capitolo 13

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Viktor's pov:

Mi ripassai del tutto prendendo un profondo assaggio di una buona e sana canna piena di ketamina, il fumo mi invase il cervello, facendomi andare dal paradiso e indietro.
Amavo questo posto della villa, c'era fumo a volontà e soprattutto in questa camera precisa che funge da sala d'attesa ci sono una miriade di donne: tette piccole e culo grande, viceversa e tutte e due, bionde, more, corvine, bianche, tunisine e marocchine.
Insomma, un vero paradiso.
Ma le mie preferite in assoluto erano le cubane, cazzo che culo.
Nella mia mano sinistra tenevo la pistola con cui indicai una bellissima cubana con degli slip e un top.
Lei si avvicinò sorridendo e si sedette al mio fianco, mentre io la osservai leccandomi le labbra.

"cazzo se sei bella, principessa" gli sussurrai all'orecchio.

Lei allargò ancora di più il sorriso e se spostò sulle mie gambe, e io colsi l'opportunità di prenderla per i fianchi e stringerla ancora di più a me. Avvicinai le mie labbra alle sue, ma ad un certo punto mi arrivò una chiamata da Matteo.

"Hey capo, bisogno di una sega?" dissi aspettando la sua risposta, sapendo benissimo che scoppierò dal ridere.

"dillo ancora una volta e ti stacco la testa" rispose, provocando da parte mia una risata.

"volevo dirti che ti dovrai occuparti tu degli affari per un po', quel vecchio di mio padre mi ha serrato in casa con una troia per un mese" lo sentii dire.

"porca troia Matteo, con troia intendi quella tettona di Valentine?" chiesi sentendo un luccichio passare attraverso i miei occhi.

"a chi altro potrei riferirmi idiota?" disse sarcastico.

"Matteo giuro che appena tu e Lorenzo vi fidanzate, quella ragazza me la prendo io" dissi pensando già al futuro.

"tutta tua, fatto sta che adesso sono io quello che la deve sopportare, e soprattutto metterla incinta" aggiunse sbuffando.

"tuo padre potrebbe benissimo essere una delle mie puttane, talmente succhiacazzi che è" lo presi in giro ridendo.

"comunque, Matteo. Mia hai chiamato proprio mentre ho un bel fiorellino sulle gambe, ti dispiace lasciarmi per poter continuare la mia esplorazione?" afferrai la coscia della ragazza e la strinsi.

"cazzo, che puttaniere" concluse chiudendo la chiamata.

Ritornai a guardarla mentre gli lasciai dei leggeri baci sul collo.

"allora, dove eravamo rimasti, bambolina?" sussurrai accarezzandogli i capelli e baciandola.

Continuai, assaporando il suo gusto di ciliegia, facendomi impazzire.
La feci avvicinare ancora di più, premendola mia evidente erezione contro la sua fica.
Sentii delle urla provenire da sotto e pensai che quello era i buon giorno in cui avrei bruciato qualcuno e qualcosa.

"Ma porca puttana!" urlai.

Tolsi la cubana dalle mie gambe dolcemente, facendola sdraiare sul divanetto di pelle su cui eravamo seduti prima di essere interrotti, e mi diressi al piano terra.

"chi stracazzo sta urlando?" chiesi imbestialito trovando la figura di Angelo de Santis con in mano una pistola puntata a una delle mie ragazze.

"Voglio parlare con Matt-"

"ascoltami bene figlio di una troia, primo, voglio non esiste. Secondo, se vuoi parlare con lui ci vai senza rompere a me, e terzo, vattene via prima che ti ammazzi" dissi avvicinandomi a lui.

"calmat-"

"calmarmi? Stavo per farmi una dea cubana prima che ti mi interrompessi, mi stai praticamente chiedendo di pestarti!" gli urlai contro.

"e levati dalle palle, perché ho il cazzo evidentemente duro" aggiunsi pronto a dirigermi indietro, quando il più stupido degli stupidi mi prese il braccio.

"sappi che non me ne frega una cazzo, dimmi dov'è Matteo" disse.

"che c'è, hai finito le risorse, piccolo angelo? se mi ricordo bene Matteo ti aveva regalato una delle sue piazze, non ti basta? Sei davvero così debole?" lo provocai sapendo benissimo che avevo ragione, lui non era all'altezza di Matteo, poteva dire e fare le stesse cose, ma non erano uguali.

Matteo era cresciuto con un padre che gli insegnava come padroneggiare la paura, rendendola la sua maggiore forza.
La paura guidava Matteo ovunque andasse, per questo ovunque andasse faceva impallidire dalla paura chiunque incrociasse gli occhi con lui.
Matteo aveva paura di avere paura.
Invece Angelo? Lui aveva paura di Matteo, lo temeva più di chiunque altro, nonostante lo minacci o gli impone condizioni.
Solo a guardarlo si capiva che stava sotto di lui, voleva qualcosa.
Non erano le piazze, non era il potere e nemmeno i soldi.
Angelo voleva essere l'unico che non poteva essere.
Voleva avere la sua vita, era così ingenuo che pensava che la vita di Matteo fosse quella più facile del mondo, ma era il contrario.
Che patetico.

"e dimmi allora, cos'è che cerchi da Matteo?" chiesi sorridendo.

"voglio parlargli"

"di cosa?" azzardai chiedere.

"non credi di fare un po' troppe domande? Sono affari miei e di Matteo, non intrometterti se non vuoi pagare le conseguenze" disse tirandomi più a sé, credendo di farmi provare paura, ma l'unica cosa che provavo era pietà per lui.

"ascoltami bene Angelo, se vuoi che Matteo ti aiuti a risolvere un fottuto problema, bhè.. lui non lo farà. Se pensi di diventare più forte di lui standogli ai piedi e accoltellandolo alle spalle appena ne hai la possibilità, allora ti sbagli di grosso. Non puoi battere qualcuno diventando loro." dissi nella speranza che lui mi lasci finalmente andare al mio lavoro.

"mi stai dando veramente un consiglio, Viktor?" chiese cercando di sembrare in potere.

"affatto, al contrario. Ti sto dicendo di non abbaiare se non sai mordere, caro Angelo" aggiunsi lasciando andare la sua presa, tirando fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca.

"e non potevi semplicemente chiamarlo al posto di venire qui a fare un trambusto? Ne vuoi una?" chiesi vedendo come sbava alle mie sigarette.

"volentieri" fu l'unica cosa che riuscì a sputare, probabilmente sconvolto dal fatto che una persona come me possa dire cose del genere.

Davvero non sapeva niente di niente, né di Matteo né su di me.
Faceva ridere.

"adesso sai cosa fare? Vai a casa, fatti due seghe, e quando sei sicuro di riuscire a ragionare un attimo con quel tuo cervello, chiama Matteo e non rompere più a me" conclusi indicandogli la porta.

Coglione.

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Dalixdesix

The Cruel BossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora