Ivee iniziò a camminare, arrivando quasi a correre pur di allontanarsi il più velocemente possibile dalla piscina, non sapeva esattamente dove andare, ssapeva solo che aveva veramente paura, aveva paura di pensare che quello fosse il suo vero Billy, ma poteva mai esserlo? Poteva quello essere veramente il suo Billy?
Cercando di dimenticare le parole che le aveva detto continuò a camminare, senza mai voltarsi indietro, cercando di convincersi che non era reale, non poteva esserlo.
Continuando a camminare arrivò allo StarCourt Mall, aveva bisogno di parlare con qualcuno che riuscisse a capirla e quel qualcuno era Steve, perchè, per quanto volesse bene ai gemelli sapeva perfettamente che non erano adatti per quel tipo di problemi.
"Steve!" Esclamò quindi, entrando da Scoops Ahoy. Il ragazzo sobbalzò, dopo essersi girato verso di lei, premendosi una mano contro il cuore.
"Vuoi farmi venire un infarto?" Domandò il ragazzo, prima di andarla ad abbracciare.
"C'è spazio anche per me nell'abbraccio?" Domandò una voce familiare, David era arrivato alle loro spalle, prima di aggiungersi all'abbraccio.
"Ma è un vizio che avete voi due?! Lo sapete che non è sano spuntare alle spalle di qualcuno?" Domandò Steve, accogliendolo.
Non appena i tre ragazzi si staccarono David e Ivee si sedettero al tavolo, mentre il terzo prese i loro gelati e si sedette dopo che Robin prese il suo posto.
"Allora mia giovane amica, come mai ti trovi da Scoops Ahoy mentre potresti essere col tuo ragazzo, oggettivamente bello?" Domandò l'amico, iniziando a mangiare il gelato.
"Abbiamo avuto... Dei problemi." Disse, non perfettamente sicura di quello che era successo tra loro due, poteva quello veramente definirsi un problema.
"Ho troppa paura per chiedere, fai tu grande ragazzo? Disse David, appoggiando una mano sulla spalla di Steve.
"Codardo." Borbottò quello, arrossendo leggermente sotto il tocco dell'altro.
"Ho sognato il sottosopra." Disse la ragazza, velocemente, facendo sputare il gelato che entrambi i ragazzi avevano in bocca.
"Tu hai sognato cosa?!" Esclamò David, fissandola con gli occhi sgranati.
"Non capisco cosa questo c'entri con Hargrove, lui non conosce il sottosopra o tutta la merda che porta." Intervenne Steve, cercando di concentrarsi.
"Lui era là, nel sottosopra." Mormorò la giovane, facendo fatica a guardarli in faccia.
"Vuoi, elaborare?" Domandò il suo amico, passandosi una mano sul viso.
"Ieri doveva passare, dovevamo avere un'appuntamento e lui non viene, ho aspettato per tutta la notte, so solo che a un certo punto ha chiamato al telefono, non ha parlato, ma ho riconosciuto il suo respiro ed oggi..." Ivee si fermò, trattenendo a stento le lacrime che minacciavano di uscire.
"Hey, va tutto bene, prendi il tempo di cui hai bisogno." Disse David, sorridendole in modo incoraggiante.
"Ho solo un brutto presentimento, sta succedendo qualcosa Dav, sono andata a casa sua stamattina, aveva un graffio in fronte, sembrava non aver dormito, aveva paura! Gli è successo qualcosa..."
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo, entrambi preoccupati per la loro amica.
"Forse quel sogno non significa niente, Hargrove avrà picchiato qualcuno, forse aveva solo paura che tu lo lasciassi per questo." Disse Steve, prima di dirigersi verso il bancone.
Una delle due ragazzine si avvicinò a lei, la ragazza la riconobbe come Max.
"Ivee!" Esclamò la rossa sorridendole.
"Max, ciao." Disse lei, ricambiando il sorriso.
"Sai come si fa una notte tra ragazze?" Domandò la più piccola facendola annuire.
"Bene, allora ti va di unirti a quella mia e di Undi?"
"Quella è Undi?!" Esclamò la più grande.
"Bello stile." Intervenne David.
"Li ha scelti lei? Non sembrano cose che comprerebbe Hopper." Disse la ragazza.
"Non le stanno benissimo?! Forza vieni anche tu che prendiamo qualcosa!" Esclamò Max, tirandola via.
YOU ARE READING
Not my decision
FanfictionIvee non si poteva reputare una brava ragazza, non si poteva nemmeno reputare una ragazza popolare, per lei avevano creato una categoria sociale, era semplicemente diversa. Era semplicemente la cattiva ragazza del liceo, quella che tutti temevano pe...