Matteo's pov:
Mi sveglio e la mia mente non riusciva a collegare se ero nel paradiso o nel mondo terreno.
Aprii gli occhi e vidi Lorenzo addormentato con il suo volto angelico e con una mano fra i miei capelli.
Le chiocche della sua chioma bionda gli ricadevano un po' sulla fronte, il che lo rendeva più adorabile di quanto lo era già.
Lo osservai mentre dormiva, e decisi di compiere la seconda mossa azzardata da quando ci eravamo rivisti: gli accarezzai la guancia candida e liscia, sentendo il calore che trasmetteva la sua pelle.
Il suo corpo emettè un fremito leggero al nostro contatto, ma dopo di ciò si rilassò sentendo il tocco della mia mano gelida dalla paura che si risvegliasse.
Lo guardai come se fosse una creatura da venerare, un dio la cui potenza influenzava anche quelli come me.
Pensai che per la suggestione lui mi sentiva, dato che lo stavo osservando, vidi i suoi occhi aprirsi.
All'inizio pareva essere tranquillo e continuò a rilassarsi al mio tocco, mentre, quando si accorse della posizione in cui eravamo, spalancò gli occhi e staccò via la mano che avevo sulla sua guancia."Che cazzo vuoi?" Mi strillò contro.
Aveva il respiro ansante e le guance un po' arrossate, forse per il fatto che io fossi intorno alla sua vita e con le mani che gli finivano sui fianchi.
"Che succede cucciolo, hai paura che ti mangi?" Gli domandai con il mio solito fare ironico.
"E io cosa ne posso sapere? Non mi fido di quelli come te." Disse.
Non risposi, ma poggiai la testa sul suo petto, ricordandomi di quando dormivamo sempre in questo modo quando eravamo piccoli.
Lorenzo sarebbe stato mio se non fosse per i suoi genitori."Perché sei così, Matteo?" Mi domandò.
Quasi inconsapevolmente gli strinsi dolcemente i fianchi.
Le lettere del mio dannato nome pronunciate dalla sua voce, uscite dalla sua bocca pura mi provocò un brivido per tutto il corpo.
Sfortunatamente lui se ne accorse e mi spinse in modo cauto ma provocatorio il suo bacino contro di me, per far aumentare il contatto presente fra noi due.
Quel contatto, così sottile e fragile come un filo bastava per far partire mille fantasie nel mio cervello.
Era sbagliato.
Il nostro incontro era sbagliato.
Io ero sbagliato.
Lui dovrebbe essere la persona più felice che ci sia, con una vita perfetta, con il sorriso stampato sulle sue labbra e con zero ragioni per piangere.
Lui non dovrebbe stare con me, ma anche se sapevo questo più di ogni cosa, non potei fare a meno delle sue iridi, delle sue labbra e del suo volto innocente.
Rimanemmo così per pochi attimi, attimi infiniti.
Quel momento doveva durare per sempre, ma Lorenzo mi spinse via riuscendo a liberarsi dalla mia presa."Matteo, è da pazzi. Io e te abbiamo chiuso tanti anni fa ormai. Non ci sarà mai più un noi."
Disse quelle parole avvelenate da mille peccati, ma i suoi occhi mi parlavano.
Mi dicevano 'Matteo stringimi forte. Non mi lasciar andare' e, come sempre è stato e come sempre sarà, io diedi ascolto a quegli occhi angelici e così ipnotizzanti, che riuscivano a farmi mandarmi in un coma eterno solo guardandoli, quegli occhi che da sempre mi avevano perseguitato anche nei miei sogni, sogni nei quali riuscivo a toccarlo e a parlare con le sue iridi nocciolate. Da sempre.
Io ero stato il primo a capirlo e adesso lui sarà sempre con me, non lo lascerò più andare via."Lorenzo." le sue iniziali mi scivolarono di bocca come una dolce melodia. "Non importa quanto ti cercherai di scappare, adesso che ti ho, non ti lascio più.” Osai dire
Poggiai le mie labbra sulla sua fronte in modo dolce e accarezzandogli i capelli.
"Non pensare che tu abbia il controllo su di me, perché ti sbagli caro mio." disse con un tono abbastanza infuriato. "Non siamo più bambini Matteo, devi capire che anche se ho paura di te non sono impotente, potrei benissimo andarmene per sempre, lo sai vero?" Continuò.
Il solo pensiero che lui possa andarsene via di nuovo mi fece ribollire il sangue.
"Lo sai che potrei trovarti lo stesso vero?" Gli risposi cercando di calmarmi.
Era meglio mantenere la compostezza se non volevo spaventarlo di più, anche se non era del tutto sbagliato quello che aveva detto lui.
'non siamo più bambini' quelle parole mi fecero riflettere.
Aveva ragione.
Lui poteva sfruttarmi e usarmi in tutti i modi possibili, io glie lo avrei permesso.
Poteva diventare il fidanzato eterno di uno dei mafiosi più temuti ma anche tra i più ricchi, lui poteva permettersi tutto se solo mi stesse accanto.
E allora perché?
Perché ogni volta che mi avvicinavo al suo cuore lui mi mandava via?"Sei davvero crudele, non pensare che il nostro vecchio rapporto tornerà, perché ti illuderai e basta."
Le sue parole mi trafissero il cuore, provocandomi una strana sensazione nel petto, mi sentivo vuoto, senza alcun diritto di rispondere, ma non potevo mostrarmi debole dopotutto, se non lo capirà con le parole, lo capirà con le mie azioni.
"Cucciolo, io quando dico una cosa la faccio, dovresti saperlo bene ormai." Dissi.
Lui sgranò gli occhi, incredulo dalla frase uscita dalla mia bocca.
Avanzai verso la porta e la aprii, facendo rivelare l'interno della mansione in cui ci trovavamo.
Ritornai da lui, facendolo salire sulla mia spalla, e procedendo a camminare verso l'uscita.
"Ma che cazzo fai? Sei fuori di testa?" Mi strillò contro.
Io lo ignorai, poco interessato a quello che poteva replicare.Girai per i corridoi salutando di tanto in tanto le guardie che facevano da palo su qualche camera.
Intanto Lorenzo continuava a strillare peggio di una gallina chiedendomi di lasciarlo andare, tentativi ovviamente inutili dato che non lo feci.
Giunti finalmente alla mia stanza preferita decisi di aprire la porta, non sapendo cosa c'era dentro.
Trovai Christian e Alessia che scopavano.
Mi sarei aspettato altre mille cose tranne questo.
"Ma che cazzo Matteo!" Disse Christian.
Prima che io possa aggiungere qualcosa Lorenzo scoppiò a ridere sulle mie spalle.
"Guardalo come ride!" Disse Alessia.
"Non potevate chiudere la stanza a chiave brutti deficienti?" Domandai ironicamente procedendo a chiudere la porta.
"E adesso dove cazzo mi porti?" Esclamò Lorenzo.
"Ti porto nella mia camera." dissi tranquillamente.
"Non è che mi vuoi scopare!?" Aggiunse.
"No, non ancora." replicai entrando nella mia stanza.
La camera era abbastanza buia, ma decorata in uno stile moderno, al centro c'era un letto matrimoniale e accanto ad esso c'erano due comodini, ognuno su un lato.
Avanzai verso il letto e lasciai andare Lorenzo."Che cazzo mi ci hai portato a fare nella tua stanza!" Strillò.
"Faremo colazione!" Esclamai.
"Non voglio fare colazione con te!!" Precisò.
"Non hai scelta, dolcezza."
"In più dov'è il cibo?" Domandò sbuffando.
"A questo ci pensano i cuochi, ovvio".
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The Cruel Boss
RomansaDue migliori amici che si separano da adolescenti per colpa dei genitori. Matteo, che da quando aveva sedici anni ha preso una cattiva strada, lavorando per grandi mafiosi, e Lorenzo, ragazzo che gli è stato portato via dai suoi parenti. Cosa succe...