𝐗𝐗

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Trascorsi il resto della giornata con Dominique, perché sarebbe passato molto tempo prima di rivederci, in vista degli esami. Visitammo la città, comprammo qualcosa, e alla fine della serata, la mia migliore amica mi regalò un abito di raso color panna. "indossalo con lui" mi disse, schiacciandomi un occhiolino.

Poi a Bristol scattò qualcosa tra me e John. Una scintilla che tramava di incendiare ogni cosa, già da molto tempo, benché avessimo più volte provato ad avere un po' di intimità, fallendo però a causa dei continui spostamenti. Non avevo ancora trovato il luogo giusto, forse, per sentirmi a mio agio.

Scaricammo le valigie dal bus alle sette del mattino, orario in cui avremmo fatto il check- in in hotel, mentre i ragazzi ne approfittavano per provare. Quella sera vi erano a disposizione ben 4100 posti a sedere, per quello che sarebbe stato il concerto più grande e proficuo da quando la band aveva mosso i suoi passi nel mondo del rock. Mi sentivo come una mamma fiera che, pian piano, guardava crescere i suoi figli, e splendere.

"hai preso tutto?" domandai a Chrissie, la quale trascinava con fatica la sua valigia verso l'interno dell'hotel. Lanciai uno sguardo ai ragazzi, ma questi erano già spariti, e di Jim - purtroppo - nemmeno l'ombra. Ipotizzai avesse seguito Freddie.

Sospirai leggermente, schiudendo gli occhi. Percepii una gocciolina di pioggia posarsi sulla punta del mio naso, e capii che avrebbe presto piovuto. Il mio bagaglio, fortunatamente, era molto leggero, e non mi diede problemi. "aspettami, entro a chiedere una mano..non posso aiutarti fisicamente, ma almeno il braccio di un uomo non farà male."

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"posso entrare?" domandai, dopo aver bussato con sicurezza al camerino dei ragazzi. La voce dell'unico ad occupare la stanza, ossia John, mi rispose immediatamente. "certo Mag, entra pure"

Così non me lo feci ripetere due volte, e vi entrai. Il camerino era molto spazioso, e gli strumenti di Brian e John erano posati sugli appositi cavalletti, in tutto il loro splendore. Un enorme specchio era posizionato in mezzo alla stanza, e un paio di divanetti a contornare il tutto. Mi sedetti su uno di questi, mentre il bassista era impegnato a frugare nella custodia del suo strumento alla ricerca di qualcosa. "accidenti al plettro!" esclamò agitato. Doveva avere talmente di tanta quella confusione nella mente che arrivai a capire il motivo per cui non riuscivamo a lasciarci andare all'intimità, in quel periodo.

"forse dovresti fare come Brian, e usare un six pence.." scherzai, ma a quanto pare l'adrenalina per il concerto era alle stelle, e lo stress persino ad un livello maggiore, che quando John si voltò a guardarmi, aveva le guance scarlatte e il respiro corto. Mi immobilizzai, pensando che forse non avrei dovuto ironizzare in un momento così delicato, e invece..

John sgomberò tutto dalla sua vista, e con un movimento fulmineo mi prese in braccio, sedendosi sul divanetto e lasciandomi cadere su di lui con poca delicatezza. "oh..J-John i ragazzi potrebbero-" balbettai, mentre arrossivo violentemente, ma lui mi zittì con un bacio frettoloso, bisognoso. "shh, adesso baciami" e nel mentre, le sue mani desiderose di contatto si infilarono sotto al mio vestito. Andavo a fuoco, col cuore in gola, alla scoperta di sensazioni mai provate.

L'adrenalina era fortissima, l'idea di essere scoperti a pomiciare mi faceva girare la testa, ma ciò che mi fece mancare del tutto l'aria, fu il modo in cui John cercava disperatamente contatto. Era un assetato nel deserto. Le sue dita pizzicarono il mio basso ventre, e non riuscii a trattenere un ansimo di sorpresa.

"Mag.." sospirò, strofinando il suo naso con il mio. "sei così innocente."

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐟 𝐌𝐲 𝐋𝐢𝐟𝐞 [𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐃𝐞𝐚𝐜𝐨𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora