Little Dove: 10

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Ivee passò il resto della giornata a riflettere su tutto quello che le era successo, chiedendosi perché non poteva più avere una vita normale, perché non poteva tornare ad essere la normale Evelyn Sprouse, la ragazza che era temuta dalla scuola ma una ragazza che era felice, che non aveva più paura di camminare da sola per strada, non temeva chi o cosa si nascondeva nel buio, non aveva paura di morire.

Voleva tornare come prima, cercava in modo quasi disperato di dimenticare tutto, il sottosopra, il demogorgone e perfino Undici, anche se l'aveva aiutata, perché rappresentava comunque un collegamento con quello che temeva di più.

Così stava nella sua stanza, impotente mentre sfogliava le pagine di Amleto, le parole scorrevano velocemente, sentiva le voci dei personaggi rimbombare intorno a lei, mentre loro stessi prendevano vita per lei, rappresentando quella vita così tormentata e triste.

Le era sempre piaciuto Amleto e, soprattutto nell'ultimo periodo, si era riconosciuta molto in lui, così triste, pieno di desiderio di vendetta, creando solo scompiglio intorno a lui mentre cercava di fare il meglio. Sapeva che per vari aspetti si assomigliavano, sperava solamente di avere un lieto fine.

Così stava passando il suo pomeriggio, fino a quando qualcuno non bussò ripetutamente alla sua porta, inizialmente cercò di ignorare il fastidioso rumore, tuttavia lo scampanellio continuo non le permise più di concentrarsi.

"Sono occupata! Sto studiando!" Esclamò avvicinandosi alla porta, poi un'idea le passò per la mente e continuò.

"Nuda."

"Questa informazione dovrebbe mandarmi via?" Rispose la voce della persona che si trovava dall'altra parte della porta. La ragazza a quel punto aprì la porta velocemente e si trovò davanti il ragazzo che aveva infestato la notte e il giorno.

"Billy, sei a casa mia." Disse quindi incrociando le braccia e fissandolo negli occhi.

"E tu sei vestita, mi chiedo chi tra noi due è il più deluso." Rispose lui fissandola con un sorriso sfottente.

"Posso entrare?" Domandò lui quindi spostandola per entrare comunque.

"No." "Perfetto grazie."

"Cosa stai facendo?" Domandò seguendolo dentro, non prima di aver chiuso la porta alle sue spalle.

"Stavi studiando, no? Io ho bisogno di aiuto con la letteratura inglese." Rispose il ragazzo, camminando per la casa ed entrando nella sua stanza.

"Quindi ti inviti a casa mia?" Disse lei in modo sarcastico, lasciando questa volta la porta aperta, osservandolo mentre si muoveva con attenzione tra le sue cose.

"Già, inizialmente ero andato in quel posto dove lavorano i tuoi amici, ma tu non c'eri quindi sono venuto a controllare qua." Rispose lui con una scrollata di spalle e sorridendo, mentre guardava le foto che contornava i muri, una piccola Ivee spiccava in ogni foto, sembrava così felice in compagnia di tutte quelle persone, quando si girò però verso l'attuale ragazza la vide abbastanza innervosita.

"Quindi hai iniziato a seguirmi ovunque vado?" Domandò lei, assottigliando gli occhi e osservandolo mentre si avvicinava, la distanza tra loro due era davvero diminuita, alzò leggermente lo sguardo per guardarlo negli occhi color oceano, le piacevano, si perdeva nell'azzurro che sembrava quasi infinito, eppure, dietro tutto, dietro tutta quella spavalderia lo vide, lo vide per la prima volta e rimase stupita, non riuscendo a pronunciare una sola parola, lasciando uscire semplicemente un respiro leggermente tremante.

"Allora, non stavi studiando?" Domandò Billy, fissandola divertito e allontanandosi leggermente.

"Si, stavo leggendo Amleto prima che un'idiota mi interrompesse." Rispose lei in modo brusco e indicando il libro che era ancora aperto sul suo letto.

"Allora leggilo, ad alta voce." Disse lui, distendendosi sul letto e chiudendo gli occhi, per assaporare meglio le parole.

"Non prendo ordini da te, Hargrove." Rispose Ivee, incrociando le braccia.

"Per favore?" Domandò Billy, aprendo gli occhi, però la sentenza sembrava più una domanda che altro, come se non fosse sicuro di quello che stava dicendo.

"Lo faccio solo perchè lo devo leggere." Borbottò lei, prendendo il suo libro e sedendosi sul davanzale della finesttra.

"Certo mio piccolo cerbiatto." Rispose il ragazzo, chiudendo gli occhi e iniziando ad ascoltare le parole che uscivano, gli sembrava di vedere i personaggi danzare per la stanza, mettendo in atto quello che le labbra di Ivee pronunciavano, qualche volta Billy si girava verso di lei e rimaneva incantato, poche volte l'aveva vista così serena in sua presenza e voleva assaporare ogni secondo di quel momento, qualche volta era Ivee a girarsi verso di lui, osservandolo in modo quasi curioso, continuando a chiedersi perchè era là in quel momento, ma apprezzando ogni secondo di questo e riconoscendo che, quando Billy non parlava, era abbastanza sopportabile.

"Grazie per questa fantastica lettura, ma ora devo andare a cenare." Disse il ragazzo dopo che le ore passarono, dopo che arrivò il buio, alzandosi velocemente e sorridendole come faceva sempre.

"Ripeto, l'ho fatto perchè avevo bisogno." Rispose la ragazza, incrociando le braccia.

"Certo mio piccolo cerbiatto, ci vediamo!" Esclamò lui, aprendo la finestra e uscendo da là, scomparendo nel buio di Hawkins e lasciandola senza parole, quel ragazzo stava veramente diventando importante per lei.

Not my decisionWhere stories live. Discover now