La parte complicata di quel ritorno a Londra non fu soltanto quella di salutare John, e sperare che non mi mancasse come l'aria, ma piuttosto di ritornare alla realtà, quella in cui il confronto con mio padre mi faceva paura e l'idea di non essere abbastanza in gamba da superare gli ultimi esami mi terrorizzava a morte.
Ad incontrare per prima, in quel tardo pomeriggio di fine luglio, fu Dominque. Era raggiante, la sua pelle abbronzata non aveva alcun increspatura dovuta al sole, e i suoi occhi sprizzavano felicità. La felicità – per me ancora assurda – di rivedermi. "Allora? Com'è andata?" domandò genuina, mentre passeggiavamo per il campus con due bevande fredde alla frutta. Spontaneo, mi sbocciò un sorriso sulle labbra. Tutti i ricordi riaffiorarono a galla, ogni singolo momento passato con lui, la sensazione di libertà che avevo provato cantando a squarciagola. "E' stato pazzesco, Dom..Non riesco a trovare nemmeno le parole adatte per descriverti ogni singola emozione provata."
La bionda prese un sorso di quell'intruglio alla fragola, e mi punzecchiò un fianco. "Tu e John? Avete.." e, lasciando in sospeso la sua frase, mi fece ben intendere cosa volesse dire. Fu il mio turno di buttare giù la mia bevanda, pregando che il cervello mi si raffreddasse, e facesse scomparire quel rossore che era appena affluito sulle mie guance.
"da come reagisci, direi di si!" esclamò soddisfatta. Poi, grazie al cielo, la nostra conversazione virò sul come aveva vissuto lei quelle tre settimane di vacanze, e mi spiegò brevemente che era passata a salutare i suoi genitori e suo fratello Rufus. "è il solito cazzone" esplicò con un sospiro. "Sempre meglio che avere una sorellastra senza senso di empatia"
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L'indomani mattina, la prima cosa che feci, fu chiamare John. Mi arrotolavo il filo del telefono al dito, come facevo sempre quando ero nervosa, e poi finalmente udii il suono dolce della sua voce. "Pronto?" - sentivo ancora quel consueto baccano, come nei precedenti anni, e non mi meravigliai. "Ciao amore, sono io.." replicai. Sentii un sospiro di sollievo dall'altro capo del telefono. "Dio Mag, aspettavo una tua chiamata ieri sera, sono stato in pensiero-" "lo so, lo so, mi dispiace..Ero molto stanca, e appena sono arrivata Dominique è rimasta con me a chiacchierare fino a sera..Mi ha sfinita" – sperai che il mio involontario gesto non lo avesse offeso, perciò per evitare che si creasse tensione, continuai. "Come va il tour piuttosto?"
"Va alla grande, certo senza di te è diventato strano. La tua presenza mi aiutava a scaricare la tensione prima di salire sul palco.."
Abbassai gli occhi sulla punta delle mie sneakers, e ingoiai il nodo che avevo bloccato in gola. Da quando ci eravamo salutati, mi sentivo sull'orlo di una crisi di pianto. "Sei la mia forza, Maggie"
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𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐟 𝐌𝐲 𝐋𝐢𝐟𝐞 [𝐉𝐨𝐡𝐧 𝐃𝐞𝐚𝐜𝐨𝐧]
FanfictionLondra, '71 Maggie è una ragazza di diciassette anni, amante della musica ed ispirante scrittrice. A causa della separazione dei suoi genitori, passa i fine settimana - ad alternanza - prima con la madre, e poi con il padre, e questo la porta a spos...