Capitolo 1

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Siamo fatti di
mancanze che non
riusciamo a colmare.

A volte fantastico su come sarebbe potuta andare la mia vita se non avessi preso alcune scelte, molte volte andavo fiera di ciò che decidevo, altre invece mi maledicevo, adesso mi stavo infatti insultando da sola per aver preso questo aereo che mi avrebbe portata in California.

Io arrivavo da una piccola cittadina dell'Italia, avevo studiato sodo per poter imparare bene la lingua inglese, mi ero preparata in tutto, avevo fatto mille ricerche per trovare l'università migliore che situava in America, ma ora me ne pentivo perché dopo poche ore già mi mancava mio padre, non volevo lasciarlo, era l'unica persona di cui avrei sentito la mancanza, ma era stato il primo a convincermi per affrontare questa avventura e quindi non potevo deluderlo.

Guardai verso il finestrino e vidi la California, non ero brava in geografia e speravo con tutto il cuore di essere già arrivata, anche se non potevo confidare sulle mie conoscenze.

Avevo dovuto subire uno scalo e 17 ore di viaggio, ero ormai sfinita, al mio fianco si trovava un uomo grassoccio, mal curato, che dormiva con la bocca aperta da cui fuorisciuva un leggero russare.

Sentii l'altoparlante, comunicava di allacciare le cinture visto che stavamo per toccare terra, allacciai la mia e svegliai il signore per comunicargli quanto sentito.

***

Appena arrivai all'università con un taxi spalancai la bocca, la mascella toccava terra, e ci misi un po' prima di richiuderla, mi sembrava di essere in un sogno.

L'università era enorme, nel giardino c'erano ragazzi qua e là, c'era chi chiacchierava, chi stava studiando all'aria aperta e chi camminava.

Attraversai il cortile ed entrai, all'interno era ancora più bella, i corridoi erano kilometrici e spaziosi, c'erano armadietti dappertutto, all'entrata situava la segreteria, bussai sul plexiglass richiamando l'attenzione della segretaria.

"Buongiorno, lei dovrebbe essere la ragazza nuova" Andò a cercare sull'elenco il mio nome "Summer Morris" Alzò lo sguardo su di me e accennò un sorriso rassicurante.

"Si sono io, sono venuta per ritirare le chiavi del mio alloggio e la tabella con gli orari" Dissi il discorso che mi ero preparata prima di entrare.

La segretaria si alzò per andare a prendere il tutto, e dopo pochi minuti ritornò alla sua postazione.

"Ecco a lei la tabella con gli orari e le chiavi, venga l'accompagno per mostrarle i dormitori" Si alzò ma si fermò subito appena notò una ragazza arrivare da dietro le mie spalle.

"Vanessa! Vieni qui" Le fece un cenno con la mano come per dire di avvicinarsi.

"Mi dica signora Collins" Mi lanciò una fugace occhiata.

"Accompagna la signorina Morris ai dormitoi"

Vanessa annuì e mi guardò, questa volta più attentamente, aveva i capelli castano scuro che le ricadevano sulle spalle in morbide onde, gli occhi erano del medesimo colore, la cosa che mi colpì di più furono le sue labbra, erano di un rosa scuro e carnose, era a dir poco stupenda.

"Vieni ti accompagno"

Io presi la mia valigia che era molto pesante, Vanessa camminava spedita già verso il cortile.

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