𝑿𝑿𝑰𝑰

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Liverpool fu la mia ultima tappa con i ragazzi, dopodiché sarei tornata a Londra per sostenere i miei esami finali. Fu Freddie ad avere la geniale idea di organizzare un party, dopo il concerto, per festeggiare il loro successo e augurarmi una buona partenza. "oh tesoro, sei mia amica, ed ogni mia amica merita di essere salutata con stile!" esclamò quel pomeriggio, mentre si specchiava nel suo camerino personale. Gli volevo un gran bene, benché non fossi ancora riuscita a definire il suo carattere. Freddie era un'insieme di cose diverse tra loro, come l'opera ed il rock. Ma ad ogni modo, un ragazzo d'oro, e persino timido se preso in circostanze particolari.

Per la festa decisi che avrei indossato qualcosa di più rischioso: la voce di Dominique - che avevo sentito al telefono quella mattina - mi ronzava ancora nella mente come una zanzara. "datti da fare come ti ho detto!" aveva esclamato, senza preoccuparsi di poter attirare l'attenzione su di se. Lei era fatta così. "se quando torni non mi racconti niente di nuovo non ti reputerò più la mia migliore amica, Maggie, sappilo" aggiunse ridacchiando, e fu allora che anch'io riuscii a lasciarmi andare ad una risata.

Mi allontanai brevemente dalla finestra, che dava una bellissima vista sulla città, e sospirai pensierosa. Non ero solita indossare vestiti particolarmente corti o aderenti, ma per una volta nella mia vita avrei voluto sentirmi una ragazza normale, che a 20 anni esce a divertirsi senza preoccuparsi troppo. Così, con molta fatica, misi da parte le mie ansie, spensi il cervello, e dopo aver dato un'ultima occhiata al mio vestito color cammello corto sulle ginocchia, mi lasciai alle spalle la camera d'albergo che condividevo con John.

Attraversai il corridoio, e mi fermai a controllare che Chrissie fosse pronta, ma quando alzai il pugno per bussare alla porta, rumori inconfondibili mi convinsero a proseguire, piuttosto che interrompere l'intensa attività fisica che si stava svolgendo in quella stanza.

E mi ritrovai ad arrossire, pensando a ciò ch'era successo qualche giorno prima tra me e il bassista. Era stato del tutto nuovo, particolare, aveva un sapore agrodolce.

"accidenti Maggie, sei una favola" udii in modo ovattato. Tanto ch'ero persa nei miei pensieri che non mi ero accorta di essere già arrivata nella sala principale, al pianterreno. Era Jim, la voce in questione che avevo sentito. Lui era fantastico, un confidente ed un amico di cui ci si poteva fidare, sempre disponibile e gentile, qual ora avessi avuto bisogno di una mano. "ti ringrazio..beh, tu stai da dio, Jim!" esclamai di rimando, non riuscendo a mettere a tacere il mio sorriso. Aveva indossato una giacca di pelle, sopra la canotta bianca e i pantaloni neri, e qualcosa mi diceva che un certo Freddie Mercury l'avesse influenzato positivamente.

"darling, sei uno schianto stasera" parlando del ragazzo in questione, ecco che si avvicinò, bellissimo nel suo vestiario ad effetto, con John al seguito. I suoi occhi ammalianti ma al contempo stupiti perlustrarono ogni centimetro del mio corpo, me li sentivo addosso, e non potei evitare di arrossire. Di nuovo.

Lui era così fine, così angelico, così bello, che in confronto mi sentii un brutto anatroccolo. Se non fosse che i suoi occhi, rispettosamente languidi, mi fecero intuire tutt'altro. "ma dov'è Brian?" domandò Roger, avvicinandosi con una ragazza dai capelli rossi e gli occhi scuri, che ci salutò timida.

Avvampai al sol pensiero. "beh, lui e Chrissie.." e lasciai ben intendere cosa stesse succedendo. "spero duri poco, non ho molta voglia di aspettare" pronunciò la regina, scoppiando a ridere, e seguito a ruota da Roger e Jim.

Sapevo, in qualche modo - forse grazie al mio sesto senso - che quella sarebbe stata una serata che difficilmente avrei dimenticato.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐟 𝐌𝐲 𝐋𝐢𝐟𝐞 [𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐃𝐞𝐚𝐜𝐨𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora