Capitolo Dieci

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Come risultato del giretto in moto, Valeria si era scottata al sole ancora una volta e adesso aveva la parte anteriore delle cosce e quasi tutte le braccia arrossate. La schiena era stata risparmiata solo perché protetta dal giubbotto di salvataggio.
Avrebbe dovuto mettere la protezione solare, e aveva pensato di chiedere a Ornella di prestargliela, ma la ragazza era stata troppo impegnata prima ad evitarla e poi a fare la cretina con Josh, o come lei preferiva chiamarlo, Ken.
Valeria aveva rimuginato parecchio sulla scenata che Ornella le aveva fatto la sera prima e le era sembrato di aver percepito della gelosia nelle sue parole. Solo che, quando l'aveva vista provarci con il bambolotto australiano, si era sentita stupida per averlo pensato. Non provava attrazione per gli uomini, ma non era cieca, e, quando c'era un ragazzo così attraente in giro,  come poteva credere di avere una possibilità con Ornella? L'insicurezza ebbe la meglio sul dato oggettivo che quella di Ornella era stata una scenata di gelosia, e nella mente di Valeria si insinuò l'assurdo pensiero che forse  la ragazza si fosse arrabbiata perché apparteneva a quella categoria di persone che accettava l'omosessualità fino a quando non ne vedeva manifestazioni pubbliche.
Tra il sole che aveva preso e Ornella, per la quale adesso provava sentimenti contrastanti a Valeria venne un gran mal di testa. Per questo, appena tornata dalla mattinata frenetica che avevano avuto, saltò il pranzo e si buttò sul letto desiderosa di fare un pisolino . Tuttavia, non riusciva a stare comoda; era solita infatti sdraiarsi a pancia in giù o al massimo su un lato per dormire, ma la pelle delle cosce le bruciava e non riusciva a stare a contatto con le lenzuola e faticava a prendere sonno. Quando, dopo aver finalmente trovato una posizione confortevole a metà tra lo stare supina e lo stare  di lato,  chiuse gli occhi, il telefonino cominciò a squillare.
Valeria di istinto lo prese e se lo porto all'orecchio e con voce assonnata disse:
"Pronto?"
"Ciao tesoro, come stai?"
Cazzo, pensò, pentita di non aver letto il nome su display.
"Ciao, mamma, sto bene." rispose, mettendosi a sedere.
Se doveva parlare con sua madre, non poteva farlo da sdraiata, si sentiva vulnerabile in quella posizione.
"Ti sento assonnata, stavi dormendo?"
"Non proprio, ero a letto però."
"Scusami, amore mio, ma sono giorni che non mi rispondi. Volevo sentire la tua voce."
Valeria rimase un po' interdetta dal tono affettuoso della madre. Innanzitutto, erano anni che non si rivolgeva a lei chiamandola tesoro o amore mio. Il massimo che le aveva concesso era di chiamarla Vale ogni tanto. In più, di solito non si dimostrava tanto premurosa e quando lo faceva, le premure erano il preludio delle critiche.
"Il fatto è che ho mal di testa, ma', devo aver preso troppo sole."
"Mmm, devi stare attenta, sei chiara di pelle come papà. Che hai fatto di bello stamattina?"
Valeria decise di omettere il dettaglio sulle moto d'acqua, non voleva che la madre le facesse una filippica sul fatto che erano pericolose, e inoltre doveva ammettere che non voleva farla preoccupare. Perciò disse solo:
"Sono stata in spiaggia con altri ragazzi."
"Bene, sono contenta che ti sia fatta degli amici. Dimmi, c'è qualcuno in particolare con cui sei diventata amica, qualche bella ragazza?"
Questo era troppo. Valeria poteva sopportare che sua madre improvvisamente la chiamasse con epiteti affettuosi e che mostrasse interesse per quello che faceva durante il giorno, ma non avrebbe tollerato domande sulla sua vita sentimentale, quando per molto tempo la donna si era rifiutata di prendere atto che la figlia più piccola ne avesse una.
"NO!" esclamò brusca.
Sua madre dall'altra parte piuttosto confusa disse:
"Non scoraggiarti, tesoro, vedrai che incontrerai sicuramente qualcuno, arriveranno un sacco di ragazzi."
"Quello che intendevo, mamma, è che non  risponderò a questa domanda. Come mai questo improvviso interesse per le mie relazioni interpersonali? Da quando ho fatto coming out non hai mostrato il minimo interesse verso chi frequentavo, anzi sei sempre infastidita se qualcuno tira fuori l'argomento."
"Non è vero." protestò debolmente sua madre.
"Non dire cazzate, mamma." disse fredda la ragazza " Ti devo ricordare di quella volta che ero in lacrime in camera mia tra le braccia di Andrea che mi stava consolando perché Lucia, di cui tu non pronunciavi nemmeno il nome, mi aveva lasciato e tu senza nemmeno entrare in stanza hai commentato vabbè sono cose che succedono e poi sei andata via?"
"Pensavo che....insomma c'era Andrea con te che sembrava molto più adatta."
"Non avevo bisogno di persone adatte, avevo bisogno che le persone che mi vogliono bene mi stessero vicino. Ad ogni modo,  me la cavo benissimo da sola, perciò non c'è alcun bisogno che ti informi sulla mia vita amorosa."
Il tono distaccato doveva aver colpito la madre, più di quando aveva previsto, infatti, la donna dall'altra parte era rimasta in silenzio per un considerevole lasso di tempo.
"Ok, Valeria, ti lascio riposare, ti voglio bene." disse infine; sembrava ferita e  senza aspettare che la figlia ricambiasse il saluto, la donna chiuse la telefonata.
Valeria si sentì in colpa, quello che aveva detto non era falso, tuttavia le dispiaceva aver inveito contro la madre. Così nei suoi pensieri di si era aggiunta un'altra donna di cui preoccuparsi.
Nonostante quella chiamata, Valeria riuscì a prendere sonno quel pomeriggio. Il pisolino pomeridiano però si trasformò in uno stato comatoso, dal quale la ragazza si ridestò dopo sei ore, quando il sole stava ormai tramontando e sul suo cellulare c'erano un paio di chiamate perse e numerosi messaggi.
Le ragazze volevano andare a ballare, solo che Valeria non era del tutto sicura di voler vedere Ornella, perciò le servivano i rinforzi. Scrisse un messaggio a Letizia chiedendole, anzi pregandola di essere presente quella sera. La presenza di Letizia con il suo gruppo a seguito, non solo avrebbe garantito a Valeria una spalla queer sulla quale contare, ma avrebbe ridotto le occasioni di parlare con Ornella, e  quando Letizia accettò,
si sentì più tranquilla.
All'orario prestabilito, Valeria, Ilenia e Chiara si trovarono nel locale scelto per quella sera; Ornella non era ancora arrivata, invece Letizia era già dentro, al bancone del bar, da sola.
Valeria la raggiunse, mentre Ilenia e Chiara si unirono ai suoi amici in pista.
Dopo aver ordinato da bere, prese posto sullo sgabello accanto a Letizia, nella stessa posizione della ragazza,  con la schiena verso il bar e gomiti sul bancone.
"Sai," esordì Letizia " ho cercato su google bar queer nella zona."
"Non ce ne sono." 
"Hai controllato prima di me, quindi?"
Valeria annuì energicamente.
"Questo potrebbe dire,però, che  forse non siamo le uniche lesbiche qui dentro." disse Letizia meditabonda.
"Sei a caccia?" domandò Valeria maliziosa.
"Perché no?"
"Ma non ti sentivi con una."
"Sì, ma punto primo ci sentiamo, non stiamo insieme. Secondo, mi sta tenendo sulla spine e io mi sono stancata dei suoi vorrei, ma non posso, mi piaci ma non mi voglio impegnare, i miei non sanno che sono gay e cose così. Quindi se mi capita qualcuno sotto mano stasera, potrei starci." 
Valeria fece un gesto di approvazione e tornò a guardare la folla.
"Non so se di lesbiche ce ne sono qua dentro, ma vedo una ragazza che potrebbe esserlo che è appena entrata." disse Letizia indicando l'ingresso. Ornella e Paola  erano appena arrivate.
"Di che stai parlando?"
"Mi prendi per il culo, Valeria? Ho visto come è scappata via quando ci ha visto ballare ieri sera e chiaramente è successo qualcosa tra voi quando l'hai seguita fuori, perché stamattina al bar, sembrava in difficoltà. E anche tu lo eri.  Perciò, non credo tu le sia indifferente, e viceversa."
"Beh era talmente in difficoltà che ci ha provato con l'istruttore." disse Valeria in tono acido.
"Stai parlando dell'australiano? Non vuol dire niente, Valeria. Perché non vai da lei?"
"Non saprei....diciamo che potrei averla trattata male."
Letizia la guardò interrogativa.
"Ero indispettita" spiegò Valeria "sia dalla scenata di gelosia che mi ha fatto eri, sia dal fatto che stamattina ha fatto la cretina con quel coglione dell'istruttore."
"Hai una buona parola per tutti, vedo." la interruppe Letizia con tono sarcastico.
Valeria ignorò la battuta e continuò:
"Ad ogni modo,Ornella si è scusata, ma io sono stata un po' acida e  le ho chiesto perché ci avesse provato con il tipo.  Lei mi ha detto che era carino ma che non aveva intenzione di chiamarlo e io le ho detto di fare pure così magari avrebbe rimediato una bella scopata."
Letizia assunse la stessa aria meditabonda che aveva fatto prima.
"Allora" disse "lei è gelosa di te e tu sei gelosa di lei. Mi spieghi allora che cazzo ci fai ancora qui?"
Valeria però continuava ad avere i suoi dubbi.
"Non lo so, Letizia."
"Andiamo, raggiungiamole."
Presero i drink e si diressero verso Chiara, Ornella e Paola che, nel frattempo, avevano occupato uno dei divanetti.
"Che state aspettando, ragazze?" chiese Letizia quando furono vicine
"Uno dei tuoi amici che sta prendendo da bere." rispose Chiara.
"Chi?"
"Giampiero."
" E gli altri?"
"Ballano, Ilenia è con loro. Sedetevi."
Letizia e Valeria presero posto, però furono costrette a dividere un minuscolo spazio, questo non solo aveva causato una strana occhiata da parte di Ornella, ma anche un commento fuori luogo da Giampiero quando era tornato con i drink in mano.
"Vedo che la coppia più bella del mondo ci ha raggiunto!"
"Giampy, dacci un taglio." 
Il rimprovero di Letizia aveva lasciato l'amico un po' esterrefatto, perché il poveretto non aveva capito che cosa avesse fatto di male.
Fortunatamente le chiacchiere ripresero subito dopo, senza nessun altro che facesse allusioni inopportune e Letizia dopo un po', con un abile manovra tattica, trovò il modo di lasciare Ornella e Valeria da sole.
"Come i dieci piccoli indiani..."disse Ornella. Sembrava in imbarazzo, aveva le mani giunte nascoste in mezzo alle gambe e soprattutto evitava di guardare Valeria in faccia per più di mezzo secondo.
"Senti, mi dispiace di averti risposto male in spiaggia." disse Valeria.
"Almeno siamo pari adesso."
Stavolta Ornella sorrise e mantenne lo sguardo su Valeria per più di un secondo. Questo le diede coraggio alla ragazza per domandare  la cosa che le premeva sapere.
"Perché ti sei arrabbiata quando mi hai visto ballare con Letizia?"
"E tu perché ti sei indispettita quando ho posato la mano sul petto di Josh?"
"Forse intendevi dire Ken." disse Valeria per evitare di rispondere alla domanda.
"Ken?"
"Sì, il Ken di Barbie. Non avevi le bambole da piccola?"
"Sì, ma non ci somiglia per niente."
Le ragazze risero; l'atmosfera si era decisamente distesa.
"Non hai risposto alla domanda." disse Ornella.
"E tu non hai risposto alla mia."
Le ragazze si guardarono intensamente negli occhi, il momento sembrò durare in eterno, ma era una sensazione piacevole e Valeria sarebbe rimasta lì a fissare Ornella negli occhi ancora per un po' se una voce non le avesse interrotte.
"Voi non ballare?"
Eccolo lì, Ken/Josh. Valeria pensò che doveva  essere come Maria la sanguinaria, l'avevano nominato troppe volte ed era magicamente apparso. Solo che non c'era nessuno specchio.
"Forse dopo." disse Ornella.
"Allora io siedo con voi."
Il ragazzo non diede modo a nessuna delle due di protestare che si era già seduto.
Ken cominciò a parlare di sé con il suo italiano stentato, che a causa della musica alta, Valeria non riusciva a comprendere; anche se la musica non ci fosse stata, però, non era interessata ad ascoltare, era troppo impegnata a osservare Ornella, che non si sottraeva ai tocchi del ragazzo, il quale aveva più di una volta allungato la mano ora sfiorando il  braccio, ora  la mano, mentre la ragazza continuava a sorridergli come se stesse apprezzando.
Valeria, innervosita, si alzò con uno scatto e fece per andare via, ma Ornella l'afferrò per il polso.
"Dove vai?" le chiese allarmata.
"Vi lascio soli."
"Ma non è necessario."
"Devo andare in bagno."
Ornella riluttante lasciò la presa e Valeria si diresse verso il bagno, dove una volta dentro, sbatté la porta stizzita.
"Ehi! Che succede?"
Letizia era appena uscita da una delle cabine.
"Ken ci prova con Ornella e a lei non dispiace. Il tuo piano di lasciarci sole come vedi è stato inutile."
"Sei sicura? Magari non riesce a levarselo di dosso." rispose Letizia mentre si lavava le mani.
"Ma per favore!" esclamò Valeria con sarcasmo.
"E poi vi prego," aggiunse con un pizzico di esasperazione "finitela di spingermi tra le sue braccia"
"Finitela chi?"
"Tu, Chiara che fa commenti subdoli e Laura che continua a dirmi di non fare come con Elisa. È evidente che Ornella non è interessata."
"Non so che dirti." disse Letizia. "Anche perché non ho idea di chi siano Laura ed Elisa."
Valeria scoppiò a ridere spiazzata da quell'ultima frase.
Si girò verso Letizia e si disse che sarebbe stato molto più facile se avesse invece una cotta per quella ragazza. Era carina, ma soprattutto le piacevano le donne.
Si ricordò della conversazione che avevano avuto all'inizio della serata, Letizia aveva detto che era stanca di stare dietro a una ragazza indecisa, Valeria dal canto suo continuava a scontrarsi con il fatto che Ornella era eterosessuale. Non c'era motivo, perciò, per cui quelle due non potessero farsi un favore a vicenda.
Valeria prese la mano di Letizia e la trascinò in una delle cabine.
"Che stai facendo?" protestò la ragazza, lasciandosi però trasportare.
"Zitta." disse Valeria chiudendo la porta dietro di sé.
Valeria mise le mani sui fianchi e la fece appoggiare alla parete. Poi premette il suo corpo contro quello della ragazza e la baciò.
Letizia sulle prime non oppose resistenza, ma non ricambiò,  dopo qualche secondo però non solo lasciò che Valeria le ficcasse la lingua in bocca, ma cominciò a sbottonarle la camicetta.
Valeria ,nel frattempo, aveva spostato le labbra sul collo di Letizia, e mentre con una mano aveva afferrato uno dei seni della ragazza da sotto la maglietta, con l'altra si stava dando da fare per sbottonarle i pantaloni.
Letizia, aperti tutti i bottoni della camicetta di Valeria, le scoprì il seno e cominciò con le dita a stuzziccare i capezzoli turgidi;  nello stesso tempo Valeria, finì  di torturare il collo della ragazza, e ritornò sulle sue labbra, baciandola di nuovo in maniera famelica.
Valeria, che non riusciva ad aprire i pantaloni di Letizia con una mano, si aiutò con l'altra e senza pensarci due volte, infilò le mani dentro le mutandine, raggiungendo l'intimità della ragazza.
Appena premette le dita sul clitoride, però, Letizia la fermò:
"Aspetta, Vale."
"Che c'è?" chiese ansimante Valeria senza però spostare la mano.
"Non credo sia il caso."
Letizia prese la mano di Valeria e  la portò fuori dai jeans.
"Non prenderla per il verso sbagliato," continuò la ragazza "sei bellissima e sexy, ma non credo che sia quello che tu voglia."
"Lascia decidere me se lo voglio o no." disse Valeria brusca.
"Vale, è chiaro che sei delusa da Ornella, ma fare sesso con qualcuno per ripicca non è la soluzione. Non farò sesso con te che sei arrabbiata con lei, innanzitutto perché non è giusto nei miei confronti, poi perché credo che tu te ne possa pentire."
Touché, pensò Valeria, che adesso si sentiva leggermente in imbarazzo.
"Ora però abbottonati quella camicetta, prima che cambi idea. Perché te lo devo proprio dire, Valeria, hai delle tette fantastiche!"
Valeria scoppiò a ridere divertita, ma lusingata.
Sistematasi la camicetta, Valeria uscì dalla cabina. Stava ancora rimettendosi la camicia dentro i pantaloncini, quando senti la porta principale del bagno aprirsi e qualcuno entrare e dire:
"Ah, sei qui!" 
Valeria alzò lo sguardo e vide Ornella sorridente.
Proprio in quel momento, però, da dietro Valeria spuntava Letizia che si stava riabbottonando il jeans. Appena vide Ornella si bloccò e questo, probabilmente, le fece sembrare più colpevoli di quello che erano.
Valeria vide l'espressione allegra di Ornella mutare in una confusa.
"Ornella, non è come credi." si giustificò Valeria.
Si rese conto, però, che non era esattamente vero; inoltre, se Letizia non l'avesse fermata,Ornella le avrebbe sentite scopare. Ringraziò mentalmente la ragazza per la sua integrità.
"Ti stavo cercando perché volevo dirti che mi sono liberata di Josh, ma se sei occupata non fa nulla."
"Ornella, non è successo niente." ribadì Valeria.
Ornella ridacchiò nervosa.
"Non mi devi nessuna spiegazione, Valeria. Ora vado, a dopo."
Ornella andò via di corsa e Valeria si portò le mani sul volto.
"Ora ci credi  quanto ti dico che è interessata?!" disse Letizia.
Valeria portò giù le mani e guardò l'altra  in cerca di consiglio.
"Credo che dovresti seguirla."
Letizia aveva ragione, perciò si precipitò fuori. Durante quella scenetta nel bagno, le persone dovevano essere aumentate e stava facendo fatica ad individuare Ornella in mezzo alla folla. Quando finalmente riuscì a trovarla però, desiderò non averlo, fatto.
Ornella aveva raggiunto gli altri in pista, solo che attaccato a lei c'era il ragazzo australiano che stava ballando con le mani sui suoi fianchi.
L'istinto le diceva di andare da lei, trascinarla via da quello sbruffone e spiegarle che non era successo niente con Letizia, la ragione, intenta ad osservare il ragazzo tutto muscoli cingere la vita di Ornella, le diceva di lasciar perdere. La questione per Valeria era, adesso, a cosa le conveniva dare ascolto. 

Se mi innamoro sotto le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora