Tutto quello che Ivee vedeva era oscurità, tutto quello che sentiva era dolore, solo tanto dolore, i polmoni le bruciavano, dagli occhi scendevano le ultime lacrime che aveva da piangere, i tralci continuavano ad arrotolarsi intorno al suo corpo, finchè non venne completamente coperta.
Aveva smesso di combattere, era sopravvissuta per così tanto tempo da sola, ora che stavano arrivando era troppo tardi, non poteva continuare a combattere, a resistere, se non sapeva cosa sarebbe successo dopo, aveva avuto paura più volte. Aveva temuto la morte, convinta di essere troppo giovane, ma in quel momento, afflitta da un dolore inimagginabile desiderò solamente che tutto finisse, desiderò di non sentire più dolore.
Poi, mentre iniziava a non resistere più sentì delle voci attutite, voci familiari attutite, avrebbe voluto chiamare chiunque era sceso in quel luogo, voleva chiamarli per farsi salvare, ma quella cosa le permetteva ancora a stento di rimanere in vita, figuriamoci parlare o respirare.
"Ivee! Ivee, mi senti?!" Chiese una voce lontana, iniziando a strappare i tralci che avvolgevano il suo corpo, tuttavia lei non si mosse, con gli occhi ormai rovesciati all'indietro, gli spasmi per riprendere l'aria erano ormai cessati, i polmoni infatti erano completamente attorcigliati da quei tralci.
La persona che stava cercando di salvarla iniziò a tirare fuori anche il tralcio attorcigliato intorno ai polmoni, iniziando a tirare con tutta la forza possibile, facendole bruciare tutte le interiora, quando fu tutto fuori la ragazza si sollevò improvvisamente e iniziò a tossire e a prendere tutta l'aria possibile.
I polmoni bruciavano ed ogni parte del suo corpo sembrava stare andando a fuoco, mentre qualcuno le massaggiava la schiena, cercando di dargli un po' di comforto in quel momento.
"Ivee? Ivee, riesci a sentirmi?!" Esclamò una voce familiare, le grandi mani di Hopper le stavano massaggiando la schiena mentre gli occhi la studiavano attentamente, cercando di capire i danni o comunque quanto grave era lo stato in cui era.
Ivee annuì, facendo tirare un sospiro di sollievo ai due adulti, Joyce Byers si trovava davanti a lei ed era lei a tenere il tralcio che l'aveva quasi uccisa. La ragazza con gambe tremanti si rialzò in piedi, anche se non riuscì a muoversi, non aveva più forze, l'adrenalina che l'aveva tenuta in vita era completamente scomparsa.
"Possiamo tornare, sono entrambi salvi ormai." Disse la donna, Hopper circondò il busto di Ivee con il suo braccio e la sostenne mentre uscivano dal portale, Joyce portava suo figlio tra le braccia, respirava ma non aveva ancora ripreso coscienza.
"E' finita? E' finita veramente?" Domandò la ragazza, la voce le graffiava la gola e faceva male anche pronunciare quelle poche parole.
"Si, è finito tutto, puoi rilassarti." Disse l'uomo, rassicurandola così, non era una sorta di illusione, era tornata ad Hawkins, era a sicuro...
"Arriviamo all'ospedale, a quel punto potrai riposarti." Intervenne Joyce con il tono più dolce che potesse esistere, e lei così continuò e passo dopo passo, caduta dopo caduta arrivarono finalmente all'ospedale, Joyce entrò subito nella stanza con Will, mentre lei veniva portata nella stanza vicino e Hopper chiamava i suoi genitori.
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Quando la ragazza si risvegliò la prima cosa che vide fu la luce accecante, lei ormai si era abituata alla penombra dell'altra dimensione, l'odore di disinfettante e i pianti di sua madre la riportarono però alla realtà, i suoi genitori si gettarono su di lei non appena prese completamente coscienza, piangendo parlando e singhiozzando.
"Mamma, papà, sto bene, veramente..." Disse quindi, la gola non faceva più male, le orecchie non fischiavano, i polmoni non bruciavano.
"Sei scomparsa per quattro giorni! Non puoi usare una scusa del genere!" Esclamò sua madre, con la voce leggermente acuta.
"Pearl, calmati." Disse suo padre mettendo una mano sulla spalla della moglie, osservando attentamente la figlia per notare ogni piccolo movimento. La scompara di Ivee lo aveva colpito molto anche se non erano molto legati, era semplicemente felice di riaverla con se.
"Devo solo parlare con Will." Disse la ragazza osservando i genitori con i suoi occhi da cerbiatto, cercando di convincerli a farla alzare.
"Penso che puoi andare, cerca solo di non sforzarti troppo tesoro." Rispose l'uomo, Ivee gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia e uscì dalla stanza, incontrando quasi subito il gruppo di ragazzetti familiare, Will Byers si trovava nel centro. Li osservò a lungo con i suoi grandi occhi, senza dare minimo segno di una qualunque emozione, poi brevemente alzò gli angoli della bocca, ma fu una frazione di tempo per cui tutti i presenti pensarono che fosse un'illusione.
"Grazie per avermi salvato strambi..." Disse quindi.
"Dovrebbe essere un ringraziamento questo?" Chiese Lucas incrociando le braccia.
"Volevo dire solamente che d'ora in poi se avrete problemi a scuola ci penserò io, come ringraziamento." Continuò lei mandando al bambino un'occhiata di fuoco, per poi allontanarsi.
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Not my decision
FanfictionIvee non si poteva reputare una brava ragazza, non si poteva nemmeno reputare una ragazza popolare, per lei avevano creato una categoria sociale, era semplicemente diversa. Era semplicemente la cattiva ragazza del liceo, quella che tutti temevano pe...