Capitolo Diciotto

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Ornella si svegliò  tra le braccia di Valeria e, nonostante il caldo fastidioso, non poté fare a meno di sorridere. Era sdraiata su un fianco e intorno alla vita aveva le braccia della ragazza, il cui corpo era premuto contro il suo.
Più delicatamente possibile,  si girò sull'altro fianco, per poterla osservare. Valeria dormiva tranquilla. Aveva la bocca leggermente dischiusa e qualche ciocca del caschetto biondo riversata sul volto. Era bella e, adesso che riusciva a vedere il suo corpo alla luce del giorno e non solo alla fioca luce di una lampada, Ornella pensò che era anche sensuale.
Inevitabilmente, l'occhio le cadde sul segno che Valeria aveva sul collo, facendola vergognare di nuovo. Anche le prime volte che era andata a letto con Luca, aveva fatto fatica a lasciarsi andare. Ci aveva messo un po' a sentirsi libera di godere ad alta voce o chiedere di più. La differenza era che quello che aveva provato la sera prima non si avvicinava nemmeno lontanamente a quello che ricordava di aver provato con il ragazzo e, così, aveva perso il controllo e aveva affondato i denti sulla povera Valeria.
Mentre la guardava dormire, Ornella si domandò se, al di là dell'imbarazzo, la ragazza avesse provato quello che aveva provato lei. Doveva ammettere che non aveva fatto granché, aveva praticamente fatto tutto Valeria e come se non bastasse aveva ricevuto un morso sulla spalla.
Il sole entrava nella stanza ma non era altissimo e Ornella ne dedusse che non doveva essere molto tardi. Non aveva però con sé il suo cellulare, era rimasto all'ingresso insieme alla sua borsa. Non vedeva orologi in giro. L'unico dispositivo era il cellulare di Valeria sul comodino che era dal suo lato. Si disse che non era sbagliato guardarlo se l'unica cosa che le interessava era l'orario e si sporse oltre la ragazza per raggiungerlo. Erano appena le otto e mezza, presto, perciò si accucciò tra le braccia di Valeria.
Ornella, ormai completamente sveglia, pensò alla foto che la ragazza aveva come sfondo del cellulare e che aveva già notato tempo prima. All'epoca aveva pensato si trattasse di un ipotetica fidanzata o di una ex, ma con un pizzico di presunzione, immotivata poiché che erano state a letto assieme solo una volta, ritenne di poter scartare quell'ipotesi; inoltre, a pensarci bene, sembrava esserci una certa somiglianza tra le due ragazze.
Sempre lo stesso giorno in cui Ornella aveva notato quella foto per la prima volta, Valeria aveva nominato la sorella, ma lo aveva fatto con una certa reticenza; questo unito al fatto che non aveva risposto alle chiamate della madre, lasciavano intendere che non aveva un rapporto idiliaco con la famiglia. Forse quella nella foto non era la sorella, ma una amica. Del resto, Ornella stessa aveva centinaia di foto di Paola, persino appese in camera, e forse quella nella foto era la sua migliore amica. Si domandò se anche lei, come Paola, stava aspettando di avere notizie su  quell'appuntamento. Ornella, infatti, era convinta che appena avrebbe preso il cellulare nelle mani si sarebbe ritrovata almeno un paio di messaggi da parte dell'amica che, con impazienza, chiedeva come era andata la serata. Paola le aveva detto la sera prima avvertimi quando torni a casa, ma lei non era ancora tornata a casa perciò...
Ornella si drizzò a sedere di scatto. C'era una altra persona che andava avvertita e di cui si era completamente dimenticata: zia Carla! La ragazza non le aveva detto che avrebbe passato la notte fuori, non era stato pianificato, e presa com'era dalla persona che le dormiva affianco, si era completamente dimenticata.
Si alzò dal letto e si vestì di fretta. Nel mettere i pantaloncini addirittura stava per cadere, l'avesse fatto avrebbe fatto un gran baccano ma riuscì a mantenere l'equilibrio e a non svegliare Valeria. Recuperò il cellulare dalla borsa. Oltre ai prevedibili messaggi di Paola, c'erano un paio di messaggi e circa una dozzina di chiamare da parte della zia. Doveva tornare a casa immediatamente.
Valeria nel frattempo si era girata a pancia sotto ignara di tutto, Ornella però non voleva andare via senza salutarla e allo stesso tempo non voleva svegliarla. Era così carina, mentre dormiva profondamente!
In camera da letto sulla una scrivania,  c'era un libro universitario che non aveva l'aria di essere stato aperto molte volte, un paio di penne e un blocco di post It. Ornella ne prese uno e scrisse:
Scusa, ma sono dovuta scappare prima che zia mandasse la SWAT a recuperarmi. Sono stata benissimo, scrivi appena sveglia.
Poi senza molta paura di risultare infantile disegnò un piccolo cuoricino. Attaccò il post It alla porta della camera da letto e uscì di corsa dall'appartamento.
Rientrò in casa in punta di piedi, non perché fosse una precauzione efficace, sapeva che la zia era sveglia, ma, immaginando la sua reazione, era come se volesse dare meno fastidio possibile.
Carla aspettava, infatti, la nipote in cucina con  le braccia conserte e lo sguardo severo e quando la ragazza mormorò un ciao mortificato, la donna non ricambiò il saluto ma esclamò:
"Ti funziona il cellulare?"
"Sì."
"Bene, volevo sincerarmene prima di rimproverarti. Come diavolo ti è passato per la mente di passare la notte fuori senza dirmelo? Pensavi che te lo impedissi e perciò volevi sgattaiolare di nuovo in casa senza essere vista? Se è così non sei stata molto furba, dovevi tornare molto prima!"
"No zia, mi è passato di mente. Io e Valeria ci siamo messe a parlare dopo cena e ho perso la cognizione del tempo e ci siamo addormetate."
"La tua camicetta dice che avete fatto molto di più che parlare."
Ornella abbassò lo sguardò e notò che per la fretta di rivestirsi aveva abbottonato la camicia storta. Arrossì violentemente mentre rialzando la testa rincontrò lo sguardo di zia Carla che la fissava a braccia conserte.
"Io....non è come...." cominciò a farfugliare e  la zia vedendola in difficoltà abbassò i toni.
"Ornella non sono arrabbiata perché hai passato la notte con Valeria, qualsiasi cosa abbiate fatto, ma sono arrabbiata perché non mi hai avvertito, voglio che sia chiaro questo. Mi sono preoccupata parecchio quando non ti ho trovata nel tuo letto."
"Scusa mi dispiace, zia, non succederà più."
La donna sorrise e disse:
"Scuse accettate, ora siediti che metto su la moka."
Ornella ubbidì, ma da come la zia la fissava, aveva intuito che la conversazione non era finita perciò decise di tagliare corto:
"Se c'è qualcosa che vuoi dire fallo pure."
"Non voglio gongolare, ma mi fa piacere sapere che il mio intuito funziona."
"Che vorresti dire?"
"Che ieri quando hai detto che avresti cenato con le ragazze, avevo capito che avevi mentito e che di ragazza ce n'era solo una."
"Sul serio?" chiese Ornella scettica.
"Non credere di essere così misteriosa, Ornella. Sono tornata dal negozio e ti ho trovato chiusa in camera a parlare con Paola e quando sei uscita di casa eri piuttosto nervosa."
"E questo ti è bastato per capire?"
"No, ma  l'altra volta al centro commerciale mi hai fatto capire che c'era qualcuno che ti piaceva e, siccome parli spesso di lei e la storia della ragazza del negozio sembrava averti turbata, ho fatto due più due...."
"Perché non chiudi il negozio e ti apri una'agenzia investigativa?" chiese Ornella un po' infastidita.
Carla scoppiò a ridere.
"Tesoro, è normale che io abbia prestato attenzione a tutte queste cose, sono tua zia e non mi piace vederti turbata. Al contrario mi piace vederti contenta, quindi ti domando, lo sei?"
Ornella annuì con un enorme sorriso e la zia sorrise di riflesso.
" Credo di sì, è stato come...."cominciò a dire , ma la zia la interruppe bruscamente.
"Niente particolari,"disse posizionando le mani davanti a sé "non credo di voler conoscere nei dettagli la vita sessuale di mia nipote. Sia si tratti di uomini o di donne."
Ornella rise.
"Non stavo dicendo niente del genere." la tranquillizzò "Solo che è stato....giusto, come se finalmente tutto fosse come doveva essere, non so se ha senso."
"Si ce l'ha, Ornella, più di quanto credi."
Dopo aver fatto colazione c'era un'altra chiacchierata che Ornella doveva affrontare, anche se con toni diversi.
Ornella era stata ripresa  anche dall'amica, ma se alla base del rimprovero della zia c'era la preoccupazione, Paola, quando accusava l'amica di non essersi fatta sentire, era mossa solo da semplice curiosità. Ornella l'accontentò fornendo, però, una versione censurata di quello che era avvenuto tra lei e Valeria; fu, tuttavia, abbastanza ingenua da raccontarle del morso.
Paola aveva riso e, senza saperlo, aveva rinnescato in Ornella le insicurezze sorte quella mattina, che però erano momentaneamente passate in secondo piano quando era dovuta correre a casa. Inoltre, per tutto il resto della mattina, Valeria non si era fatta ancora sentire. Ornella pensò si scriverle diverse volte, ma ogni volta che stava per scrivere a Valeria, la risata di Paola le riecheggiava nella mente. Quella mattina aveva avuto paura che alla ragazza non fosse piaciuto passare la notte con lei, e adesso che guardava il cellulare che non segnalava nessuna notifica ebbe la certezza che i suoi timori erano reali. Si insinuò il sospetto che Valeria non volesse fare altro che torgliersi uno sfizio e che adesso aveva deciso che in fondo non ne valeva la pena.
Ornella stava impazzentdo e quando Chiara, il pomeriggio, scrisse che stava per andare in spiaggia decise di raggiungerla per distrarsi.
"Ilenia si è addormetata sotto il sole stamattina," spiegò Chiara, con una risata, ad Ornella che le chiedeva il motivo per cui fosse sola " è tutta rossa e adesso è sdraiata a pancia sotto con la schiena cosparsa di aloe."
"Valeria, invece, l'hai sentita?" aggiunse mentre si dirigevano verso la solita spiaggia "Non ha risposto al mio messaggio, anzi neanche l'ha visto."
Ornella fece spallucce cercando di mascherare il disagio, ma l'amica, che aveva sempre saputo che le due avevano un interesse reciproco, si rese conto che qualcosa non andava e non lasciò correre.
"Tutto bene tra voi? Mi siete sembrate molto affiatate ultimamente."
Il tono di Chiara era stato palesemente allusivo, ma quando non ottenne risposta, credette di aver oltrepassato il limite.
"Scusa, non avrei dovuto chiedere, non sono affari miei."
"Non è questo...." la rassicurò Ornella "è che non lo so in realtà se è tutto apposto."
"E successo qualcosa?"
Niente allusioni stavolta, Chiara sembrava sinceramente interessata e visto che Ornella, sommersa dai dubbi, era in astinenza da amiche, decise di approfittarne.
"Io e lei ci siamo baciate la sera del sushi. E ieri sono andata a casa sua e...insomma..."
"Avete fatto sesso?"
"Sì. Solo che stamattina sono andata via da casa sua perché avevo fatto un mezzo casino con mia zia, e le ho lasciato un biglietto dicendo di chiamarmi, ma lei non lo ha fatto. E adesso mi sento una cretina, perché le ho anche disegnato un cuoricino sul bigliettino."
Quel dettaglio, forse, doveva tenerselo per sé, ma Chiara non sembrava voler prenderla in giro per questo.
"Il biglietto era chiaro?"
"Sì, certo, le ho scritto chiamami appena sveglia, non credo possa essere interpretato in altro modo."
"In effetti..."
"Temo che sia stato orribile e che non voglia più saperne."
"Addirittura orribile, Ornella? Non ti sembra esagerato?" stavolta un pizzico di presa in giro c'era nel tono della ragazza.
"Quale altra spiegazione ci può essere?"
"Non lo so, ma di solito se il sesso è orribile ne sei sicura, non hai il dubbio. Per te come è stato, per esempio?"
La prima parola che venne in mente ad Ornella in risposta a quella domanda fu: WOW!
"Per me è stato bello, decisamente. Ho paura che lei però non la pensi alla stessa maniera."
"Perché?"
Anche se Chiara si stava rivelando una confidente capace, Ornella non la conosceva abbastanza da fare l'errore di raccontarle del morso. C'era piuttosto un altro dubbio che voleva condividere, solo che non sapeva come fare senza scendere nei particolari.
"Perché io....ecco... non ho dato un contributo decisivo." arrancò
Chiara sembrava non aver capito, si era,infatti, fermata e la stava  guardando con la fronte aggrottata. Dopo qualche secondo però le rughe si distesero e, mentre riprendeva a camminare, chiese:
"Intendi che tu non hai fatto le stesse cose che ha fatto lei?"
"Diciamo pure che non ho fatto niente a conti fatti, non so se mi sono spiegata."
Chiara annuì
"Era la prima volta per te?"
"Con una donna, sì"
"Allora non credo si tratti di questo. Non sono un'esperta, ma è normale essere un po' frenati la prima volta. Inoltre, credo anche che tu piaccia tanto a Valeria e dubito che sia stato un problema per lei."
Erano ormai arrivate e prima di scendere le scalette che portavano in spiaggia Ornella fermò l'amica per un braccio e con un pizzico di esasperazione disse:
"Allora perché non mi ha chiamata?"
"Non lo so, ma puoi domandarlo a lei."
Chiara indicò il chioschetto sulla spiaggia, dove Valeria e Letizia stavano parlando con una ragazza che di solito serviva i gelati.
Via il dente via il dolore, pensò Ornella che raggiunse le ragazze a passo svelto, seguita da Chiara che si lamentava della sabbia bruciente. Lei, concentrata su Valeria, al contrario  non ci aveva fatto caso.
Quando raggiunse l'ombra del chioschetto, Ornella osservò la ragazza che parlava con le amiche.  Era carina, minuta, i lineamenti delicati e aveva una massa di capelli ricci castani, che quando erano sciolti dovevano essere la fine del mondo. La bellezza della ragazza non era l'unica cosa che avevano notato, però. L'atteggiamento di Valeria era, infatti, piuttosto civettuolo e  il modo in cui si era sporta verso la ragazza le stavano facendo pensare che fosse interessata. Ornella ebbe la conferma quando, la ragazza, cominciò a flirtare sfacciatamente. Non aveva ascoltato l'inizio di quella conversazione, ma aveva sentito Valeria dire con tono inequivocabile che lei preferiva  le cattive ragazze perché erano  più divertenti. Fu come se un pugno le fosse arrivato allo stomaco.
Quando, grazie a Letizia, Valeria si accorse di lei, se la trovò che la fissava imbambolata a pochi passi da loro.
"Ornella...." le disse solo.
Ornella, però, non aveva voglia di stare a sentire e fuggì via.
"Ornella aspetta!" sentì urlare dietro di lei.
Senza rendersene conto, Ornella aveva cominciato a correre, Valeria l'aveva, infatti, raggiunta solo quando la prima era arrivata alle scalette. La ragazza le afferrò il braccio, ma lei riuscì a sottrarsi dalla presa e salire le scale, e Valeria la riacciuffò di nuovo solo quando si trovavano ormai sul marciapiede del lungomare.
"Ornella, fermati ti prego."
Ubbidì senza, però, voltarsi.
"Girati, per favore." supplicò Valeria.
Lo fece ma, non riusciva, ancora a guardarla in faccia, perciò tenne lo sguardo basso.
"Non so cosa credi di aver visto, Ornella, ma quella ragazza non mi interessa."
"Non dire cazzate, era palese che ci stavi provando con lei. Ma sai che ti dico? Non fa niente, evidentemente la notte scorsa per te non ha significato abbastanza."
"Innanzitutto, non ci stavo provando, stavo cercando di aiutare Letizia; è a lei che piace la ragazza del chiosco, solo che appena la tipa si è avvicinata si è rimbambita e non diceva una parola. Secondo, Ornella," e qui Valeria cambiò tono, "non credo neanche che ti debba qualche giustificazione visto il modo in cui sei sparita stamattina."
"Sparita?"
Ornella, stupita, incontrò, finalmente, lo sguardo di Valeria.
"Mi sono svegliata e tu non c'eri più. Sei andata via senza una parola e per tutto il giorno non ti sei fatta viva. Mi sono sentita una...."
"Cretina." concluse Ornella, mettendosi una mano sulla fronte.
"Beh, grazie mille!"
"Non tu, io!"
Valeria, sul punto di ripartire di nuovo all'attacco, si zittì e adesso la guardava con aria interrogativa.
"Ti ho lasciato un biglietto," spiegò Ornella "ma mi sembra chiaro che tu non lo abbia visto."
"Non c'era nessun biglietto."
"Quando mi sono svegliata, mi sono resa conto che zia non sapeva che avrei passato la notte fuori. C'erano una decina di chiamate sul cellulare, perciò mi sono rivestita in fretta e, dato che non mi andava di svegliarti, ho preso un post it, ho scritto che dovevo tornare a casa e di chiamarmi appena possibile e lo ho attaccato alla porta di camera tua. Quando non ho ricevuto nessuna chiamata, ho pensato che beh..."
Ornella non concluse la frase perché Valeria stava sorridendo.
"Non avrai usato i post it rosa che erano sulla scrivania?"
Ornella annuì.
"Fanno schifo! Il tuo biglietto deve essere caduto prima che me ne accorgessi. Ad ogni modo avresti dovuto svegliarmi e dire che andavi via. Non è stato bello alzarsi e non trovarti più, ho pensato che ti fossi pentita."
Ornella guardò Valeria e vide nella sua espressione la stesse insicurezza che aveva lei.
"Mi dispiace di non averti scritto, e no, non sono affatto pentita, la notte scorsa è stata fantastica, solo temevo di averti delusa." concluse, con le parole che non era riuscita a dire prima.
"Delusa?" disse Valeria avanzanzo verso di lei.
Ornella distolse lo sguardo.
"Sì, pensavo di non aver....fatto abbastanza"
"Abbastanza?" ripeté  la ragazza con un sorriso vagagmente beffardo.
"Cazzo Valeria, ti devo fare un disegno?"
Valeria si mise a ridere e Ornella, così come aveva fatto la notte precedente, si coprì il volto e disse:
"Non ridere, ti prego."
Le mani di Valeria presero le sue e le misero giù le sue, dolcemente.
"Non devi vergognarti di me, Ornella."
Adesso i loro volti erano a pochi centimetri di distanza mentre si tenevano per mano.
"Ornella,anche se ieri sera avessi deciso di non venire a letto con me e andartene dopo cena, sarebbe stato sufficiente. Non devi fare niente di più di quello che ti senti e ti giuro che quello che c'è stato tra noi ieri sera è andato ben oltre la soglia dell'abbastanza. Quindi no, non mi hai delusa."
"Sul serio?"
Valeria annuì e aggiunse:
"Vorrei baciarti adesso, ma non so come ti senti in proposito, visto che siamo in mezzo..."
La ragazza non poté finire la frase perché Ornella si fiondò sulle sue labbra, le avvolse in un abbraccio. Aveva appena scoperto che non le importava un tubo di chi potesse vederla baciare la ragazza che le piaceva; non se ne vergognava, tutt'altro. Per come si sentiva adesso, infatti, Ornella, sarebbe stata anche disposta a salire su un palco e a baciare Valeria di fronte a centomila persone.

Se mi innamoro sotto le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora