Lorenzo's pov:
C'era più casino del solito, oggi.
Rumori, urla e passi. Ero spaventato a morte, non sapevo se fra un secondo o l'altro sarebbe entrato qualcuno e mi avrebbe fatto fuori.
Non riuscivo a capire niente di quello che stava succedendo di sopra, ma di una cosa ero sicuro, dovevo restare nascosto e in silenzio se non volevo che mi succedesse qualcosa, anche se era molto improbabile dato che ero chiuso nella mia camera come un animale al macello.
Aspettai qualche secondo.
Ad un certo punto sentii di passi avvicinarsi sempre di più, non di una ma due persone.
I passi della prima persona erano pesanti e si muovevano velocemente mentre della seconda erano più lenti e li sentii fermarsi davanti alla porta della mia stanza per qualche secondo, per poi andarsene.
E cazzo se io conoscevo quei secondi passi.
Erano inconfondibili, nessuno strisciava i piedi al posto di camminare, come un coglione, tranne che Matteo.
Sgranai gli occhi e mi avvicinai alla porta cercando di aprirla, nonostante sapessi che non si sarebbe aperta. Quelli erano i passi di Matteo, del demone che mi ha fottuto il cervello da anni. Più il tempo passava e più il mio cervello si scioglieva nel tentativo di capire come raggiungerlo, e adesso l'unica speranza era scendere da lui, ma come?
mi guardai intorno in cerca di qualcosa di fottutamente utile, quando gli occhi mi scivolarono sulla finestra che aprivo malapena una volta all'anno.
Beh semplice. Dalla finestra.
Mi affacciai e feci per vederlo parlare con suo padre, mentre Matteo sembrava prenderlo in giro, suo padre aveva un'espressione piuttosto arrabbiata.
Presi coraggio e scavalcai la finestra aggrappandomi all'albero che si trovava appiccicato a quel muro della villa.
Cercai di raggiungerlo ma lui salì in macchina e se ne andò.
Cazzo.
Ormai ero fuori e dovevo solo sperare che mio padre non sarebbe ritornato in camera mia per pestarmi.
Iniziai a camminare sospirando e i miei pensieri erano concentrati solo su Matteo. Io vivevo per Matteo. Matteo era l'unico uomo che poteva farmi sottomettere completamente, che poteva amarmi, l'unico uomo che esista per me, ma logicamente questo lui non lo sa, oppure fa finta di non saperlo, o forse se n'è già accorto e non sta dicendo ne facendo nulla, come se aspettasse che fossi io ad andare da lui.
Perché siamo sbagliati.
La relazione che vorrei con lui è sbagliata.
Il fatto che io ami un ragazzo è sbagliato, tutto questo non farà mai rendere mio padre fiero di me.
Ma non me ne può fregare di meno, che mi baci il culo e mi picchi quanto vuole, ormai io ho già scelto la persona giusta per me, anche se in lui di giusto non c'è proprio un cazzo.
Per questo oggi farò quello che ho sempre fatto per cercare di dimenticare Matteo. Andrò in qualche locale e semplicemente mi farò qualcuno con capelli neri e occhi verdi pensando a Matteo.
Camminai ancora per qualche minuto, poi decisi di entrare nel night club di fiducia e per prima cosa presi un vodka lemon per dare un po' di brio a tutto e poi, sorseggiando vicino al bancone, mi girai ma stranamente non c'era nessuno come Matteo.
Mi sforzai di più, quando accorsi di aver finito il bicchiere.
Mi girai per prenderne un'altro, e mentre stavo per pagare uno stronzo con un ciuffo da cazzone mi interruppe fermando la mano con cui avevo i soldi in mano iniziando ad accarezzarmela."Pago io per lui" disse posando i soldi al barista che li prese e passò alla prossima ordinazione.
Scrutai meglio il cazzone col ciuffo: alto, occhi azzurri e capelli neri, potrebbe essere la mia preda per stasera, se non fosse per gli occhi di color diverso.
Era simile a Matteo ma sentivo che in lui c'era qualcosa che non andava, che non avrei dovuto fidarmi di lui."Non ho bisogno della mamma che mi dia i soldi" dissi mostrandogli apertamente il mio fastidio, non curandomi delle paia di occhi che si girarono per guardarmi. Probabilmente erano stupiti di come io abbia rifiutato di prendere i soldi di uno che era apparentemente ricco, guardando il modo in cui era vestito, i capelli ordinati dietro e disordinati davanti, oppure quel orologio che teneva in bella vista, probabilmente fregandosene se qualcuno glie lo rubasse.
Lui sorrise e mi prese il mento con una mano, e non ignorai la temperatura del mio corpo alzarsi, facendomi diventare bollente.
"Ma se un piccoletto come te viene ancora sculacciato dal padre per aver fatto il monello.." disse ridendo e prendendomi in giro, ottenendo un bel calcio nello stinco con un gemito di dolore da parte sua.
cosa? come faceva a sapere di mio padre e di me? sapevo che non dovevo parlargli e dovevo solo andarmene.
"Chi cazzo sei?" chiesi guardandolo negli occhi con paura, facendo andare via tutto il fascino che mi aveva provocato prima
"Mi presento, sono Angelo, un caro amico di Matteo" rispose premendo il suo pollice sul mio labbro inferiore, facendomi ricordare quella notte con Matteo, quando gli rubai un bacio.
cazzo...
"Sai dove si trova Matteo!?" chiesi nuovamente con un minimo di speranza, ignorando il modo in cui guardava le mie labbra.
"No, non ancora. Ma in questo momento mi interessi solo tu, piccolo" sussurrò, portando la sua faccia nel mio collo per poi iniziare a lasciarci leggeri baci.
"Fanculo allora, non mi interessi" dissi staccandomelo con una forza che non sapevo di avere, andandomene.
"Bel culo, bambola" lo ignorai e uscii dal locale.
Ed è lì che incontrai un ragazzo uguale a Matteo, a cui mi avvicinai e strusciai il mio sedere contro la sua coscia e senti la sua erezione premere contro di me.
Lo afferrai per il colletto e lo portai in un vicolo lì vicino.
Nonostante somigli a Matteo sapevo già dalla faccia e dal modo in cui reagiva non sarebbe capace di scoparmi. Ormai sicuro con l'idea che avrei dovuto cavalcarlo sarei tornato a casa con il bacino dolorante, lui mi portò in un motel lì vicino.--------------------------------------------------------------
Dalixdesix
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The Cruel Boss
RomansaDue migliori amici che si separano da adolescenti per colpa dei genitori. Matteo, che da quando aveva sedici anni ha preso una cattiva strada, lavorando per grandi mafiosi, e Lorenzo, ragazzo che gli è stato portato via dai suoi parenti. Cosa succe...