Capitolo Nove

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Quando la mattina successiva alla festa, Ornella  non trovò la zia in casa ebbe il sospetto che la donna se la fosse svignata presto per di evitarla. Era palese che la donna stava cercando di prendere tempo perché non sapeva come spiegare la quella la mail alla nipote. Non era esattamente un atteggiamento molto maturo da parte di quella che tra le due era la più adulta, ma Ornella comprendeva che la zia doveva essere stata presa alla sprovvista e aveva bisogno di tempo, come in fondo ne aveva bisogno Ornella. Se la zia, infatti, si fosse fatta trovare pronta a parlare quella mattina, lei non era sicura che sarebbe stata disposta ad ascoltare.
Il padre non era l'unico argomento tabù quella mattina. Ornella non aveva neanche voglia di parlare della rivelazione della sera prima, né della piazzata fatta a Valeria, per la quale adesso si sentiva in imbarazzo. 
Fortunatamente, però, Paola tenne fede alla promessa implicita di non parlarne finché lei non fosse stata pronta e perciò, mentre si preparavano per iniziare quella giornata, l'amica cominciò piuttosto a lamentarsi della madre che le aveva mandato l'ennesimo messaggio per ricordarle di studiare per i test di ingresso a medicina. La madre di Paola, però, non sospettava che per quei tre giorni, la ragazza non aveva messo in valigia nessun libro. 
Mentre Ornella guardava l'amica gesticolare animosamente e parlare di quanto la madre fosse ossessiva e pressante nei suoi confronti, provò un confortante senso di gratitudine verso di lei.
Al contrario di Paola, l'universo non fu altrettanto premuroso nei confronti di Ornella.
Le ragazze erano uscite con l'intenzione di fare colazione fuori casa, ma nel tentativo di scongiurare il pericolo di incontrare Ilenia, Chiara, o Dio non volesse Valeria, avevano scelto un bar, che Ornella credeva essere fuori portata da tutte e tre le ragazze. Ma non doveva essere l'unica in vena di cambiamenti e, adesso, dall'enorme vetrata del locale poteva vedere le tre ragazza sedute, e con loro, e qui l'universo ci aveva messo il carico da novanta, la biondina dai che aveva ballato con Valeria la sera prima.
"Cazzo, cazzo, cazzo!" esclamò Ornella, dando le spalle all'ingresso del bar.
"Che succede?" chiese Paola spaesata.
"Sono dentro. Tutte! Non pensavo che fossero qui!"
"E vabbè, che ci vuoi fare, Ornella, ormai siamo qui e entriamo."
"Non posso entrare, non dopo come l'ho trattata ieri sera!"
"Chi? Valeria?" disse Paola osservando l'interno del locale.
"Per favore, non farti vedere!" supplicò Ornella.
"Troppo tardi, ci stanno salutando." disse Paola con aria colpevole, prima si agitare la mano verso le ragazze.
Ornella pregò che nel tragitto tra la porta di ingresso e il tavolo dove le ragazze erano sedute, qualcuno lassù avesse pietà di lei, e aprisse una voragine nel suolo, tale da impedire qualsiasi tipo di interazione.
Ovviamente non accadde niente, e Ornella, qualche secondo dopo, si trovò costretta a stringere la mano alla nuova amica di Valeria.
"Stai ancora male?" le domandò Ilenia dopo avere detto alla cameriera di portare altri due caffè e due cornetti.
"Come scusa?"
"Valeria ieri sera ci ha detto che ti sentivi poco bene e, quando non vi abbiamo viste tornare, abbiamo pensato che foste andate via per questo."
"Sì, mi girava la testa, e avevo un po' di vertigini. Credo di aver preso troppo sole."
Era una bugia piuttosto maldestra, qualcuno avrebbe potuto obbiettare che il giorno prima in spiaggia lei non ci era andata.
"Come è andata la festa?" chiese Paola, molto probabilmente per distogliere l'attenzione dallo stato di salute dell'amica.
"Bene, Chiara ha bevuto parecchio!" ridacchiò Ilenia.
"Non è vero!" protestò l'amica.
"Anche Valeria ha bevuto parecchio!" aggiunse Ilenia.
Valeria sospirò infastidita, mentre Letizia sembrava divertita.
"Confermo," disse Letizia "ho dovuto guidare io la sua auto, e dopo aver accompagnato Ilenia e Chiara a casa, ho dovuto trascinare la signorina nel suo appartamento."
"Perché non hai guidato tu?" chiese Ornella a Ilenia, rendendosi conto troppo tardi che la domanda era risultata più accusatoria che curiosa.
"Ho la patente, ma non guido." disse Ilenia stringendosi nelle spalle.
"Menomale, aggiungerei! Signore, io l'ho vista guidare e sarebbe meglio che gliela ritirassero la patente!" si intromise Chiara
"Ehi!" si lamentò Ilenia, a voce alta.
"Così ti impari a dire in giro che sono un'alcolista!"
Era un bene che quelle due fossero presenti, i loro battibecchi servivano a smorzare l'atmosfera pesante.
"Ragazze," disse Letizia alzandosi dalla sedia, "io vi saluto, ritorno dai miei amici prima che chiamino la Farnesina."
"Aspetta, ma hai dormito da Valeria?" chiese Ilenia.
"Certo, altrimenti perché saremmo arrivate assieme?"
Letizia appoggiò le mani allo schienale della sedia vuota e aggiunse:
"Ieri, dopo essermi assicurata che la tua amica arrivasse a casa intera,  era troppo tardi per tornare indietro a piedi o farmi venire a prendere. Perciò, quando Valeria ha recuperato un briciolo di lucidità mi ha detto di rimanere."
Ilenia guardò le due ragazze in modo malizioso.
"Non fare quella faccia!" disse Valeria infastidita "Non abbiamo dormito neanche nello stesso letto."
Letizia cambiò subito argomento, non perché fosse imbarazzata, ma perché era palese il fastidio che l'espressione di Ilenia aveva causato in Valeria. 
"Ad ogni modo ragazze, rinnovo il mio invito per questa mattina, se volete raggiungerci, siete le benvenute."
Letizia uscì allegramente dal bar, e Ornella, che la seguì con lo sguardo, provò invidia nei suoi confronti. Era decisamente una ragazza attraente, non come Valeria, ma era innegabilmente carina. Il taglio di capelli le donava molto e nonostante fosse un taglio decisamente androgino, i lineamenti di Letizia erano talmente delicati, che su di lei risultava tutt'altro che maschile.
Inoltre, la ragazza  valorizzava  la  sua figura alta e slanciata, con vestiti casual, ma femminili. In poche parole, non era un maschiaccio, come poteva sembrare alla prima occhiata.
"Quale invito?" domandò Paola interrompendo i pensieri di Ornella.
"C'è un posto dove ti fanno fare un giro sulla moto d'acqua. Letizia e i suoi amici ci vanno stamattina."
"Non è pericoloso?" chiese Paola un po' allarmata.
"Stai tranquilla," intervenne Chiara con tono rassicurante "ci sono gli istruttori che ti spiegano tutto, e ti fanno mettere il giubbotto. È sicuro."
Paola apparve più rilassata e disse che per lei andava bene.
Ornella, però, doveva fare i conti con il fatto che se avessero accettato, avrebbe passato la mattinata con Valeria e Letizia. E per quanto il giro in moto fosse allettante, non era del tutto sicuro che valesse la pena. Tuttavia, appena guardò la faccia di Paola che sembrava adesso entusiasta e non più preoccupata,  non se la sentì di dire di no. Le aveva fatto mancare la festa del giorno prima, non poteva deluderla ancora. Perciò, con un sorriso piuttosto falso, che non sfuggì a Chiara la quale la stava guardando con aria interrogativa, accettò.
E così Ornella un'ora più tardi si trovò sulla spiaggia incapace di ascoltare le istruzioni che i due bellimbusti degli istruttori stavano spiegando;  con la  coda dell' occhio, infatti, cercava di guardare Valeria e Letizia che a suo avviso erano pericolosamente vicine.
Il bellimbusto numero uno stava finendo la spiegazione con tono alquanto seccato. Ornella immaginò che fosse frustrato perché costretto a ripetere le stesse cose più volte al giorno per tutta l'estate.
"Allora," stava dicendo "Potete salire da soli due alla volta, se vi va. Se qualcuno però non dovesse sentirsi sicuro, Josh salirà con lui o lei."
Il ragazzo mise una mano sulla spalla del bellimbusto numero due, un ragazzo biondo australiano, che parlava un italiano sgrammaticato con un accento marcato e che, a giudicare dall'abbronzatura, non doveva essere propenso all'uso della protezione solare.
"Preferisco  che è lei" commentò Josh con atteggiamento marpione, provocando la risata di quasi tutte le donzelle presenti.
Il collega però che quelle battute era costretto a sentirle per gran parte del giorno, fece una smorfia e andò avanti con il suo discorso.
"Mi raccomando andate piano"  concluse con tono di supplica.
"Chi vuole andare primo?" chiese Josh pieno di entusiasmo.
Ilenia alzò energica la mano e tutti si erano aspettati che vista la sua passione per i ragazzi biondi e palestrati, Ilenia chiedesse a Josh la sua assistenza.
Ma il luccichio che Ornella vide negli occhi della ragazza, non aveva a che fare con il playboy. Il bisogno di adrenalina superava di gran lunga l'attrazione per il genere maschile, perciò la ragazza alla domanda dell'istruttore che le chiedeva se volesse che andasse con lei, rispose:
"No, io quel coso lo voglio guidare da sola!"
Josh diede le ultime istruzioni ad Ilenia mentre quest'ultima indossava il giubbotto di salvataggio, e appena la ragazza mise a moto, si sentì Chiara sussurrare preoccupata:
"Signore, aiutaci!
Mentre Ilenia aveva rifiutato l'assistenza del bel australiano, Ornella, decise di approfittarne.
Colse l'opportunità in maniera decisamente poco matura, di vendicarsi della scena a cui aveva assistito il giorno prima alla villa.
Perciò quando l'australiano chiese chi volesse salire sull'altra moto, Ornella con uno sguardo da cerbiatta, disse alzando la mano:
"Io, ma ho un po' di paura."
"Sul serio?" esclamò Paola "Ma se ogni volta mi costringi a salire su ogni tipo di montagne russe!"
"Sì ma le montagne russe non le guido io." si giustificò.
Paola scosse leggermente la testa e si mise a braccia conserte mentre guardava l'amica chiedere al ragazzo biondo:
"Mi aiuteresti ad indossare il giubbotto?!"
"Certo!"
"Grazie sei molto gentile."
Ornella sentì sbuffare, immaginò che fosse stata Paola a farlo, ma non l'aveva vista, perché era impegnata a fissare il ragazzo negli occhi, il quale dal sorrisetto che stava facendo sembrava gradire.
Salì sulla moto e appena l'australiano si posizionò dietro di lei, la ragazza fece in modo di fare aderire il suo corpo a quello del ragazzo.
"Adesso sono comoda," disse in modo tale da essere sentita.
Mentre guidava, però, si pentì di aver dato inizio a quel giochetto. Infatti si sarebbe goduta di più il giro se non avesse avuto la zavorra dietro, che da bravo istruttore o forse nel tentativo di un approccio, continuava a mettere le sue mani sulle sue per guidarla.
Ornella fu tentata di dargli una gomitata e di buttarlo in acqua, ma sarebbe stato meschino da parte sua.
Tornata a riva rimise l'espressione da cerbiatta e, appena si rese conto che Valeria era nelle vicinanze, ma Paola fortunatamente no, mise una mano sui pettorali di Josh e disse:
"Grazie mille!"
Dopo un po' che fu tornata dal suo girò, Ornella si chiese se quella sceneggiata ne fosse valsa la pena.  Essendo un gruppo numeroso con solo tre moto a disposizione, Ornella si era ritrovata in spiaggia con Valeria che aspettava il proprio turno, senza che questa la degnasse di uno sguardo. Non solo. L'australiano doveva essersi sentito incoraggiato dalle moine di Ornella e aveva, più di una volta, ricercato lo sguardo della ragazza e fatto l'occhiolino.
Quando il tempo che avevano a disposizione finì, il gruppo si sparpagliò per la spiaggia.
Letizia con alcuni dei suoi amici erano andate verso il bar del lido, Chiara e Ilenia parlavano sulla riva con Paola,  mentre Valeria, con altri ragazzi, stava ascoltando con attenzione quello che bellimbusto numero uno stava dicendo. Mentre osservava questa scena, Josh venne verso di lei.
"Spero che paura passata?"
"Sì, è stata una bella esperienza."
"Mi dai tuo telefono?"
"Perché?" chiese Ornella, brusca.
"Voglio darti mio numero."
Se l'era cercata, doveva ammetterlo, perciò controvoglia e accennando un sorriso, fece quello che le era stato chiesto.
Il ragazzo digitò numero e nome e mentre le  restituiva il cellulare, disse facendo l'occhiolino:
"Chiama"
"Certo." rispose lei con un certo imbarazzo.
Appena Josh si fu allontanato, Ornella notò Paola a qualche metro più in là. Si era separata da Ilenia e Chiara che nuotavano in acqua. L'amica doveva aver visto il ragazzo darle il numero e, adesso la stava guardando con la testa leggermente piegata di lato e le braccia conserte.
"Ti sei fatta un nuovo amico." disse, in un tono che Ornella non riuscì a decifrare.
"Sì, qual è il problema?"
"Nessuno," ripose Paola alzando le mani "contenta tu..." 
"Non ho mica detto che lo chiamerò." disse Ornella, la quale si sentiva in dovere di giustificarsi.
Paola la ignorò e indicando Valeria, che si era spostata e adesso era in piedi sul bagnasciuga, disse:
"Adesso è da sola. Perché non la raggiungi e le parli? Hai detto che l'hai trattata male, potrebbe essere un'occasione per scusarsi." 
Ornella non ebbe tempo di ribattere, perché l'amica, dopo averla trascinata verso la riva, la spinse verso Valeria, attirandone l'attenzione e non si poté più tirare indietro.
"Ciao." le disse timidamente  fissando i propri piedi immersi nell'acqua.
"Ciao." rispose Valeria fredda.
"Senti," cominciò, titubante "mi dispiace per quello che ti ho detto ieri sera. Ero nervosa a causa di mio padre e me la sono presa con te. Non avrei dovuto."
"Tranquilla, so bene che a volte la famiglia può essere un vero casino."
"Quindi non sei arrabbiata con me?"
"Certo che no." 
Valeria le fece un sorriso, sembrava sincera.
"Vuoi dirmi altro?" aggiunse guardando di sottecchi Ornella, che però si mise sulla difensiva.
"No, che altro dovrei dirti."
Valeria scosse la testa.
"Niente, cosi per dire..."
"Ho visto che il latin lover ti ha lasciato il suo numero?" aggiunse dopo qualche secondo. 
"Sì, ma non credo che lo chiamerò."
"Da come ti sei comportata, avrei creduto il contrario."
"Ho solo pensato che se fossi stata carina con lui non mi avrebbe fatto affogare." disse Ornella cercando di discolparsi.
"Sei stata carina con lui anche quando siete ritornati, gli hai messo la mano sul petto. Qual è la scusa per quello?"
Al di là del tono stizzito, malcelato, di Valeria, Ornella notò che,mal contrario di quello che aveva pensato, la ragazza  le aveva prestato attenzione.
Disse, perciò, la prima banalità che le venne in mente.
"Beh è, un bel ragazzo."
Valeria si girò verso di lei, con un sorriso ironico sul volto:
"Hai ragione lo è, anzi credo che tu lo debba chiamare, sai? Potresti rimediare una bella scopata."
Valeria le diede una pacca sulla spalla, le fece l'occhiolino e si allontanò senza darle tempo di rispondere e per la seconda volta Ornella si trovò a pregare qualsiasi fosse la divinità che governa il mondo,  che il suolo si spaccasse in due e la inghiottisse.
Paola si avvicinò all'amica.
"Che cos'era quella faccia? Sì può sapere che è successo ieri sera tra voi due?" chiese
 Ornella fece un lungo sospiro.
"Ieri, quando sono uscita di corsa dalla villa, lei mi è venuta dietro per vedere come stessi. Io le ho detto che stavo bene e che poteva tornare dalla sua amica sulla quale stava strusciando il sedere."
"Testuali parole?" la interruppe Paola.
 "Ho detto culo al posto di sedere, ma sì.  A ogni modo, lei ha insistito e le ho detto di papà, ma quando lei ha provato a consolarmi io  l'ho respinta dicendo di levarsi dai piedi e, se le pareva, di scoparsi pure quella ragazza."
"Le hai fatto una scenata, quindi" 
"Beh, penso che possiamo definirla così, ma lei si è appena vendicata; la frase che mi ha detto assomigliava molto a quello che le ho detto io ieri."
"Mmm, non la metterei proprio così."
"Che vuoi dire?"
"Che il suo fastidio può derivare dal fatto che ieri, dopo essersi presa la briga di seguirti per assicurarsi che stessi bene, le hai fatto una scenata di gelosia; oggi, invece, ti vede fare la scema con un biondo fisicato. Credo che tu l'abbia confusa un pochettino."
"Che le frega? Ha trovato compagnia mi pare."
Ornella indicò Valeria che aveva raggiunto Letizia e stava giocando a racchettoni con lei.
Paola mise le mani sui fianchi e disse:
"Vuoi sapere la mia opinione? Te lo chiedo perché ieri non eri molto propensa a parlare, perciò, prima di dire qualcosa che possa darti fastidio, voglio essere sicura che ti stia bene."
"Spara..."
"Rifletti: ieri ti ha seguita e nonostante tu l'abbia trattata di merda ti ha coperto con le altre dicendo che stavi male e non che avevi dato i numeri nel parcheggio. Oggi, ha tenuto a sottolineare il fatto che tra lei e quella ragazza non è successo niente, e le ho guardate per tutto il tempo e credimi, Ornella, non ho percepito nessuna tensione tra le due. Quello che invece ho percepito era che avrebbe voluto staccare la testa a morsi all'australiano tutto muscoli quando tu hai chiesto a quel poveretto di aiutarti a mettere il giubbotto di salvataggio. Ha persino sbuffato, l'hanno sentita tutti."
"Non sei stata tu a sbuffare?"
"No, tonta!"
Ornella si girò a guardare la ragazza che giocava spensierata con gli altri.
"Ne sei sicura?" domandò a Paola senza staccare gli occhi da Valeria.
"Te l'avevo già detto, ma ora che l'ho vista diciamo che sono abbastanza sicura. E se quello che mi hai detto è ancora valido, ti tocca decidere cosa fare di questa informazione."
Ornella riportò gli occhi sull'amica, era chiaro che si riferiva alla rivelazione fatta la sera precedente.
"È che..."
Non riuscì ad andare avanti, non sapeva neanche lei cosa dire.
"Non devi decidere in questo momento. Perché, invece, non raggiungiamo gli altri?"
Ornella annuì e si avviarono verso il resto del gruppo. Dopo un paio di passi, però, Paola le afferrò il braccio e le disse:
"Però ti prego, Ornella, non flirtare più  con nessun altro, intesi?"


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