5. Identità

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Capitolo 5:
- dove c'è una nuova aggiunta alla squadra
- dove Tori ha le prime difficoltà
- dove Hotchner fa il capo
>> ep. 03x07

David Rossi

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David Rossi.

Non sapevo che pensare di lui, onestamente. Da un lato era forse il più competente di tutto il gruppo; dall'altro, come diceva Morgan, pareva sfuggirgli l'intero concetto di squadra. Il prossimo sarebbe stato il primo caso a cui lavoravamo insieme dopo l'iniziativa che aveva preso contro lo scorso SI, l'informatico Max Pool, e di sicuro eravamo tutti un po' sulle spine nel ritrovarcelo di fronte. Questo valeva soprattutto per Reid, che aveva letto milioni di volte i suoi milioni di libri, ed era a rischio di infarto solo nel ritrovarselo davanti.

«Che ne pensi di lui?» chiesi a Garcia. Ero sistemata nel suo ufficio, il luogo che più mi piaceva dell'unità quando non stavamo lavorando attivamente a un caso. Ero grata e fiera del fatto che fossi una delle poche persone davvero bene accette al suo interno—forse perché contribuivo al suo benessere importando sempre cibo spazzatura e pupazzetti colorati che trovavo in giro. Mentre Garcia smanettava sul suo computer con un gioco online che credevo essere di fantascienza, io mangiavo caramelle alle nove del mattino osservando il suo schermo. Avevo i piedi appoggiati su una terza sedia e lo schienale reclinato all'indietro, e stavo una favola.

Penelope alzò le spalle, senza staccare gli occhi dal proprio gioco. Oggi indossava un cardigan rosa sopra una maglietta color pesca, e il rossetto e la fascia per capelli coordinati alla tonalità del golfino. «Ancora non lo so. È tipo davvero serioso. Più di Hotch, perfino.»

«Praticamente un paragone gentile per dire che ha una scopa su per il culo,» osservai, pescando le caramelle gialle, le mie preferite del pacchetto. Le sue erano le blu, quindi non le dispiaceva.

Garcia scoppiò a ridere. «Praticamente,» convenne. Smanettò con qualche pulsante sulla sua tastiera decorata con gli arcobaleni e mimò un'esplosione con la bocca prima di levarsi gli auricolari e girarsi verso di me. «Avevi comprato anche i rotoli di liquirizia?»

«Secondo cassetto,» risposi. Appena diedi un morso alla caramella a forma di coccodrillo verde la mia faccia si contorse in una smorfia di disgusto. «Dannazione, fa proprio schifo. Vuoi tu o butto?» le chiesi, porgendole il coccodrillo decapitato.

«Non si butta niente,» replicò, e se lo ficcò tutto intero in bocca. La sua espressione mi fece ridere, e anche lei fece lo stesso, correndo il serio rischio di strozzarsi. Le dovetti battere un paio di volte con la mano sulla schiena, sebbene io stessa avessi quasi le lacrime agli occhi.

Fu questa la scena che si ritrovarono davanti agli occhi Hotchner e Rossi quando entrarono nell'ufficio; io e Garcia ci immobilizzammo, lei rossa in volto e io con la bocca strapiena di rotoli frizzanti.
Hotchner sospirò, per nulla sorpreso e poco divertito, e si girò verso l'uomo che al contrario di lui stava sorridendo. «Dave, ti ricorderai dell'agente Riva. Lei invece è Penelope Garcia, il nostro Tecnico Informatico.»

505 || aaron hotchnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora