Little Dove: 19

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Quando arrivò a casa Byers si sedette momentaneamente sul divano, cercando di stabilizzare il respiro e riprendere il completo controllo sul suo corpo.

"Certo che hai proprio un aspetto orribile." Disse Steve avvicinandosi a lei, un piccolo sorriso era sul suo viso mentre si avvicinava. Offrendole una mano per farla alzare.

"Certo che sai come parlare alla ragazze, ora capisco perchè Wheeler ti ha lasciato." Commentò la ragazza con lo stesso sorriso, accettando la mano.

"Non... Potresti non parlare di questo ora?" Domandò lui irrigidendosi improvvisamente, la ragazza inclinò leggermente la testa studiando la reazione, rimase tuttavia zitta quando vide Nancy Wheeler e Jonathan Byers parlare con David più in là.

"A proposito, non sapevo avessi un amico così carino." Continuò Steve, riferendosi al ragazzo che in quel momento si stava avvicinando a loro.

"Non ci parlavamo fino a qualche giorno fa Harrington, ovvio che non ti parlo dei miei amici." Rispose lei.

"È questo il tuo nuovo soprannome Harrington? Capitan Ovvio?" Domandò David che ormai li aveva raggiunti, Steve rimase qualche momento a guardarlo, e Ivee notò quella reazione. Aveva sempre saputo che i gemelli erano tra i ragazzi più belli della scuola ma non aveva mai capito quella fatale attrazione che tutti provavano per loro.

"Vi hanno mai detto che non siete diverteni?" Domandò il povero mal capitato mettendo su un broncio e facendo ridere i due.

"Evelyn, puzzi." Disse poi David rivolgendosi all'amica che smise di ridere, lo guardò seriamente e poi gli fece un brutto gesto, anche se sapeva che aveva ragione, lo poteva sentire, la puzza di sudore che ormai si era attaccata alla sua pelle.

"Ti porto al bagno?" Continuò lui circondando la vita di lei con un braccio e sorreggendola nel percorso.

Quando entrarono chiusero la porta e il ragazzo si sedette sul bordo della vasca aspettando pazientemente.

"Come stai?" Domandò lei mentre si sciacquava il viso.

"Perché mi sembra che dovevo fare io quella domanda?" Rispose lui con un mezzo sorriso, passandosi un mano tra i capelli e poi incrociando le braccia.

"Non devi, sto bene." Rispose la ragazza, sorridendogli dallo specchio.

"Ho avuto paura." Disse finalmente il ragazzo alzando lo sguardo sugli occhi di lei che ormai si era girata e si era avvicinata.

"È normale, quello che hai visto... Quello che hai visto doveva per forza farti paura." Rispose la ragazza, abbassandosi per guardarlo bene negli occhi.

"Ma io non ho avuto paura per la mia vita, o almeno, la paura che ho provato è stata minima rispetto a quella che ho provato quando ti ho vista." Rispose lui, gli occhi lucidi incontravano quelli di lei e non sembravano volerli lasciare andare.

"Cosa...?" Inizio a domandare la giovane non capendo la risposta.

"Eri là, ferma nella strada, pallida come uno straccio, urlavi ma i tuoi occhi erano altrove, le tue orecchie sembravano sorde ai nostri richiami, nemmeno Hopper sapeva cosa fare." Rispose il giovane, lasciando cadere una sola lacrima rivivendo i ricordi delle ultime ore.

"David, mi dispiace..." Mormorò lei abbracciandolo, lui le circondò la vita con le braccia e la strinse, il più forte possibile.

"No, dispiace a me, sono stato il primo a dirti di andare avanti, non sapendo quello a cui eri sopravvissuta, poi ho visto quelle cose, me ne sono trovato una accanto alla faccia, come puoi? Come puoi andare avanti come se niente fosse?" Domandò il ragazzo staccandosi e guardandola con gli occhi arrossati.

"David, sono andata avanti perchè era l'unica cosa da fare, non posso vivere spaventata di quello che mi potrebbe succedere, non credi?" Disse finalmente Ivee, porgendogli una mano che lui afferrò prontamente.

"Andiamo ad uccidere quel coso." Rispose il ragazzo.



Not my decisionWhere stories live. Discover now