Capitolo 22

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Io noto tutto,
solo che non lo
faccio notare.

Summer pov's

"Ragazze che ne dite se stasera andiamo alla festa di halloween?" Fu l'urlo di Vanessa a risvegliarmi dal mio trance mattutino.

Eravamo tutte sedute in un tavolo della caffetteria, era ormai di routine incontrarci qui prima che iniziassero le lezioni.

La sera prima non avevo dormito nulla per colpa del rumore che facevano gli amici di Kevin, tra una pacca e l'altra e le risate all'una di notte, non ero riuscita a dormire.

"Io non ci sono" Chiarii immediatamente la mia voglia di andare a questa fatidica festa.

"Sum da quant'è che non esci?" Mi chiese Nancy tra uno sbadiglio e l'altro

"Da ieri" Appoggiai la schiena sullo schienale della mia sedia e bevvi un sorso del mio caffè.

"Intendo a una festa, non alle tue uscite che si trattano del giardino della scuola" Continuò la rossa incaponita più che mai.

"Non so, forse fine settembre, un po' prima" Andai sul vago, l'ultima e l'unica festa in cui avevo fatto parte era quella dove mi avevano drogato.

"Hai bisogno di un'uscita e una scopata" Ribadì Vanessa che era già al settimo cielo per questa fantastica festa.

Nell'udire l'ultima parola mi irrigidii, proprio due giorni fa io e Kevin stavamo per farlo, mancava veramente poco, aveva già la mano sull'orlo della mia maglietta per tirarla su, ma fummo fermati dallo scattare della serratura della porta, il momento magico si ruppe appena comparì David.
Negli ultimi giorni io e Kevin ci eravamo chiariti, dopo l'episodio in caffetteria non aveva più osato nominare Marco, non voleva farmelo pesare, però potevo ben notare quanto fosse timoroso anche solo a starmi vicino.
Non vedevo Poppy da ormai alcuni giorni, non che mi mancasse, però dopo l'incontro con Kevin non si era più fatta sentire, e questo la diceva lunga su quanto io fossi importante per lei.
Mio padre invece non si era ancora fatto sentire, stavo iniziando a preoccuparmi seriamente, ho provato a contattare alcuni suoi colleghi, ma nessuno mi ha risposto.

Poi però mi tornò in mente un suo amico molto stretto, che sicuramente sapeva dove si trovasse in questo momento mio padre.

Presi il telefono e lo andai a cercare in rubrica, dopo vari minuti trovai il suo nome, Francesco.

Mandai la chiamata.

"Chi stai chiamando?" Mi chiese curiosa Vanessa, sporgendosi leggermente.

Le misi una mano davanti in segno di fare silenzio.

Al terzo squillo Francesco mi rispose, fui costretta a parlare bene in italiano, poche volte lo facevo, con mio padre riuscivo a parlare in inglese tranquillamente, ma con Francesco era diverso.

"Ciao Francesco come stai?" Le mie amiche mi guardarono stranite, non mi avevano mai sentito parlare in italiano.

"Ciao Sum, io tutto bene tu?"

"Bene, volevo chiederti se tu sapessi dove si trova in questo momento mio padre" Tagliai corto.

"No, non lo so, in realtà è da un po' di giorni che provo a contattarlo, ma mi dà la linea occupata, tu non sai nulla?"

Una delle cose che odiavo di più di Francesco era che faceva domande troppo scontate, ovvio che non sapevo nulla, sennò non te lo avrei chiesto.

"No, grazie, ci sentiamo" Gli chiusi prima che potesse salutarmi e appoggiai il telefono sul tavolo.

"Perché hai parlato in italiano?" Mi chiese Alexandra che era rimasta in silenzio per tutto il tempo.

"È un amico di mio padre, si chiama Francesco, non sa l'inglese quindi ho fatto ricorso alla mia linguamadre, comunque gli ho chiesto se sa dove si trova mio padre, nemmeno lui sa qualcosa" Mi incupii, non sentivo la sua voce da ormai un mese, la mia preoccupazione era alle stelle.

"Tranquilla, probabilmente gli si è soltanto rotto il telefono" Mi accarezzò un braccio Alexandra, cercando di tranquillizzarmi.

Io annuii e iniziammo a dirigerci verso le nostre rispettive aule.

***

Alla fine fui costretta ad andare a questa festa di halloween, doveva essere una festa in maschera, e io all'ultimo minuto feci ricorso a un travestimento da poliziotta sexy, con una mini gonna blu con delle strisce nere, un corsetto che metteva in risalto il mio seno, degli stivali che mi arrivavano fino al ginocchio e il classico cappellino da poliziotta.

Stavo facendo una ripassata con il trucco, sperando che sarebbe durato per tutta la sera.

Kevin mi stava aspettando oltre la porta del bagno, lui non si era travestito in quanto fosse uno degli organizzatori della festa, nella banda fecano parte anche Aaron, Abel, David e Ethan.

"Non ho tutta la sera" Urlò Kevin già spazientito.

Sbuffai sonoramente e uscii dal bagno.

Kevin si voltò verso la mia direzione e mi guardò attentamente, partì dalle gambe, che appena le vide scoperte si morse il labbro inferiore, poi passò al corsetto e dovette stringere i pugni, dopo di ché arrivò al mio volto e lì fu il colpo di grazia, si soffermò sulle mie labbra ricoperte da un rossetto rosso.

"Non ti piace?" Chiesi perdendo subito la mia sicurezza.

"Non credo che riuscirò a resistere stasera" Disse con tono roco.

"Infatti non devi tenerti le mani apposto" Gli scoccai un bacio sulle labbra.

Non avevo ancora capito che rapporto avevo con lui, di sicuro non stavamo insieme, però una cosa era certa, non si era portato a letto nessun'altra.

Partimmo con la sua macchina, mi avevano comunicato che la festa si sarebbe tenuta in una fabbrica abbandonata, e questo già parlava in sé.

"Le tue amiche ti aspettano all'entrata, io dovrò andare con gli altri a vedere come si svolgerà la festa, verrò ogni tanto a cercarti per controllare che tu stia bene" Disse pragmatico.

"Quelle mani non devi appoggiarle sul corpo di nessuno, se non sul mio" Ribadii a un certo punto, avevo assunto nuovamente la mia sicurezza, era da giorni che mi sentivo fragile e indifesa ma ora era tornata la vera me.

"Da dove spunta tutta questa sicurezza?" Chiese con un ghigno stampato sul volto.

"Da nessuna parte Kevin" Appena accostò uscii dall'auto, dove si respirava ormai un'aria di puro sesso.

Le mie amiche erano fuori ad aspettarmi. Vanessa era vestita da angelo, con un tubino bianco e delle ali, composte da un filo di ferro rivestito con delle piume, attaccate sulla schiena, invece Nancy era vestita da diavola, aveva lo stesso vestito di Vanessa, solamente rosso, e un cerchietto con due corna in testa.
Alexandra invece si era vestita in modo abbastanza sobrio, aveva dei jeans e un semplice top nero.

"Ale, da cosa ti sei vestita tu?" Chiesi guardandola attentamente.

"Da me stessa, solo voi trovate la voglia e la fantasia di creare tutti questi abiti sexy" Disse guardandoci.

Tutte ridemmo in contemporanea.

Entrammo nella fabbrica abbandonata e la musica per poco non mi spaccò i timpani, le luci mi accecarono un paio di volte, prima di abituarmi, c'erano alcuni tavoli con degli alcolici e dei bicchieri rossi di plastica.

C'erano persone che erano già fatte, ubriache, che si baciavano, strusciavano e ballavano.

Anche questa festa sarebbe andata male come quella precedente, se non peggio.

-angolo scrittrice-
Salveee
Spero che vi stia piacendo la storia.
Ci vediamo

Ire💗

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