15. Demonologia

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Capitolo 15:
- dove c'è una festa di compleanno
- dove Emily rivela un segreto
- dove Tori viene messa in punizione
>> ep. 04x17

Ero già stata a casa di Hotch, sia quella dove aveva vissuto con Haley e Jack prima del divorzio, sia il nuovo monolocale dove si era trasferito in seguito

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Ero già stata a casa di Hotch, sia quella dove aveva vissuto con Haley e Jack prima del divorzio, sia il nuovo monolocale dove si era trasferito in seguito. La festa di Jack si teneva nella prima, nella quale lui e la madre erano rimasti, quella con il grande giardino, il vialetto curato, l'arredamento splendido. Il fatto che già conoscessi l'ambiente, comunque, non migliorava affatto l'ansia che mi stava divorando viva—il che era un sentimento particolare, visto che stavo andando a una festa per bambini di sei anni.

«Se tieni quella faccia tutto il tempo spaventerai gli invitati,» mi rimproverò JJ, scendendo dal SUV cautamente visto che aveva il piccolissimo Henry in braccio. Io mi avviai verso il portabagagli per estrarre il passeggino, che ricomposi in un batter d'occhio visto il terrorismo psicologico che Will mi aveva fatto a riguardo.

«Non posso essere nervosa nel conoscere l'ex moglie del mio oggetto d'interesse?» replicai, portandolo verso JJ che vi mise dentro Henry, avvolto in così tante fasce protettive da sembrare più una mummia versione mini che un neonato.

JJ sospirò. «Tori, tu già la conosci.»

«È vero,» ammisi, «ma prima non volevo farmi suo marito.»

Alzò gli occhi al cielo, estenuata dal mio dramma, e senza concedermi altro iniziò a spingermi verso la casa. Avevamo parcheggiato nella vita parallela per non intasare ulteriormente il vialetto, il che si era rivelata una scelta saggia visto l'enorme quantità di gente, macchine e animali che affollavano il posto. Per essere la terza settimana di ottobre, perciò stando sui venti gradi, il giardino degli Hotchner era stato letteralmente invaso: decine di genitori chiacchieravano con bicchieri di plastica in mano, sorridenti, con i propri cani al guinzaglio, e i bambini scorrazzavano in giro ridendo. Sembrava il quadro di una pubblicità, qualcosa che non vedevo da parecchio tempo. JJ mi prese sottobraccio e mi tirò in avanti, anche se i miei piedi protestarono. L'unico motivo per cui mi stavo sottoponendo a quella tortura era per Jack, altrimenti sarei scappata a gambe levate.

«Haley!» chiamò JJ, alzando il braccio libero e sventolandolo. Io, le mani strette sul passeggino, sentii le forze abbandonarmi nel vedere Haley, richiamata dalla mia presunta amica, scusarsi con una coppia di mamme e venirci incontro. Finalmente sentii la diplomazia prendere possesso del mio corpo, così misi su un gran sorriso, ovviamente falso, raddrizzai la schiena e mi gettai.

«Ragazze! Oh, non avete idea di quanto sono contenta che siate venute,» fece, abbracciandoci a turno. Haley era vestita in modo sbarazzino rispetto a noi, che dovendo andare a lavoro eravamo in completo elegante, con i capelli a caschetto biondi svolazzanti e una camicetta a fiori sopra un paio di jeans chiari. Poi si portò le mani al petto, la bocca a forma di O, e si chinò sul passeggino. «E tu sei il bambino più bello del mondo, non è così? Sì che lo sei,» fece, meravigliata, scostando appena il tessuto dal viso di Henry per accarezzarlo con la punta del dito.

505 || aaron hotchnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora