Capitolo 14

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O dimezzi i
tuoi sogni o
raddoppi il tuo
coraggio.

Kevin pov's

Summer si stava aggrappando a me con tutte le forze che le rimanevano, eravamo sulla mia moto e stavo cercando di andare il più veloce possibile, non era ubriaca, ma la droga che le aveva dato il ragazzo -che avrei sicuramente picchiato il giorno dopo- le avevano tolto tutte le forze.

"Summer sei ancora sveglia?" Chiesi, temendo di non ricevere risposta, ma essa arrivò, Summer non riusciva a parlare molto quindi mi dimostrò la sua presenza stringendo di più la presa, sorrisi leggermente a quel gesto.

Le luci dell'università si mostrarono dopo pochi minuti che sembrarono ore.

Parcheggiai velocemente e feci scendere Summer aiutandola.

"Riesci a camminare?" Lei si stava sorreggendo a me, aveva perso l'uso della parola, e un po' mi dispiacque, era una ragazza introversa, ma la sua voce c'era sempre, appena poteva si lamentava e quel suono mi entrava nelle orecchie facendo vibrare il mio cuore.

Scosse la testa, allora decisi di prenderla in braccio a mo' di sposa e così entrammo nei dormitoi.

Ogni tanto la sentivo mugugnare parole incomprensibili, si accoccolò al mio petto e a quella visione sorrisi intenerito, sembrava così docile, non era più la ragazza di questi giorni, ora era solo una foglia fragile e delicata.

Entrammo nella nostra stanza, e la adagiai delicatamente sul suo letto, le rimboccai le coperte.

Stavo per andare in bagno, ma una mano mi fasciò il polso, aveva una forza debole, a mala pena riusciva a tenere su il braccio, mi voltai e vidi i suoi occhi luccicare, stava per piangere.

"Ti prego non mi lasciare, non abbandonarmi come mia madre" Aggrottai la fronte.

Cosa stava dicendo? Probabilmente era sintomo della droga, ma sembrava così sincera che mi si strinse il cuore.

Sua madre l'aveva abbandonata? Impossibile, sembrava una ragazza con un passato facile, anche se odiava il contatto fisico senza conoscerne il motivo. Magari era solo una sua fissa.

"Io sono qui, vado solo a cambiarmi" Summer sorrise leggermente e poi cadde in un sonno profondo.

Nancy pov's

Come si può essere così stupidi e ignorati da essere lasciati soli dopo nemmeno due minuti ad una festa? Io ero entrambi gli aggettivi, forse anche più.

Vanessa mi aveva abbandonato dopo poco, venendo trascinata chissà dove da un ragazzo, quindi ero rimasta con il gruppo delle mie false amiche, tra cui Tiffany, ma ovviamente anche loro se n'erano andate in qualche camera con alcuni ragazzi che non avevo mai visto.

Ecco la motivazione del perché mi ritrovo in cucina, appoggiata all'isola mentre sorseggio un succo disinteressata.

Il mio desiderio di andare lontano da questa casa è altissima, ma ovviamente io non avevo la macchina e mi aveva accompagnata qui Tiffany, quindi avrei dovuto aspettare ancora ore prima che da ubriaca e strafatta uscisse da quelle camere.

Sentii qualcuno sfiorarmi la spalla, sussultai e mi allontanai il dovuto.

"Abel sei tu, mi hai fatto prendere un infarto" Feci un sospiro di sollievo.

"Ciao anche a te" Si affiancò a me con in mano una sigaretta.

"Che ci fai qui? Non sei di là a divertirti con qualcuno?" Io e Abel avevamo parlato ogni tanto, ma non eravamo per nulla amici, i nostri dialoghi si basavano su alcuni 'ciao'.

"Potrei farti la medesima domanda" Mi fece l'occhiolino senza una valida ragione.

Sbuffai sonoramente, e a questo rumore Abel rise sotto i baffi.

Finii il contenuto del bicchiere e lo appoggiai su un mobile qualsiasi, incrociai le braccia al petto, tutto sotto lo sguardo di Abel mentre faceva un tiro sulla sigaretta.

"Vuoi?" Me la porse e io mi allontanai per il fumo che andò contro il mio viso.

"Cos'è? Una canna?" Chiesi e dopo questa domanda Abel rise di gusto.

"Non ridere, non riconosco l'odore" Abel nel frattempo stava cercando di ricomporsi.

"Stai tranquilla, io non mi drogo, però fumo, e dalla tua reazione comprendo che non ti piace nemmeno l'odore"

"Hai indovinato, ora se non ti dispiace, devo andare" Mi stavo per allontanare ma la sua voce fermò i miei passi.

"Andare dove? Tutte le tue amiche se ne sono andate, rimaniamo solo più io, te e Ethan che ancora non capisco dove sia andato" Lo guardai oltre la mia spalla con fare indifferente.

"La festa è stracolma di gente, ci sarà qualcuno che conosco"

"Non che conosci così bene"

"Abel spiegami cosa vuoi, perché proprio non comprendo tutto questo interesse" Spostai il corpo verso di lui.

"Tu te ne vuoi andare da qui? Perché ti riaccompagno all'università" Spalancaia la bocca sbalordita.

Era così tanto difficile da dire?

Abel era sempre stato un ragazzo che ci girava intorno, non era di molte parole e spesso era anche indifferente, ma ovviamente sapeva usare bene le parole ed era anche bravo a fare colpo sulle ragazze, sarà andato a letto con tutte, tranne che con noi del gruppo, sembrava una regola. Non avevo mai visto uno dei ragazzi che ci provasse con noi, e questo mi sembrò strano, eravamo spesso insieme, quindi di momenti per flirtare con noi c'erano, eccome se ce n'erano, ma a quanto pare non eravamo di loro gradimento. Ipotizzai.

"A che stai pensando?" Mi chiese Abel.

Mi scrollai dalla strana sensazione che stavo provando, mi sentivo inquieta, ma non ne comprendevo il motivo.

"Nulla di troppo importante" Sussurrai, ci stavamo incamminando per uscire.

"Non sembrava 'nulla di troppo importante" Mi sfiorò la mano, era un tocco fugace e leggero però mi irrigidii lo stesso, e lui lo notò.

"Stavo pensando che voi ragazzi siete andati a letto con molte, troppe ragazze, ma non avete mai cercato di flirtare con noi" Mi pentii immediatamente per aver pronunciato quella frase, non aveva alcun senso ora che le parole avevano preso forma.

"Con noi? Chi intenti?" Adesso mi stava guardando, e i suoi occhi marroni erano stati riempiti da una leggera scintilla.

"Io, Vanessa, Summer e Alexandra" Un muscolo guizzò sulla sua mascella.

"Be' siete nostre amiche, sarebbe un po' meschino provare ad andare a letto con voi"

"Può essere"

"Perché? Vorresti essere scopata da uno di noi?" No. No. No. E ancora no. Quello era l'ultimo mio desiderio, anche se spesso fantasticavo ad alcuni episodi che non sarebbero mai accaduti con Abel, di certo non pensavo di andare a letto con lui.

"No ti prego" Dissi con tono leggermente schifato.

"Entra in macchina, ti accompagno all'università" Non mi ero nemmeno accorta di essere uscita dalla casa, la chiacchierata con Abel mi aveva completamente distratta.

Entrammo in macchina, appoggiai la testa sul finestrino, facendomi cullare dal tepore che si presentava nell'abitacolo, sentii le palpebre farsi pesanti, e dopo poco vidi solo più nero.

-angolo scrittrice-
Salveee
Questo capitolo non mi piace molto.
Giuro che il prossimo sarà l'ultimo capitolo sulla festa, dove parleremo di Ethan, troppo trascurato in questa storia.
Preparatevi anche all'entrata di un nuovo personaggio e di un nuovo litigio.
Ci vediamo al prossimo capitolo.

Ire💗

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