12. Capolavoro della follia

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Capitolo 12:
- dove alla BAU arriva qualcuno di nuovo
- dove c'è un gioco da tavolo
- dove c'è una serata tra ragazze
>> ep. 04x08

«Quindi le ho detto che avrebbe fatto meglio a comprarsi le sue caramelle da sola, perché mi sono sentita davvero tradita,» conclusi, rovistando nel mio sacchetto e pescandone un coccodrillo gommoso

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«Quindi le ho detto che avrebbe fatto meglio a comprarsi le sue caramelle da sola, perché mi sono sentita davvero tradita,» conclusi, rovistando nel mio sacchetto e pescandone un coccodrillo gommoso.

Hotch non rispose nulla alla mia storia su come avessi trovato Garcia a mangiare i nostri dolci con Kevin Lynch. Continuò a scrivere sul suo fascicolo, imperterrito, e anche parecchio infastidito dalla mia presenza.

Io corrugai le sopracciglia. «Mi hai sentita? Ho detto che mi sono sentita tradita!»

Lui sospirò e si pizzicò il ponte del naso, gesto di stizza con cui l'avevo contagiato. Mise da parte il foglio che aveva finito di firmare e ne riprese un altro, dove vi attaccò un post-it. Procedette nel suo atto di ignorarmi.

Io sbuffai e tirai fuori un'altra caramella, stavolta una frizzante al gusto di pesca. Presi il telecomando e accesi la televisione, iniziando a fare zapping alla ricerca di qualche programma interessante. Mi fermai su un canale storico che narrava di scoperte geografiche, ma avevo sentito di Cortes e i Conquistadores circa un miliardo di volte. Era perciò impossibile non annoiarsi, non con lui in versione mummia e niente di nuovo da vedere, quindi ripresi a parlare.

«Lo sai, mi ferisce il fatto che tu mi stia ignorando. Pensavo di esserti simpatica ormai.»

Lui mise giù la penna, e mi rivolse un'occhiata esasperata. «Ancora non ho capito cosa tu stia facendo qua dentro.»

Inarcai un sopracciglio. Ero seduta su una delle due sedie davanti alla sua scrivania, con i piedi sull'altra, da più o meno mezz'ora. «Mi sto annoiando,» risposi, «non ho nulla da fare. JJ è in maternità dopo la nascita di Henry, Reid e Rossi sono al loro seminario, Morgan è fuori, Emily sta al telefono. Tu sei l'unico con cui posso chiacchierare.»

«Con me non puoi chiacchierare, perché sto lavorando,» replicò, tornando al suo fascicolo.

«Ho la soluzione per te: smetterla,» dissi, sorridendo e sollevando i palmi verso l'alto come se stessi presentando uno shampoo in uno spot pubblicitario.
Mi guardò di sottecchi, ponderando la sua prossima mossa, e io unii le mani a preghiera davanti al viso in risposta. «Ti prego, ti prego, ti prego

Non poteva resistermi a lungo e lo sapeva benissimo, perché l'avrei prima o poi colto per sfinimento. Cedette con un sospiro che mi fece esultare, e chiuse la cartella che mise da parte. Incrociò le braccia sulla scrivania davanti a sé. «Che vuoi fare?»

505 || aaron hotchnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora