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Il giorno in cui finalmente, potei rivedere John, arrivò. Pioveva, naturalmente, ma l'aria era frizzantina e l'elettricità che sentivo scorrere nelle mie vene facilitò di gran lunga il mio coraggio. Era passato molto tempo da quando avevamo deciso di uscire, ma avevo prima bisogno di liberarmi dagli impegni scolastici e quelli famigliari. Lo studio mi toglieva tempo ed energie, e mio padre che continuava a telefonarmi era un altro grattacapo con cui avevo a che fare almeno una volta al giorno.

Dopo due settimane, per essere precisi, avevo trovato l'opportunità di chiamare il bassista al telefono, per concordarci su un orario. Lui mi aveva risposto con entusiasmo, e da come ci si potrebbe aspettare da una come me, il cuore mi era salito in gola. Ciò che scrivevo non avrebbe mai potuto eguagliare ciò che provavo.

Dopo aver salutato mia madre con un bacio sulla guancia, uscii di casa. L'appuntamento era da "The George Inn", una caffetteria molto famosa e soprattutto antica. Aprii l'ombrello, e mi riparai sotto le tettoie - per quanto riuscissi. Nonostante il tempaccio, i marciapiedi erano zeppi di persone che passeggiavano. La sola idea che di lì a poco avrei rivisto John mi faceva tremare le gambe.

Non dovetti camminare molto, la caffetteria si trovava a pochi isolati dalla mia abitazione. L'esterno era semplice, e l'insegna a legno donava al locale un'aria rustica. Decisi di entrare, dopo essermi asciugata le mani sudate - per il nervosismo - sulla giacca di jeans. Ad accogliermi fu una ragazza, dai capelli scuri legati in uno chignon, che dopo essermi venuta incontro, mi salutò con un sorriso. "Salve, io sono Sarah..Vuole accomodarsi?"

Prima di risponderle, però, mi domandai se John fosse già arrivato. D'altronde ero arrivata con qualche minuto di anticipo. "Certo-" risposi lentamente, con insicurezza, prima di vedere con la coda dell'occhio un braccio agitarsi in aria. Era lui, il mio bassista. "Io mi accomoderò lì in fondo" aggiunsi con un sorriso timido. Mi mordicchiai le labbra con un sospiro, e raggiunsi il tavolo occupato dal ragazzo dalla chioma scura.

"Maggie" pronunciò felice. Mi sembrò quasi di vedere i suoi occhi brillare. Presi posto di fronte a lui, e lo salutai. "Ciao John."

I suoi occhi marroni si intonavano perfettamente con il maglioncino scuro a collo alto che indossava.

"Come stai?" aggiunse, intimandomi gentilmente di togliere la giacca. Avevo indossato una camicia floreale, di un tessuto forse troppo fresco per la stagione in cui eravamo. "Sto molto bene, grazie..Incasinata, certo, ma finalmente ho trovato del tempo libero. E tu?"

Cominciare un dialogo non fu difficile, pian piano riuscii ad aprirmi e la sola presenza di John, ch'era rassicurante, mi mise finalmente a mio agio. "Oh, Maggie!" esclamò sognante "Io e i ragazzi abbiamo trovato una casa discografica che vuole scritturarci..Penso davvero che spiccheremo il volo da un momento all'altro!"

La sua gioia si unì alla mia, e quando arrivò la cameriera per ordinare, la bolla di sapone in cui ci eravamo rifugiati esplose all'improvviso. "Allora ragazzi, cosa prendete?"

Notai subito come la dolcezza iniziale di quella ragazza si tramutò in malizia, e i suoi occhi - languidi - si posarono sulla figura elegante e raffinata di John, che arrossì fin sulla punta delle orecchie. "Un caffè con ghiaccio" replicai stizzita.

"Io prendo un caffé latte, grazie"

E grazie al cielo, ritornammo nel nostro mondo.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐟 𝐌𝐲 𝐋𝐢𝐟𝐞 [𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐃𝐞𝐚𝐜𝐨𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora