Capitolo 34

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Perché io e te siamo
nati per morire.


Summer pov's

La cosa più difficile di tutte è fare la valigia. Soprattutto sotto lo sguardo attento di Kevin, sta studiando ogni mia singola mossa in modo attento. Sembra che voglia addirittura leggermi l'anima. Peccato che io l'anima gliela ho donata. E lui la presa a pedate senza guardarmi negli occhi.

Piego con agitazione l'ultimo mio capo. Le mie mani tremano dalla rabbia che provo verso i suoi confronti. Lui però non dice nulla. Come potrebbe interessarsi a ciò che provo, mi odia. David continua a ribadire che è stato un coglione e ha sbagliato ma che dovrei dargli un'altra possibilità. Peccato che io gliel'avevo già data tempo fa.

Il rumore della zip risuona nel silenzio. Prendo il beauty case e lo riempio di tutti i prodotti, sempre con la stessa foga e agitazione.

«Lo romperai quel profumo se continui a stringerlo così» La voce di Kevin è musica per le mie orecchie. Mi mordo l'interno guancia evitando di sorridere. Assumo una voce scorbutica.

«Non dovrebbe interessarti» Quando lo dico nemmeno lo guardo in faccia. Non vorrei fare i conti con i suoi occhi privi di risentimento. Non mi ha nemmeno chiesto scusa per quello che aveva fatto.

«Summer forse dovremmo parlare» Non lo lascio finire la frase. Chiudo con un tonfo il beauty case. Kevin pare irritato ma cerca di mantenere la calma.

«Sì. Potevamo parlare. Ora non più» Kevin si alza e mi fronteggia. Avanza con l'intento di farmi indietreggiare ma io non mi muovo. Rimango immobile e incrocio le braccia al petto. Prova a sfiorarmi la guancia ma io lo allontano. Dopo tutto quello che è successo odio ancora di più il contatto fisico. Kevin stava per farmelo piacere ma ora non più. Non dopo aver fatto venire sulle dita una ragazza tra gli scaffali della biblioteca.

«Pensi di essere l'unica che qui si sia presa in brutto colpo ma non è così. Alexandra si è presa una pallottola per te. Le tue amiche ti hanno aiutato e anche i miei amici. Tu mi hai lasciato perché ti andava. Sì ho sbattuto contro uno scaffale pieno zeppo di libro una ragazza qualsiasi e allora? Sei solo un egoista che pensa di essere l'unica a soffrire. Non te ne frega niente degli altri. Basta solo che a te vadano bene le cose. Forse ha fatto bene Marco a farti quelle cose» Il mio cuore si spezza di nuovo. Va in frantumi davanti ai suoi occhi e Kevin se ne accorge. Si rende conto di tutte le cattiverie che gli sono uscite dalla bocca. Però non piango. Non ho più lacrime. Non piango ma avrei un bisogno disperato di farlo.

Rimango immobile davanti a lui e non mostro nessuna emozione. Perché non le provo più da un pezzo.

«Summer..» Prova di nuovo a toccarmi ma io scanso la sua presa.

«Me ne vado tra un'ora. L'aereo parte tra tre ore ma avrò un po' di viaggio da fare» Tiro la valigia e afferro il beauty case. «Ho lasciato alcuni miei libri qui perché non ci stanno in valigia, non aprirli. Ci vediamo prossimo anno. Purtroppo» Apro la porta della camera. Questa è l'ultima volta che leggerò il numero 236 scritto in oro sulla porta.

«Ah prima che mi dimentichi» Afferro un pacchettino. È una piccola bustina argento chiusa da un nastro rosso come il sangue in raso. «Ti ho fatto un regalo. Non so se ti piacerà, puoi anche buttarlo se ti dà fastidio» Glielo poso sulla mano che ha appena messo a modo di coppa e me ne vado. Me lo lascio alle spalle e insieme a lui lascio anche il mio cuore e la mia anima. Ora sono solo un corpo che cammina.

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