuori dalla villa.
La trovò appoggiata a un'auto, con il telefono premuto all'orecchio che cercava di chiamare qualcuno che però non rispose.
Per un attimo, Valeria fu combattuta tra andare dalla ragazza e affrontare un eventuale dramma o tornare a divertirsi alla festa come stava facendo; ma poi le venne in mente Laura, che se fosse stata lì, le avrebbe urlato nell'orecchio cosa fare, o, come faceva ultimamente, avrebbe tirato fuori per l'ennesima volta la storia di Elisa. Su quella aveva ragione, però.  Valeria,all'epoca, si era lasciata sfuggire un'occasione e non avrebbe fatto lo stesso errore due volte di seguito.

Se mi innamoro sotto le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora