Quando Ivee si risvegliò i ricordi iniziarono ad affluire nella sua mente come un fiume in tempesta.
Cercò di urlare ma un bavaglio le bloccava la bocca, cercò di scappare, si alzò in piedi e cercò di correre via, non accorgendosi delle catene che tenevano uniti i suoi piedi e cadendo di faccia.
"Quindi sei sveglia." Disse Billy avvicinandosi a lei dopo aver sentito tutto quel rumore. Il ragazzo appoggiò una mano sulla faccia della giovane, poi abbassò il bavaglio e le sorrise compiaciuto.
"Sbaglio o ti avevo detto che ti avrei preso, mia cara? Tu appartieni a me, sei riuscita a scappare una volta, non ci riuscirai più." Continuò sorridendo in modo sadico.
"Cosa mi hai fatto?" Mormorò guardandolo spaventata.
"Ancora niente cara Evelyn ma ben presto... Oh ben presto ti evolverai e diventerai tutt'uno con il ragazzo che ami tanto." Rispose lui continuando a sorridere.
"Perché? Perché non ci puoi lasciare in pace?!" Esclamò Ivee fissandolo pieno di rabbia.
"Mia cara Ivee, avete cercato di uccidermi l'anno scorso, non pensavi che mi sarei arrabbiato, questa è solo la mia vendetta, ma ben presto capirai molto meglio quello che voglio dire."
La ragazza lo guardò terrorizzata, aveva paura, non voleva morire, non in quel modo.
"Ah, Ivee, cerca di rimanere ferma il più possibile." Mormorò Billy prima di allontanarsi da lei, lasciandola completamente da sola.
La ragazza si guardò intorno, cercando di capire cosa volevano dire quelle parole, finché non sentì uno strano rumore. Sgranò gli occhi quando vide davanti a sé il mostro di tutti i suoi incubi, un tralcio di quel coso scattò nella sua direzione e come due anni prima si inserì dentro di lei, infettandola.
Ivee voleva urlare, piangere, voleva lottare contro quel coso ma era legata e i suoi movimenti limitati.
Sentì la coscienza iniziare a scivolare via e pensieri non suoi invaderle la mente, quando quel coso si staccò da lei Ivee rimase ferma immobile, fissava il soffitto respirando a fatica, il sudore insieme alle lacrime scendevano lungo il suo viso mentre incominciava una lotta interiore.
Le lacrime scivolavano sempre più velocemente man mano che la vera Ivee spariva, perché lei, per quanto potesse provarci non poteva sconfiggerlo.
Quando chiuse gli occhi si ritrovò nel sottosopra, era nello stesso posto di qualche secondo prima, solo che tutto stava morendo. Uscì correndo da quel posto e si guardò in giro, sobbalzando ad ogni rumore fino a quando non scorse una figura che si stava avvicinando.
Quella figura era lei, solo che era ben vestita e non sembrava aver sofferto.
"È tutto ok Ivee, d'ora in poi mi occuperò io di tutto, non devi più preoccuparti." Disse sorridendole in modo quasi inquietante.
"Non sto capendo, chi sei tu?" Domandò la giovane spaventata.
"Io sono te, mia cara, sono solo la versione migliore di te stessa." Rispose la ragazza con tono tranquillo.
"Tu sei lui, non è vero?" Domandò quindi Ivee, riconoscendo lo stesso tono troppo gentile per essere vero, alzò lo sguardo sul suo alter ego spaventata mentre i ricordi di quello che era successo prima tornarono più dolorosi che mai.
"È qua che ti sbagli, mia cara, noi siamo lui."
Con quelle parole Ivee riaprì gli occhi, tuttavia qualcosa era chiaramente cambiata dentro di lei, la luce che l'animava era stata rimpiazzata con l'oscurità, pensieri veloci e violenti attraversavano la sua mente e tutti avrebbero potuto vedere il suo chiaro sforzo.
"Va tutto bene Ivee, non devi più soffrire, lascia scorrere quei pensieri, ascolta la voce." Disse Billy abbassandosi alla sua altezza.
Ivee si permette le mani sulle orecchie, chiudendo gli occhi e cercando di ignorare quelle immagini che scorrevano nella sua mente.
"Fatelo smettere... Fatelo smettere..." Mormorava, mentre lacrime scendevano lungo le sue guance.
Il ragazzo le prese le mani e la costrinse a guardarlo, si fissarono per qualche secondo prima che Billy la baciò.
I due continuarono a baciarsi, e mentre quell'atto romantico si svolgeva Ivee sentì anche l'ultima parte di sé scivolare via.
YOU ARE READING
Not my decision
FanfictionIvee non si poteva reputare una brava ragazza, non si poteva nemmeno reputare una ragazza popolare, per lei avevano creato una categoria sociale, era semplicemente diversa. Era semplicemente la cattiva ragazza del liceo, quella che tutti temevano pe...