𝑿𝑿𝑽𝑰𝑰

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Il giorno tanto atteso e tanto temuto era arrivato. Ottobre aveva portato con se frequenti acquazzoni e temperature incostanti, rendendo difficile la scelta degli indumenti da indossare. Ma non era ciò a spaventarmi, bensì gli esami.

Avevo scelto di lasciare campo libero a Franny, che avrebbe fatto parte della commissione, insieme ad uno dei professori più rigidi che l'università aveva mai conosciuto. Questi non era altri che Corey Reed, critico di professione e con una barba incolta che ricordava quella di un artista svogliato dei primi dell'ottocento.

Avanzai nel corridoio zeppo di studenti terrorizzati, e mi sedetti accanto ad una schiera di sedie, la maggior parte occupate, decidendo di aprire i miei appunti; ma niente sarebbe riuscito a tranquillizzarmi se non la presenza di John al mio fianco. Sarebbe tornato a breve vista la fine del tour con la band, ed io non vedevo l'ora di passare più tempo possibile con lui, e con i ragazzi. Dominque era entrata molto prima di me, per cui non avevo la minima idea di come stesse proseguendo il suo esame. Mi augurai che andasse tutto per il meglio.

Ciò che disturbava tanto il mio cervello dal prendersi una pausa dai pensieri intrusivi, era il terrore che qualsiasi domanda mi avrebbe posto il signor Reed, non avrebbe ricevuto risposta. Non avevo mai sostenuto una lezione con lui, ma la sua fama lo precedeva.

"Signorina Smith?" udii chiamare il mio nome. Sudore freddo mi accapponò la pelle prima che riuscissi a mettermi in piedi per raggiungere l'aula. Fu allora che vidi Dominique uscire, rilassata e con sguardo umido dall'emozione. Non ebbi il tempo di chiederle niente, e all'improvviso mi ritrovai davanti all'uomo che aveva contribuito agli incubi di moltissimi studenti.

"buongiorno" ponderai il mio tono di voce, ma era così basso e gracchiante che pensai immediatamente di scavarmi una fossa per l'imbarazzo. "signorina Smith, buongiorno" pronunciò fermo Corey Reed, con al suo fianco Franny, composta. In un certo senso vederla riuscì a calmare i battiti del mio cuore. "Le porrò delle semplici domande, ma da come Franny mi ha parlato bene di lei, devo aspettarmi nient'altro che il meglio."

Oh, Franny riponeva così tante speranze in me, come potevo deluderla? Ma soprattutto, avrei davvero avuto il coraggio di deludere me stessa dopo tutti i sacrifici compiuti per arrivare a quel giorno di tanta agognata liberazione?

"non verrò meno ai miei doveri, signor Reed"

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐟 𝐌𝐲 𝐋𝐢𝐟𝐞 [𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐃𝐞𝐚𝐜𝐨𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora