Capitolo 18

2K 64 28
                                    

A me piacciono
le dimostrazioni,
se voglio le parole mi
apro un libro.

Nancy pov's

Mi stavo mettendo una leggera passata di mascara sulle ciglia, avevo mangiato velocemente così almeno avrei avuto tutto il tempo per prepararmi.

Mi ero vestita in modo molto semplice visto che non sapevo dove saremmo andati.

Indossavo dei pantaloni a palazzo bianco e un top blu, era molto scollato e mi lasciava le spalle scoperte, quindi optai per uno scalda spalle del medesimo colore del top.

Avevo optato di lasciare i capelli sciolti, che mi ricadevano in dolci onde sulle spalle.

Per il trucco non avevo messo nulla se non un rossetto rosso e un po' mascara.

Qualcuno bussò alla mia porta, corsi per aprirla e davanti a me si presentò Abel in tutta la sua imponenza.

Indossava dei jeans scuri e una t-shirt bianca che gli fasciava il suo fisico da dio dell'Olimpo, si potevano anche  intravedere alcuni suoi tatuaggi.

"Sei fantastica" Disse squadrandomi.

Mi irrigidii, mi aveva appena detto che ero fantastica, una dolce sensazione mi pervase, il mio corpo si riempì di brividi. Quella frase fu come una folata di vento fresca, che mi fece respirare.

"Grazie" Sussurrai imbarazzata.

Uscimmo dall'università per andare verso il parcheggio dove situava la sua macchina.

"Ho pensato che ti andasse di andare in macchina al posto della moto"

Si era preoccupato per me.

"Va bene" Annuii semplicemente ed entrammo nell'abitacolo.

Accese il motore e partimmo per una destinazione a me sconosciuta. Guardavo fuori dal finestrino per vedere se conoscessi la strada, ma ogni elemento che si palesava davanti a me era sconosciuto ai miei occhi.

"Dove mi stai portando?" Chiesi voltandomi verso Abel, il suo profilo era perfetto, il naso era dritto, le labbra erano carnose, sul mento c'era una leggera barba, che se la depilava quasi ogni giorno.

"Se te lo dicessi non sarebbe più una sorpresa" Sorrise.

"Avanti, sono curiosa" Alzai le braccia in aria euforica, la mia curiosità batteva tutto, anche la mia dignità.

"Smettila di fare la bambina e stai buona" Non me la presi al suo commento, aveva un tono ironico, era tutto uno scherzo, qualsiasi cosa potesse dire.

Sbuffai e mi misi le mani al petto, feci una smorfia infastidita e ricominciai a guardare fuori.

Ora c'erano solo degli alberi, sembrava un bosco, l'ansia mi assalii, perché mai Abel voleva portarmi in un bosco? Forse voleva sbarazzarsi di me.

"Un bosco? Seriamente Abel? Vuoi uccidermi in questo modo?" Lui rise fragorosamente, il petto si mosse in modo irregolare.

"Stai tranquilla, se volessi sbarazzarmi di te lo farei in un'altra maniera" Adesso non stava più ridendo, ma aveva sempre un sorriso stampato sul suo fantastico viso.

"E come?" Stetti al suo gioco.

"Innanzitutto non lo farei di sera, di pomeriggio sarebbe meno scontato, e poi ti butterei in mare, mica ti lascerei in un bosco dove ci sono chissà quali maniaci"

"Allora perché mi stai portando in un bosco se ci sono dei maniaci che potrebbero farmi chissà cosa?" Proprio non lo seguivo, era un ragazzo troppo strano, andava a una velocità totalmente differente da un comune umano, pensava velocemente, riusciva a capire praticamente tutto, anche se non gli veniva detto, e per questo motivo lo invidiavo.

"Perché ci sarei io a proteggerti" Sussurrò e poi accostò in mezzo a una pineta.

Era tipo una piccola piazzetta circondata da pini e altri alberi. Non si vedeva bene, era quasi buio pesto, mi strinsi nel mio giacchino, faceva abbastanza freddo.

Poi una luce arrivò ai miei occhi, sentii della legna ardere, lo scoppiettio era piacevole, Abel aveva acceso un fuoco con il suo accendino.

Accanto al fuocherello c'erano dei lunghi tronchi di alcuni alberi, che servivano come panche disposte in modo circolare.

Mi sedetti accanto a lui, le nostre ginocchia si sfioravano, avevo sempre più freddo, anche se ora sentivo il calore del fuoco punzecchiarmi le guance.

Un braccio avvolse le mie spalle, Abel si avvicinò a me, i nostri corpi ora erano incollati, mi accoccolai a lui, emanava calore, era una sensazione che mai mi sarei immaginata di provare, era indescrivibile.

Era come se una farfalla stesse attraversando tutto il mio corpo, era una farfalla libera, il guinzaglio che cercava di tenerla a bada si era spezzato e ora poteva volare in santa pace.

Quella farfalla era gialla, proprio come i capelli di Abel, aveva delle sfumature rosse, come i miei capelli, i colori erano così armoniosi insieme che potevi perderti a osservare quelle sfumature.

La farfalla si posò sul mio cuore, era una carezza, un dolce tocco, che riaccese la fiamma dentro di me.

"Ti piace questo posto?" Mi chiese Abel dopo vari minuti di silenzio.

"È molto carino, ci vieni spesso?" Spostai la testa, osservandolo attentamente.

"Alcune volte, non ci ho mai portato nessuno, tu sei la prima, e forse anche l'unica" Mi accoccolai nuovamente verso di lui, osservando le fiamme del fuoco che ancora ardeva.

Poi accidentalmente portai gli occhi sulla mano che penzolava sulla mia spalla, e fu lì che notai un tatuaggio particolare, era una farfalla che stava volando.

Non lo facevo da tatuaggi romantici.

"Come mai ti sei tatuato una farfalla sul polso?" Mi staccai da lui per poterlo osservare.

Un muscolo guizzò sulla sua mascella, i suoi occhi diventarono più scuri e tutto il suo corpo di irrigidii.

"Perché mi piaceva"

"Non mi sembra che l'hai tatuata solo perché ti piacesse" Lo spronai a dire la verità.

"Non sono affari tuoi" Questa volta non ci sarei cascata, non di nuovo, mi trattava così solo perché soffriva, forse gli altri non se n'erano accorti ma io sì.

"Raccontami cosa significa e giuro che ti lascerò stare, per sempre" Mentii.

"E sia" Sospirò"Si disegna una farfalla quando soffri di autolesionismo, prima si da un nome alla farfalla, se la ferisci la ucciderai, ma se la salvi un giorno la libererai, quando l'ho tatuata era il giorno dopo averlo fatto per la milionesima volta, talmente sangue avevo perso che ero svenuto nel bagno in una pozza di quel liquido rosso, il mattino dopo, quando mi sono svegliato ho deciso di mettere un punto a questa storia, sono andato da un mio amico che mi ha tatuato questa farfalla, e sempre se ti interessa ficcanaso, lo stesso giorno mi sono tatuato un punto e virgola, perché volevo farla finita alla mia vita, ma invece il destino vuole che io sia ancora qui" Provai una morsa allo stomaco, una lacrima mi rigò la guancia, Abel aveva sofferto così tanto che solo in pochi potevano capirlo.

Lo abbracciai, e lui mi avvolse il corpo con le sue grandi braccia, nascosi il volto nel suo petto mentre lui mi accarezzava i capelli dolcemente.

"Mi dispiace così tanto, non volevo fartelo ricordare, scusa scusa" Dissi tra un singhiozzo e l'altro, sentii una goccia sui miei capelli, stava anche lui piangendo, ma in silenzio.

"Va tutto bene" Mi baciò la testa.

Mi staccai da lui, e lo baciai, non pensai alle conseguenze che mi sarebbero venute addosso il giorno dopo, questa sera non avrei pensato a niente.

Ci staccammo e lui mi guardò con occhi lucidi.

"Ti riporto all'università" Sussurrò, ma prima mi diede un'altro bacio dolce e delicato.

-angolo scrittrice-
Ciaoo
Ma quanto sono cariniii??
Questo capitolo lo dedico a chi sta soffrendo di sh, e vi auguro il meglio, ricordate che tutto passa, anche questo brutto periodo diventerà solamente un ricordo🧡🫶🏼
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se è un po' pesantino.
Ci vediamo

Ire💗

ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora