capitolo 24

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Matteo's pov:

Ero semplicemente lì, sul divano della mia nuova villa con una sigaretta in mano a pensare a Lorenzo. Il profumo della Marlboro red che stavo fumando mi stava portando nuovamente a lui, a tutti i nostri ricordi, sia belli che brutti. Inutile dire in che modo lo pensavo, lui, così fragile e divino che si affidava a me, che donava il suo corpo a la sua anima a un mostro. Lo volevo con me, volevo farlo sentire al sicuro, volevo abbracciarlo, coccolarlo, toccarlo e affondare il mio viso nelle sue braccia. Sorrisi ai miei pensieri, e subito dopo vibrò il telefono che tenevo sul tavolino davanti a me accanto ad un bicchiere di whisky, segno che mi era arrivato un messaggio, che decisi di aprire solo una volta finita la mia sigaretta. Passarono circa cinque minuti e finalmente presi in mano il telefono e dal blocco schermo vidi che era un numero sconosciuto. La curiosità iniziò a crescere in me quindi sbloccai il telefono e controllai il messaggio, che apparentemente era un video. Non sapevo cosa avrei potuto trovare ma lo aprii lo stesso mettendo la funzionalità di schermo intero. Inizialmente il display era nero e dopo pochi istanti l'inferno iniziò. Lorenzo e Angelo stesi su un letto, i loro movimenti erano disordinati. Angelo che spogliava Lorenzo, che lo toccava, che lo baciava e affondava in lui. Lorenzo che si aggrappava a lui lasciando mille gemiti a ogni schiocco fra le loro pelli. Lo guardai tutto, incanalai la rabbia, pezzo per pezzo, poi per scaraventare il cellulare dell'altra parte della stanza bucando il muro. Nel mio cervello vagava solo l'immagine di Lorenzo che si faceva scopare da un'altro, e nonostante lo sapevo più di chiunque altro che lui non era puro, odiavo anche solo il pensiero di lui che non fosse con me. Il sangue ribolliva in ogni dannata vena dentro di me, presi il bicchiere di whisky e lo finii solo per riempirlo ancora un'altra volta e berlo tutto d'un colpo.
Uscii di casa con la pistola in tasca, pronto ad uccidere chiunque mi avrebbe rivolto parola. Avevo bisogno di rendere limpida la mia mente per poter agire in modo cauto e non affrettato. Presi una Mustang regalata da Alejandro ed iniziai a guidare ovunque, non mi interessava la destinazione, avevo bisogno di sentire il motore che vibrava.
Rischiai molte volte di fare un incidente a causa della mia distrazione, per questo entrai in una strada a senso unico e non mi fermai più. I gemiti di Lorenzo e le mani del bastardo che strisciavano sul corpo della mia anima gemella mi faceva esplodere i nervi. Dovetti scontrare una curva, e alla mia velocità non sembrava una delle cose migliori da fare, ma non avevo altra scelta se non volevo tornare alla villa, il luogo in cui tutto l'inferno iniziò.
Non mi ricordavo il momento in cui chiusi le palpebre, ma sapevo solo di essere ricoperto in sangue. Circa dieci secondi dopo la curva uno stronzo con un'Audi mi venne addosso, facendo andare in tilt il mio cervello. Il fumo ricopriva ogni angolo della mia visita insieme all inutile airbag, e nonostante riuscivo a sentire la frattura del braccio sinistro, volevo vedere con i miei occhi chi c'era dietro a questo scontro. Pezzettini di vetro mi cadevano addosso a ogni movimento creandomi ulteriori tagli e ferite, ma non mi interessava, uscii finalmente dalla macchia attraverso il finestrino aperto e riuscii solamente a vedere tre uomini vestiti di nero che erano poggiati sulla loro macchina con il parabrezza ormai inesistente, che fumavano una sigaretta. Uno di loro stava al telefono, e riuscendo ad avvicinarmi lentamente senza farmi scoprire, udii una parte della conversazione.

"La macchina è stata distrutta con lui dentro capo, se dovesse essere ancora vivo avrebbe le minime possibilità di essere salvato in queste strade vuote, morirebbe dissanguato." disse il pelato con un sorriso stampato un faccia.

Chiuse la chiamata dopo vari saluti e si diressero verso la mia auto in cerca del mio corpo morto.
Il sorriso del primo tipo svanì dopo vari secondi, un proiettile gli attraversò il cranio in un millisecondo. Qualche passo in più e mi avrebbero trovato, invece l'uomo cadde a terra, gli occhi ancora spalancati, e sangue che gli usciva dalla bocca e dal cervello.
Qualcuno gli aveva sparato.
Gli altri due si misero in posizione tirando fuori le SIG 1911 dalle tasche guardandosi intorno inutilmente. Lo feci anch'io, trovando una luce accecante nell'edificio che stava dietro di loro. In quel momento mi resi conto di quello che stava succedendo, e mi preparai ad uno scontro enorme.
In una finestra dell'edificio c'era uno sniper, che guardandolo, potevo giurare che stava osservando ogni movimento dei tizi vestiti di nero. Poco dopo saltarono anche le loro teste, in un'esplosione di sangue proprio dall'altra parte della macchina a cui mi trovavo appoggiato a causa del dolore. Non passò molto fino a quando una BMW si fermò in strada tra il fumo e i proiettili, e l'uomo dentro mi fece segno di salire, cosa che io feci senza pensarci due volte. Eravamo in quattro, tre bodyguard pronti a ogni evento improvviso e io, con un braccio messo di merda, pieno di lividi e sporco fino alle mutande.

"Vi ha mandati Alejandro?" domandai cercando di fare uscire per bene la mia voce.

"Si signore, la stiamo portando alla villa del signor Rodriguez a sua richiesta." rispose il tipo seduto accanto a me.

Non replicai né aggiunsi niente, i miei occhi stavano cadendo da soli, i nervi provocati dal video, le mie ferite, la persona che stava dietro a tutto questo, era stressante abbastanza da farmi cadere.
Mi svegliai su un letto che sembrava fatto di cemento, mi sentivo legato da ogni parte del corpo. Mi girai solo per vedere Alejandro che leggeva tranquillo dei documenti con delle cartelle di colori diversi poggiate sulle sue gambe. Tossii per fargli capire che mi ero svegliato e lui sussultò dalla paura guardandomi e trattenendosi dal ridere.

"Sei uno stronzo, non c'era bisogno di incatenarmi così al letto, ho solo qualche botta, mica stavo per morire!" esclamai guardando tutti i tubi che penzolavano a terra dopo averli staccati a causa del fastidio.

"Non avresti detto lo stesso se ti fossi guardato." rispose mettendo in ordine i fogli che teneva in mano.

"Comunque, ho trovato delle informazioni molto interessanti e sono sicuro che ti piaceranno. Siediti e ascolta. Riguardo l'incidente accaduto qualche ora fa, dietro tutto c'era un individuo di nome Angelo De Santis. Sono riuscito ad entrare nel suo dispositivo, scoprendo che si è messo d'accordo con un certo Sebastian Bauer. Il messaggio era uno, volevano che tu guarissi. Nella loro chat c'era presente un certo messaggio da Sebastian in cui diceva queste parole: 'fallo saltare in aria, così impara ad evaporare da mio figlio', non ho trovato un vero senso dietro la frase ma sono sicuro che tu sappia di cosa stia parlando. Inoltre ho cercato i vari collegamenti che hai, senza il tuo permesso perché non me ne fotte, in cui un certo Lorenzo Bauer insieme a Sebastian e un'altra donna hanno cambiato abitazione, si trovano in mezzo al fottuto nulla! Non so se ti è utile tutto ciò, ma io ti do i documenti in caso ti servissero!" spiegò Alejandro leggendo di volta in volta sui fogli, per poi passarmeli.

"Mi hai appena consegnato tutto quello di cui ho bisogno, che cazzo sei, un mago? Grazie vecchio!" esclamai leggendo tra le pagine e accennando un sorriso.

"Se sei tu per me non è un problema, mi sono divertito a cercare tutti i drammi di famiglia!" aggiunse. "Per ora dovresti riposare, sei messo di merda." concluse uscendo dalla stanza.

Mi stesi sul letto con in mano i mille fogli da parte del vecchio soffermandomi su una pagina particolare. La notte del 19 Giunio, Lorenzo era con angelo, lui salì sulla sua moto e andarono alla sua villa, rimase lì circa un'ora e poi se ne andò con un taxi.
Cazzo! Giuro che lo ammazzo...

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Dalixdesix

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