Capitolo Sedici

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"Che cazzo mi metto?" si stava lamentando Ornella, mentre frugava nell'armadio.
Aveva appoggiato il cellulare sul letto con il vivavoce inserito e dall'altra parte, Paola ridacchiava. Stava desisamente minimizzando i suoi schleri.
"Ma vedrai che una camicetta e un paio di pantaloncini carini andranno bene, o no?" disse Paola.
Quel pomeriggioi, Ornella era stata in spiaggia con le ragazze e  lei e Valeria si erano comportate come al solito, fino a quando non erano rimaste sole per pochi minuti; allora Valeria aveva approfittato per sedersi accanto a lei, aveva appoggiato il mento sulla sua spalla e le aveva detto che la trovava molto carina.
Ornella aveva sorriso timidamente e se solo non ci fossero le altre in giro, l'avrebbe baciata.
Valeria, prima che Ilenia e Chiara tornassero dal bar, aveva chiesto ad Ornella se voleva cenare con lei a casa sua quella sera, e lei aveva accettato prima ancora che la ragazza avesse il tempo di finire la frase.
Aveva presto realizzato, però, che sarebbero state sole quella sera e da quel momento tutte le paure della sera prima erano ritornate in superficie.  E per evitare di pensarci, adesso, si stava concentrando sull'outfit.
Ci pensò Paola, in meniera forse non del tutto inconsapevole, a dare voce ai timori di Ornella.
"Credi che farete sesso?" chiese in  maniera casuale.
"Oddio, Paola!"
"Vorresti farmi credere che non ci hai pensato?" domandò scettica l'amica.
Il problema era che semmai ci aveva pensato anche troppo.
Ornella prese il cellulare, disattivò il vivavoce e lo portò all'orecchio.
"È che ho un po' paura, Paola." confessò a voce bassa.
"Di che? Hai già fatto sesso prima."
"Sì, con Luca.... Valeria è una donna e io non.....non so come si fa."
"Senti, non so cosa facevate tu e Luca, ma non deve essere molto difficile, voglio dire una vagina ce l'hai anche tu, ti sarai toccata qualche volta, sai cosa farci."
Ornella vide il suo volto riflesso nello specchio, e nonostante fosse sola nella stanza, era arrossita comunque.
"Sì, Paola, ma era la mia...cosa, non quella di qualcun altra."
Sentì l'amica scoppiare a ridere.
"Non riesci a dire vagina?!"
"Paola, rimani seria, per favore!"
Paola era molto disinibitaquando si trattava di sesso, e ad Ornella, solitamente, stava bene che la prendesse in giro perché lei al contrario non lo era, ma non quella volta. Quello era un terreno sconosciuto per lei e aveva bisogno di supporto.
Paola, recepito il rimprovero, tornò seria:
"Punto primo,  credo che Valeria sarà comprensiva se all'inizio sarai un po' impacciata. Secondo," a questo punto la voce della ragazza si allontanò e Ornella intuì che la aveva staccato il telefono dall'orecchio, "potresti studiare un po' di teoria."
"Che intendi dire?"
Ornella era un po' allarmata, credeva di aver intuito cosa stesse per fare l'amica e, infatti, dopo un silenzio prolungato Paola disse:
"Togli il sonoro, se c'è tua zia in giro, ti raccomando."
"Paola, non mi avrai mica mandato il link di un video porno?"
La ragazza si mostrò pragmatica.
"Allora, so che il porno, soprattutto quello tra donne, spesso è pensato per compiacere gli uomini, e immagino, perché non l'ho mai guardato, che sia poco realistico come quello etero, ma le basi sono quelle, Ornella. Almeno così saprai cosa aspettarti."
Quello di cui non era al corrente, però, era che Ornella sapeva cosa aspettarsi. Non sarebbe stata, infatti, la prima volta che guardava video che avevano come protagoniste le donne.
In tempi lontani, quando ancora stava con Luca,  più di una volta, o per meglio dire parecchie, quando era eccitata utilizzava quel tipo di video.  Si chiedeva adesso, se quello fosse stato un segnale.
"Se vuoi lo guardiamo insieme." la incoraggiò Paola.
"Oddio!" mormorò Ornella mentre spingeva play.
"Credo lo dicano anche loro a un certo punto."
"Non è divertente." protestò.
Dopo qualche minuto di silenzio Paola commentò seria:
"Questo in realtà non credo sia difficile."
"Scusa ma a tu a che punto sei?"
"La rossa ha la faccia in mezzo alle gambe della mora."
Ornella pensò che era surreale, ne stavano parlando come se si trattasse di una serie tv qualsiasi.
"E in che modo sarebbe facile, Paola?"
"Basta ricordare quello che è stato fatto a te."
"Beh, Paola io non...."
Ornella si zittì e Paola esclamò a voce un po' troppo alta:
"Non mi dire che Luca non ha mai fatto niente del genere?"
"No."
"E tu? Hai mai fatto....."
"Sì."
"Ma così non vale!"
"Paola non so cosa dirti, gliel'ho proposto un paio di volte, ma mi diceva sempre no e a un certo punto ho smesso di farlo."
Nonostante Paola non commentò oltre, Ornella adesso si sentiva più inadeguata di prima; non solo non aveva esperienza come lesbica, non poteva neanche contare sulla sua esperienza come etero perché non ne aveva abbastanza.
"Credo che la cosa migliore da fare," disse Paola  "è lasciarsi guidare dall'istinto. Verrai che le cose verranno da sé. E comunque fai solo quello che ti senti di fare."
Il video aveva sollevato più paranoie che altro, le ragazze lo lasciarono perdere e per il resto della telefonata Paola aveva cercato di rassicurare l'amica. Infine, l'aveva aiutata a scegliere cosa indossare: una camicetta giallo senape che si annodava in vita e che le lasciava scoperta parzialmente la pancia e un paio di pantaloncini neri. Niente di particolarmente ricercato, perciò Ornella mise più cura nel trucco e nel sistemarsi i capelli, che lisciò con la piastra nonostante il caldo.
Ornella uscì di casa piuttosto presto, sarebbe infatti andata a casa di Valeria in bicicletta. La ragazza si era offerta di andare a prenderla sotto casa, ma lei aveva rifiutato. Voleva essere indipendente ed essere in grado si svignarsela da sola se fosse stato il caso.
Quando, però, Valeria aprì la porta del suo appartamento era talmente bella che per un attimo, l'opzione di passare la notte con lei, apparve ad Ornella necessaria e non più spaventosa.
Il suo caschetto biondo di solito liscio era adesso mosso e la ragazza aveva indossato una mini gonna stretta nera a vita alta e un top bianco corto. Entrambi i capi segnavano alla perfezione le sue curve.
"Stai benissimo." disse Ornella indecisa se baciarla o meno.
Dalla sera prima non ne avevano avuto occasione, e adesso non sapeva come comportarsi.
Fortunatamente, Valeria sembrava essere più a suo agio e, dopo averla presa per mano e guidata dentro casa, le posò un tenero bacio sulla guancia.
"Anche tu, stai benissimo."
Sempre tenendola per mano, la condusse in cucina dove la tavola era già stata apparecchiata. Addirittura, c'erano dei fiori come centrotavola.
"Ho pensato che dato che sono una terribile cuoca, era meglio compensare con i fiori."
"Se non sai cucinare che mangiamo?"
"L'unica cosa che mi riesce bene, pasta con il sugo pronto, però, ho comprato un sacco di stuzzichini e ho preparato la bruschetta come antipasto."
"Un po' deludente, quando hai detto che volevi invitarmi a cena, pensavo a qualcosa di meglio."
Valeria rimase attonita e Ornella, che capì che era stata presa sul serio.
Scoppiò a ridere.
"Scherzavo! Non mi avrai mica creduta?"
Valeria, confusa, fece segno di sì.
Ornella la rassicurò, prendendole di nuovo la mano che poco prima aveva lasciato e tirandola verso di sé.
"Vieni qui." disse.
Poi,  le mise le braccia intorno alla vita e la strinse forte.
"La tavola è bellissima, ma tu di più, e sono sicura che quello che hai preparato sarà buonissimo."
"Ma tu di più." rispose Valeria, mezzo secondo prima prendere a baciare Ornella come se volesse divorarla.
Quel bacio passionale, per quanto gradito, fece riaffiorare le ansie di Ornella, che delicatamente si allontanò dalla ragazza e disse:
"Sarà meglio cominciare a cenare."
Valeria aveva avuto ragione, non era in grado di cucinare:  la pasta era scotta e non aveva abbrustolito abbastanza il pane delle bruschette; Ornella, però, non ci fece caso più di tanto perché si sentiva benissimo.
Le due ragazze erano completamente rapite l'una dall'altra; ogni tanto le loro mani libere si intrecciavano, oppure Valeria  accarezzava l'interno del braccio di Ornella con la punta delle dita, provocandole qualche brivido lungo la schiena.
"Ovviamente, niente dolce," disse la padrona di casa appena finirono di cenare "visto che non riesco nemmeno a cuocere la pasta come si deve. Però, ho comprato il gelato nel posto dove siamo andate assieme la prima volta."
Ornella sorrise pensando a quell'incontro; si ricordò di come a un certo punto fosse stata rapita dai suoi occhi. E proprio al ricordo degli occhi verdi di Valeria, sebbene consapevole che la serata poteva scaldarsi, disse:
"Che ne dici se lo mangiamo di là in salotto?"
E infatti qualche minuto più tardi, mentre il gelato si scioglieva inesorabilmente nei bicchieri che Valeria aveva preparato con cura, le ragazze erano finite una addosso all'altra.
Ornella era di schiena sul divano, mentre Valeria sopra di lei si stava accanendo sul suo collo.
Le loro gambe erano incrociate in maniera e Ornella sentiva premere il proprio pube la coscia della ragazza, la quale con la mano aveva preso ad accarezzarle il fianco.
Quei tocchi la stavano facendo impazzire e, ora, aveva preso a tormentarsi il labbro inferiore per evitare di gemere in un modo che sarebbe stato esagerato per una che aveva ancora i vestiti addosso.
Ornella, con il fiato corto e il cuore a mille, non sapeva fino a quando sarebbe stata in grado dal trattenersi, però.
Non dovette aspettare molto per scoprirlo; Valeria infatti con le labbra scese dal collo fino alla sua clavicola e aperti i primi bottoni della camicia, si diresse verso il seno, coperto solo da un sottile strato di tessuto della bralette.
Valeria raggiunse il capezzolo da sopra il tessuto e stavolta Ornella non riuscì a fare a meno di gemere.
"Aspetta..." disse spingendo via Valeria, mentre si metteva a sedere.
"Oddio, scusami!" mormorò la ragazza mortificata "Mi sono lasciata prendere dal momento."
"Non scusarti, sono io che...."
Stava per dire che non sono pronta, ma non era più sicura che fosse del tutto vero arrivata a quel punto.
"Mi dispiace." disse Ornella, infine, abbottonandosi la camicia.
"E di che?"
Ornella nascose il volto nelle mani e la sua voce uscì ovattata.
"È la seconda volta che ti respingo."
Valeria le prese le mani e le mise giù.
"Non fa niente, sul serio. Te l'ho già detto seguiremo i tuoi tempi."
"I miei tempi, però, potrebbero essere molto più lenti rispetto ai tuoi."
"Vorrà dire che rallenterò, a costo di andare in slow motion."
Ornella le sorrise e poggiò la testa sulla spalla di Valeria.
"Grazie per essere così paziente."
Per tutta risposta la ragazza le posò un tenero bacio sulla testa.
"Dici che se rimetto il gelato nel freezer torna come prima?"disse Valeria guardando i bicchieri sul tavolino che avevano lasciato l'alone sulla superficie.
"Forse." rispose distrattamente Ornella.
Nel frattempo, infatti, le aveva messo le braccia intorno alla vita e aveva nascosto il proprio viso nell'incavo del suo collo. Alle narici le arrivò il profumo fruttato dei suoi capelli, misto a quello più dolce della sua pelle e ne fu inebriata a tal punto da emettere un lungo sospiro.
Sentì di nuovo una scarica di piacere e pensò che poco prima era stata sul punto di perdere la testa quando le labbra di Valeria avevano sfiorato il suo seno coperto dalla biancheria,cosa sarebbe successo, quando le loro mani e le loro labbra sarebbero state libere di esplorare i loro corpi nudi?
Ornella cominciò a strofinare il naso sul collo di Valeria.
"Mi fai il solletico..." ridacchiò la ragazza.
"Lo sai che hai un profumo buonissimo?" disse Ornella con tono suadente.
Sentì Valeria deglutire rumorosamente, mentre le lasciava piccoli baci sul collo.
"Vediamo anche se hai un sapore buonissimo." aggiunse prima di cominciare a leccare la sua pelle.
"Ornella...se fai cosi..."
Valeria non riuscì a terminare la frase perché Ornella aveva cominciato a mordicchiarle il lobo dell'orecchio. Da come aveva affondato le dita della mano sulla sua coscia, capì che la ragazza stava facendo fatica a trattenersi.
Ornella, allora,  si sentì in dovere di incoraggiarla e si mise a cavalcioni su di lei, mentre raggiungeva con le mani i suoi seni prosperosi.
Valeria, però, sebbene stesse ricambiando il bacio, non accennava a ricambiare quei tocchi, neppure quando Ornella cominciò a far ondeggiare leggermente il bacino su di lei.
"Ornella..." provò a protestare ancora una volta, mentre il suo respiro si era fatto più affannoso.
Ornella non la lasciò, anzi adesso aveva messo le mani dentro il suo reggiseno e con i pollici le stava stuzzicando i capezzoli.
A quel punto le proteste di Valeria si fecero efficaci. La ragazza costrinse Ornella a togliere le mani da sotto la maglietta e chiese dolcemente.
"Tesoro, che stai facendo?"
"Pensavo ti andasse." rispose Ornella, leggermente delusa.
"Certo che mi va, ma avevi detto di andare piano."
"E se avessi cambiato idea? Voglio dire se a te va..."
"Sei sicura?"
Ornella posò la fronte su quella di Valeria, chiuse gli occhi e sussurrò:
"Sono sicura."
Valeria mise le braccia intorno alla schiena di Ornella, la attirò ancora di più a sé, e le due ripresero a baciarsi; le sue  mani di Valeria, sebbene più audaci, rimasero comunque sulla schiena della ragazza.
"Ornella, tesoro," disse tra un bacio un altro "se a un certo punto vuoi fermarti, sappi che non ci sono problemi."
Quell'atteggiamento premuroso infiammò ancora di più Ornella, la quale prese le mani di Valeria e le portò sul proprio sedere e, mentre la guardava dritta in quegli occhi meravigliosi, con tono perentorio ordinò:
"Andiamo in camera tua e mettiamo l'avanti veloce."

Se mi innamoro sotto le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora