capitolo 29🔥

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Lorenzo's pov:

Guardai il tipo con lo chignon schivare e sparare, mentre io caricavo la pistola per mettermi in gioco. Grazie alla breve lezione data da Viktor sapevo sparare decentemente, e in caso sapermi difendere con la pistola. 'Se nessuno dei due funziona prendili a morsi e inizia a sputarli.' mi raccomandò dopo l'ultimo allenamento.
Corsi in un angolo della stanza per nascondermi, e scelsi sul più imponente tra gli uomini che ci aggredivano, caricai la pistola e mirai al cuore, le mie mani tremavano leggermente e la mia temperatura corporea iniziò ad abbassarsi lentamente. Stavo per uccidere una persona in carne e ossa proprio come me, stavo per entrare nel mondo da cui mi avevano privato tutta la mia vita. Presi confidenza e premetti il grilletto chiudendo gli occhi a causa della trazione, e quando li aprii vidi il suo sangue colare dal punto vitale in cui l'avevo intrappolato, steso a terra con la pistola che aveva in mano buttata a terra. Guardai l'uomo chignon che mi fece un ok con la mano per rassicurarmi, ma un senso di vomito mi assalì e mi fece desiderare di non aver mai impugnato l'arma.
A svegliarmi da quel incubo fu un proiettile diretto verso di me, che andò a sbattere contro il muro che avevo davanti. Giusto.
È inutile piangerci sopra, o uccido o vengo ucciso.
Caricai nuovamente la pistola e mi misi in posizione, spalle rilassate e braccia aperte, feci un respiro profondo e scelsi la mia prossima vittima, quello che sembrava mirare proprio sulla testa vuota di chignon Walker, mirai attentamente e sparai, e come il primo guardai il suo corpo perdere vita.
Gli uomini continuavano ad arrivare e noi eravamo solo in due, iniziai a perdere le speranze.
L'uomo si avvicinò a me e mi consegnò un telefono in fuga Senza neanche guardarmi.

"Dimmi che ore sono." sputò continuando a colpire.

"Sono le nove, perché?" domandai provando a sparare senza sembrare ridicolo in confronto a lui.

"Matteo dovrebbe arrivare da un momento all'altro." grugnì facendo scattare la mia attenzione.

Finalmente dopo mesi rivedrò matteo, quello che andò con un'altra donna subito dopo avermi abbracciato in letto e avermi rassicurato da ogni male.
Quello che mi aveva confessato un ti amo dopo essere sparito senza dire una parola per anni, quello ossessionato dalla mia presenza e l'uomo che ricordavo fosse solo un delinquente che non faceva altro che fumare e venire a trovarmi di nascosto. Cosa devo dirgli una volta davanti a me?
Dovevo fare l'uomo e parlargli di tutte le cose che mi turbavano e che mi mettevano le farfalle nello stomaco, ma rivederlo sapendo quello che avevo passato per colpa sua sembrava estremo. In un colpo numerosi spari cessarono, e urla riempirono la stanza. Girai la testa in modo cauto per controllare quale fosse la ragione di tutto questo, trovando il mio destino circondato da uomini che sterminavano i nemici.
Chignon si alzò con un sorriso stampato sulla faccia piena di tagli, e stando dietro di lui feci lo stesso.

"Matteo! Giusto in tempo, stavamo per morire!" esclamò.

"Stavate? Tu e chi esattamente?" domandò Matteo.

"Io e Lorenzo, chi altro." rispose confuso.

"E dov'è adesso Lorenzo? Se gli è successo qualcosa vi prendo tutti vi farò pentire di essere nati." affermò con autorità.

L'uomo che usai come scudo si girò, rivelando la mia presenza minore nei loro confronti.

"Cazzo se sei invisibile goblin!" iniziò a ridacchiare chignon inciampando su un corpo morto mentre voleva togliersi di torno. "Bene, gli ho fatto da babysitter, sei in debito!" concluse radunandosi con gli altri due fratelli.

Nella stanza rimanemmo solo io e Matteo, che non mi aveva tolto per un secondo gli occhi di dosso. Non riuscii a guardarlo in faccia, tutti questo era troppo, non ero capace di concepire la sua presenza dopo tutto quello accaduto. Aveva ucciso un decina di uomini davanti a me, si era mostrato pieno di sangue e per di più non riferì parola, mi stava solamente divorando con lo sguardo.
Quando pensai che saremo stati così in eterno, lui si avvicinò e mi prese delicatamente la mano, incrociando lentamente le nostre dita.
Sussultai sorpreso e alzai lo sguardo, lui poggiò la testa sulla mia spalla e con l'altra mano mi avvolse i fianchi stringendoli. Imbarazzato cercai di staccarlo, fallendo.

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