capitolo 9

419 54 3
                                        

Lorenzo's pov:

"ho detto che con te non ci dormo!"

Matteo voleva dormire con me nonostante sono quasi morto per colpa sua! È un cazzo di opportunista!
Mi guardò con con quegli occhi che brillavano.

"dai tesoro, cosa ti costa dormire con me?" chiese con voce bassa e seducente da coglione che si ritrova.

Un brivido mi percorse la spina dorsale a sentire quella voce, ma poi mi ripresi e mi accorsi che mi chiamo.

"tesoro" disse.

Lo guardai male e mi avvicinai pericolosamente a lui con aria arrabbiata, nonostante non gli arrivi nemmeno ai suoi fantastici pettorali tatuati per colpa della mia svantaggiosa altezza.

"chi stai chiamando tesoro brutto coglione?" gli strillai contro mentre lui ridacchiò con un sorriso sornione sul volto.

Sembra mi voglia mangiare con gli occhi...

"oh, il mio Lorenzo è arrabbiato perché l'ho chiamato tesoro?" chiese prima di ricevere un attentato schiaffo, che però bloccò con la sua mano circondando mi il polso.

Solo in quel momento mi resi conto di quanto fossi più minuto rispetto a lui, e se avesse solo voluto, avrebbe potuto sbranarmi in pochi secondi.

"stai calmo tesoro, mica ti mangio, vero?" chiese suscitando in me un enorme dubbio sulla risposta.

"chiamami di nuovo tesoro e bacerò Christian!" esclamai.

Lui rise tirandomi dai polsi verso di lui, per poi prendermi a sacco di patate e buttarmi sul letto, dove mi blocca col suo peso, buttandosi sul mio corpo.
Cercai di spostarlo, graffiandogli la schiena sopra la maglietta nera che indossava, e solo dopo qualche minuto mi resi conto di essermi fermato e di aver lasciato le mie braccia appoggiate alla sua schiena.
Vidi Matteo sorridere, e com'è la prima volta che dormimmo insieme posizionò le sue mani sul mio petto, andando a stringere i pettorali ridacchiando.

"posso dire una cosa o mi fai dormire per terra?" disse con calma poggiandoci la testa e smettendo di toccarli.

"dipende, se vuoi dire se sembrano delle tette, allora aspettati un pugno nelle gengive" dissi sentendolo ridere.

"scusami tesoro, lo sai che non voglio offenderti" aggiunse beccandosi uno schiaffetto sulla nuca.

Dopo questo rimanemmo tutti e due in silenzio.
Nella mente avevo un sacco di cose che vagavano, tutte sbagliate.
In qualche secondo mi resi conto di quanto fossimo sbagliati assieme, di quanto avrei dovuto lasciar perdere uno come lui, di come dovrei dar retta ai miei genitori, e di come avrei dovuto aprire gli occhi, ma la mia mente, il mio cuore e la mia anima sapevano che fin dall'inizio io ero destinato a stare con lui, Matteo Walker.
Lasciai perdere i miei pensieri e decisi di addormentarmi assieme a Matteo.
Passò qualche ora quando il telefono di Matteo che squillava mi svegliò, mentre lui dormiva come un ghiro.

"Matteo... Il telefono" gli sussurrai all'orecchio.

Lui mi ignorò e si strinse ancora di più al mio busto.

"mhh" è quello che ricevetti.

Cercai di ignorare quel mugolio e gli diedi uno spintone con una forza che non sapevo neanche di avere.
Matteo aprì di scatto gli occhi e mi guardò infastidito.
Sin da piccolo odiava essere svegliato mentre dormiva profondamente, ma quel telefono non faceva altro che infastidirmi.

"Matteo, rispondi a quel telefono" dissi irritato, e lui mugolando allungò la mano e afferrò il telefono.

Appena video il nome sul display si alzò di scatto dal mio corpo.
Non lasciai trasparire il mio disappunto e mi misi seduto ad ascoltare.
Stavolta mi avvicinai al telefono per poter sentire chi c'era all'altro capo del telefono ma Matteo fece di no con la testa e mi bloccò dolcemente contro il letto.
Finalmente rispose al telefono.

"che c'è" disse in modo freddo.

Mi accorsi che doveva essere una persona che a Matteo non piaceva tanto data la freddezza presente nella sua voce.
Mi liberai dalla sua presa e mi ostinai a cercare di sentire con chi parlava.
Ci riuscii al secondo tentativo, perché Matteo mi lasciò sentire.

"Matteo, amore mio!" la voce stridula di una donna mi assillò le orecchie, e dovetti prendere tutta la mia forza di volontà per non scoppiare a ridere.

"mi dici che c'è?" ribatté Matteo non dimostrando nemmeno un filo di sentimento.

"niente... È solo che mi mancavi, e volevo sentire la tua voce" rispose con voce ancora più rumorosa.

"Valentine ci sentiamo domani" concluse staccandogli in faccia.

"chi è, la tua ragazza?" lo scrutai in disgusto mentre lui ignorò allegramente la mia domanda.

"Matteo, perché cazzo ti chiama una ragazza nel bel mezzo della not-" non feci in tempo a finire che il telefono squillò di nuovo.
Matteo rispose già pronto a riattaccare.

"Valentine" cercò di dire, ma prima che possa aggiungere altro, lei disse qualcosa che gli fece stringere i pugni e contrarre la mascella, il che lo rendeva più sexy e più attraente di quanto lo era già.

Si alzò definitivamente dal letto e le staccò in faccia per la seconda volta. Prese la sua amata giacca di pelle, le sigarette, l'accendino e la pistola che porta sempre con lui, ma proprio mentre stava per uscire dalla stanza io ribattei.

"mi raccomando, tu fai con comodo che io non ci sono"dissi guardandolo.

Lui ritornò da me con aria dispiaciuta.

"tesoro mio mi dispiace me devo andare" disse accarezzandomi i capelli.

"tu vai a dormire, sarò a casa domattina, se esci chiama Christian, va bene cucciolo?" chiese.

Non è degno neanche uno sguardo o una smorfia.

"ti amo" aggiunse non ricevendo nessuna risposta.

Successivamente uscì dalla stanza lasciandomi solo, con mille dubbi nella testa, e con il silenzio dell'ovvio.
'Valentine' pensai tra me e me.
Che voce da puttana che aveva, ma poi non vede che ore sono?
Ad un certo punto le sue parole mi tornarono in mente.
'amore mio' mi ricordo che disse.
Nonostante chiami nel cuore della notte, nonostante disturbi il mio sonno, e nonostante osi rubarmi via Matteo, si permette anche di prenderlo per tutta la notte?
Proprio mentre ero assorto nei miei pensieri anche il mio telefono iniziò a squillare.
Fantastico.
Allungai la mano verso il comodino e appena vidi chi mi stava chiamando mi venne un colpo al cuore.
Possibile che non potevo permettermi di avere un minuto di pace?

"pronto.." dissi.

"figliolo, è qualche giorno che non torni a casa, dove sei stato?" chiese quella voce in un tono freddo.

"padre, non ti devi preoccupare" risposi.

"mi stai prendendo in giro? Se domattina alle sette non sei a casa, ti assicuro che ti troverò ovunque tu sia e non ti lascerò neanche andare a mangiare senza il mio permesso" strillò dall'altra parte del telefono.

"si, padre" conclusi prima di chiudere la chiamata.

Non poteva andare meglio.
Matteo andrà di matto non trovandomi da nessuna parte, ovviamente non avrei potuto dire nulla a Christian, quello dice a Matteo anche quante volte ho respirato in un'ora.
Cazzo.
Mi misi sotto le coperte, sperando di fare andare via quel bruciore che sentivo al petto, cercando di dormire.
Passarono circa dieci minuti prima che mi rilassassi del tutto, e finalmente mi venne sonno.

--------------------------------------------------------------
Dalixdesix

The Cruel BossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora