"Dio santo! Niente di questo è reale, è un gioco per bambini!" Stava urlando Hopper quando rientrarono i due amici nella stanza principale.
"Che hanno fatto?" Domandò Ivee non capendo perché l'adulto era tanto esasperato.
"Dustin confonde il gioco con la realtà, perché non possiamo evocare un branco di zombie!" Rispose Steve esclamando l'ultima parte del discorso, facendo innervosire il ragazzino.
"Questo non lo sai e poi, non stavamo aspettando i rinforzi militari?" Domandò sempre Dustin guardando Hopper con gli occhi assottigliati.
"Anche quando è arrabbiato è adorabile..." Sussurrò la ragazza a David che si fece uscire una piccola risata.
"Si certo!" Esclamò Hopper lanciando un'occhiata di fuoco ai due ragazzi che, come due bambini colti con le mani nel sacco arrossirono e si zittirono improvvisamente.
"E poi cosa?! Andremo a sparare tutti quei cosi?! Non funzionerà." Intervenne Mike Wheeler.
"Non puoi saperlo questo Wheeler, non sappiamo niente." Intervenne lei quindi abbassando lo sguardo sul ragazzino, il suo intervento venne accolto diversamente, tutti i ragazzini erano chiaramente scoraggiati da quella dichiarazione, mentre Hopper le fece un cenno col capo per mostrarle la sua gratitudine.
"Sappiamo che ha già ucciso tutti nel laboratorio!" Esclamò Wheeler contro di lei, facendola sussultare involontariamente, non sapeva che altre persone erano morte per quel posto, molto spesso si scordava di quanto poteva essere mortale, che cosa poteva uscire e ora che si trovava davanti ad una minaccia più grande si sentiva impotente.
"Mi dispiace, per tutto questo." Disse Steve, mentre Joyce, Hopper, Jonathan e Mike andavano ad interrogare Will, cercando di liberarlo da quel controllo.
"Per cosa? Tu stai facendo del tuo meglio in una situazione paradossale." Rispose la ragazza accennando un sorriso.
"Non capisco perché sei tu che devi essere consolata, ma finisci per rassicurare chi sta meglio di te, hai un comportamento distruttivo Ivee." Intervenne David spuntando dalle ombre della casa.
"Dobbiamo iniziare veramente a parlare di questo ora?" Domandò lei piegando leggermente la testa e assottigliando lo sguardo.
"Si, si dobbiamo." Rispose il ragazzo incrociando le braccia e guardandola con lo stesso sguardo.
"Forza amico, lasciala stare." Intervenne Steve, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo, che arrossì improvvisamente.
"Comunque mi dispiace, per Hargrove, stavate probabilmente passando un pomeriggio tranquillo e ora ti ritrovi... Beh, qua." Continuò Steve, facendo arrossire lei questa volta, sotto lo sguardo sorpreso del suo amico.
"Tu eri dove?!" Domandò infatti il ragazzo, fissandola con la bocca spalancata.
"Harrington!" Esclamò lei, ancora rossa, tuttavia i tre lasciarono cadere il discorso non appena le luci iniziarono a tremolare, facendo scattare sull'attenti tutti i presenti.
"Cos'era quello...?" Sussurrò David spaventato.
"Niente di buono." Rispose Nancy da qualche altra parte della casa.
Dopo di quello tutto sembrò migliorare, l'interrogatorio sembrava funzionare, Will parlava con loro, usava il Morse.
CHIUDETE IL PORTALE
Ivee si concentrò e lo sentì nuovamente, quella presenza fredda che la faceva tremare sul posto, il dolore di qualcun'altro, avrebbe voluto urlare sentendo tutto quello, capendo a chi apparteneva tutta quella sofferenza. Poi un telefono squillò.
"Merda!" Esclamò Dustin mentre correva per fermare il rumore. Le sue mani tremavano troppo, quindi intervenne Nancy che sradicò completamente il telefono dal muro.
"Credete che l'abbia sentito?" Domandò David preoccupato, non era pronto ad affrontare nuovamente quei cosi.
"Non essere un'idiota! Certo che lo ha sentito!" Urlò la ragazza, aveva paura, voleva solo tornare a casa sana e salva.
"I cosi del parco stanno arrivando..." Mormorò Steve, impugnando la sua mazza dentata.
"Democani." Lo corresse velocemente Dustin.
Ivee si iniziò ad allontanare lentamente, entrando nella cucina e prendendo uno dei coltelli che si trovavano nel cassetto delle posate.
"David, qualunque cosa succede tu devi rimanere dietro di me." Disse quindi, tornando e brandendo la sua arma, pronta allo scontro.
"Allontanatevi dalle finestre!" Esclamò Hopper ai ragazzi troppo vicini a quelle.
Ci furono movimenti rapidi e dei lamenti, dopo la porta si spalancò improvvisamente e uno di quei mostri fu gettato dentro, morto.
"È morto?" Domandò Max spaventata.
Si sentì nuovamente un rumore e tutti puntarono le loro armi verso l'entrata, sulla quale si stagliò una figura fin troppo familiare.
"Undici?!" Esclamò Ivee.
YOU ARE READING
Not my decision
FanficIvee non si poteva reputare una brava ragazza, non si poteva nemmeno reputare una ragazza popolare, per lei avevano creato una categoria sociale, era semplicemente diversa. Era semplicemente la cattiva ragazza del liceo, quella che tutti temevano pe...