capitolo 12

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Matteo's pov:

La rabbia mi ribolliva da ogni parte del mio corpo: Lorenzo, il mio diamante, la mia divinità, era da quel figlio di puttana seriale di suo padre.
La stanza-studio, in cui mi trovai era impregnata dal suo merdoso odore, che mi fece venire il voltastomaco.
Giocherellai con la pistola che mi ero portato con me, aspettando il signor testa di cazzo che ritorni in quella casa per stampargli un affezionatissimo proiettile nel cervello.
Il suono di tacchi che battevano contro il pavimento mi arrivò alle orecchie, facendomi tornare dal mondo immaginario in cui mi ero tuffato a causa della noia.
Anche la voce di 'quella' persona iniziò a sentirsi meglio, e questo mi fece capire che non era solo come avevo previsto.
L'altra voce mi sembrò troppo familiare per i miei gusti, e il sorriso orgoglioso che avevo stampato in faccia iniziò a calare quando mi resi conto che quella voce era del mostro di mio padre.
William Walker stava per entrare in quella cazzo di stanza e cazzo se ero fottuto.
Non pensai nemmeno a nascondermi, l'unica cosa che riuscii a fare fu rassegnarmi al fatto che mi avrebbe ammazzato se quello stronzo del padre di Lorenzo avesse aperto quella inutile bocca.
La porta si spalancò e il primo figlio di una troia a parlare fu proprio mio padre, che con una faccia stupita iniziò a farmi mille domande.

"Matteo, e tu che ci fai qui? Ti ha invitato questo?" chiese indicando quello in questione.

Non risposi, e il mio cuore iniziò a battere sempre più forte, perché succede sempre a me?

"è proprio questo quello di cui volevo parlare, William" disse Sebastian, il padre di Lorenzo, chiudendo la porta dietro a mio padre, per poi avanzare verso di me.

Mio padre mi inchiodò lo sguardo addosso, mentre abbassai la testa incapace di mantenere quel gioco di sguardi a cui mi provocò.

"Lorenzo è da tre giorni interi che non viene a casa, e un uccellino mi ha detto che era nella zona di Matteo" disse accennando una smorfia di fastidio.

Mentre stava parlando, io pensavo già a cosa farmi scrivere sulla tomba.
Mio padre strinse il pugno fino a fargli sbiancare le nocche e la sua mascella si contrasse.

"Matteo, è la verità?" disse cercando di contenere la rabbia.

Ebbi finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi, provai a guardarlo senza emozioni, volevo apparire fiero di me, nonostante fra un istante sono sicuro che mi riduca in polvere.
Dopo qualche secondo si avvicinò in modo brusco, e probabilmente dato che non aveva ricevuto alcuna risposta si infuriò ancora di più.
Provai ad alzarmi dalla sedia, ma il secondo dopo, bam.
La sua mano si scontrò contro la mia guancia, facendomi girare la testa come una giostra.

"che cazzo ti ho detto io Matteo, hm? Devi lasciar stare quel fottuto ragazzo! Vergognati! Hai una fidanzata e fra poco moglie e vai a fare il frocetto in giro? È così che mi ripaghi dopo averti cresciuto e assicurato la sicurezza da quando sei nato?" urlò.

Mi prese per la nuca e con tutta la rabbia che aveva mi sbatté in modo violento contro la scrivania del padre di Lorenzo, spaccandomi il labbro.
Sebastian non mostrava alcun sentimento, anzi se la stava ridendo.
Non sorriderai più quando starai a cinque metri sotto terra, vero?

"chiedo gentilmente scusa Sebastian, per questo coglione" disse mollando la presa che aveva alla mia nuca e continuò.

"non succederà più, perché se entro domani Valentine non è incinta, lo faccio fuori" disse con un sorriso amichevole stampato in faccia.

Questa volta non starò zitto, perché l'unica cosa che mi lega a Valentine è un cazzo di figlio, ma con Lorenzo è molto di più.
Io e lui siamo legati dal destino, dal primo sguardo fino all'ultimo, per sempre.

"col cazzo che metto incinta quella puttana! E non me la sposerò neanche!" dissi riuscendo finalmente ad alzarmi.

"non ti è bastato, nullità?" chiese lanciandomi uno sguardo infuocato.

"puoi picchiarmi quanto vuoi, con lei non faccio un cazzo. E, dimenticavo.
Tu, brutto figlio di puttana, se continui a farmi allontanare da Lorenzo, ti ritroverai questa in gola, intesi?" chiesi a Sebastian, mostrandogli la pistola che tenevo in mano.

Mi arrivò un altro schiaffo, questa volta più leggero, forse a mio padre cominciavano a divertire quelle parole, o forse sapeva che nonostante la mia paura fottuta nei suoi confronti, quando voglio una cosa, me la prendo.
William uscì dalla stanza, e io feci lo stesso non avendo voglia di stare un secondo in più con quel bastardo.
Mentre ero nel corridoio vidi una stanza, sembrava una camera da letto a giudicare dalla luce accesa che si intravedeva da sotto la porta, e in quel momento realizzai.
Era la stanza di Lorenzo.

"senti, non te lo ripeterò una seconda volta, o vieni con con me con le buone o con le cattive" esclamò mio padre scendendo dalle scale.

Non potevo sfondare la porta adesso, ma la aggiunsi alla mia lista di cose da fare mentale.
Seguii mio padre, rassegnato dall'idea di dover sposare quella cagna.
Non poteva essere lesbica per far si che ci potevamo opporre tutti e due a quel matrimonio di merda?
Appena usciti da quella villa cambiai strada, lasciai andare mio padre verso la sua macchina e io presi la mia, provocandolo.

"ma quindi sei proprio coglione?" urlò per farsi sentire, dato che ero praticamente già dentro alla mia macchina.

"mica la lascio qui, che ne sai che questo stronzo la prende e se ne va, eh?" risposi con sarcasmo, ignorando il fatto che potrebbe venire qui e spaccarla la porta della macchina.

"giuro sulla mia vita, che se non mi segui verso casa mia, quello a cinque metri sotto terra sarai proprio tu!" disse furibondo mentre entrava nella sua Porsche nera.

Il tragitto fu lungo, e dovetti chiamare sia Christian che Viktor per spiegarli la situazione, e ricevetti da tutti e due la stessa risposta.
'che coglione che è tuo padre'
E non avevano per niente torto, nonostante nella loro testolina ci fosse qualche ghianda e mezzo neurone messi insieme.
Appena arrivati parcheggiammo uno vicino all'altro, e mentre scesi dalla macchina per seguirlo iniziò a blaterare come sempre.

"da oggi in un mese tu starai qui, chiamerò Valentine e se per caso, tu osi soltanto a ignorare una singola parola che esce dalla sua bocca, io ti torturerò a sangue, è chiaro?" chiese sapendo già la mia risposta, soltanto non curandosene.

Da oggi inizierà ufficialmente di nuovo l'inferno, e non posso garantire la sicurezza di quella donna, dato il suo carattere appiccicoso e rumoroso.
Fantastico.

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Per chi volesse vedere com'è è fatto quel rompipalle di Sebastian:

--------------------------------------------------------------Per chi volesse vedere com'è è fatto quel rompipalle di Sebastian:

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Dalixdesix

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