𝑿𝑰𝑽

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Attenzione! Le date non coincidono con la realtà!

La sera di quel 20 luglio, i Queen si sarebbero esibiti al Rainbow Theatre di Londra, luogo da cui partì il tour. Quello fu in assoluto lo spettacolo più bello a cui avrei mai potuto sperare di assistere.

Io e i ragazzi arrivammo presto quel pomeriggio, così che avrebbero potuto prepararsi con calma mentre i tecnici si assicuravano che fosse tutto sotto controllo, e soprattutto in completa sicurezza.

Il mio fidanzato - faticavo ancora a credere che quella meravigliosa creatura fosse mia - mi lasciò gironzolare per il teatro, dopo avermi dato un dolce bacio sulle labbra prima di cominciare il sound check. Avvolta nel mio vestito fiorito, e il badge vip fornitomi al collo, feci un giro prima esternamente, scorgendo come quell'edificio apparisse piccolo, quando all'interno in realtà vi erano ben 2802 posti disponibili. Il cielo era grigiastro, e l'aria umida e appiccicosa : niente di nuovo per una persona che aveva passato l'intera esistenza in Inghilterra, senza uscirne mai, prima della svolta. Possibilità realizzabile grazie a John, che di lì a poco, mi avrebbe portato a "Esplorare il mondo al di fuori di questo buco", sue testuali parole.

Rientrai poco dopo, ansiosa di continuare il mio giro turistico. Un assolo rock proveniva dal palco, estratto da una canzone che conoscevo molto bene: Liar. Mi incantai inevitabilmente, quando mi fui avvicinata al palco. John muoveva le dita sul suo basso con maestria, delicato, e improvvisamente alla bocca dello stomaco provai una sensazione fortissima, di cui mi vergognai. Ero ancora troppo ingenua e timida e non avevo sperimentato cosa ci fosse oltre il bacio, per cui avvampai. Ma grazie al cielo John e gli altri erano troppo impegnati per accorgersi di me.

Ripresi a camminare, e senza una meta, raggiunsi il retro del palco. C'erano diverse stanze, camerini, scatoloni accantonati ad un muro, ed una pila di sedie sparse per il corridoio. Quel disastro mi ricordava molto il disordine che avevo nella testa, ogni giorno della mia vita.

Avventurarmi mi aiutò a calmare l'adrenalina che avevo per il concerto di quella sera. L'idea di vedere i ragazzi esibirsi live per la prima volta, mi fece sentire davvero fortunata. D'un tratto, mentre i miei passi frettolosi arrivarono alla fine del corridoio, dove vi era una grande porta antipanico tutta spalancata, mi fermai. C'era qualcuno. Una nube di fumo svolazzava, proveniente da una figura che mi dava le spalle, e che indossava giacca di jeans e stivaletti scamosciati. I capelli li portava corti, benché la moda dell'epoca fosse molto diversa. Si voltò di scatto, e sobbalzò quando mi vide, ferma a fissarlo come una stralunata. "Uh- scusami..-" borbottai imbarazzata, colta sul fatto. Mi sentii una stupida che per la troppa curiosità finisce per essere ripresa.

"Credo di conoscerti" disse il ragazzo, facendo cadere la cenere della cicca con una mossa fluida del polso. "Non saprei" ammisi sincera. Il suo volto non mi era per niente familiare: occhi marroni e grandi, baffi spessi. Decisamente non avevo idea di chi fosse. "Piacere sono Jim..io sono..beh, esco con Freddie!" esclamò timidamente, e mi tese la mano. "Maggie, molto piacere" ero a conoscenza dei gusti di Freddie, benché la figura di Mary Austin fosse ancora presente nella sua vita. "Oh giusto, Maggie. Mi ha parlato molto bene di te" ridacchiò. Poi finalmente finì la sigaretta e la buttò giù.

"Ecco dov'eri!"

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐟 𝐌𝐲 𝐋𝐢𝐟𝐞 [𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐃𝐞𝐚𝐜𝐨𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora